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Carcere a vita per Habré, ex presidente del Ciad

Soprannominato "il Pinochet africano", è stato condannato per crimini di guerra, crimini contro l'umanità, tortura e stupro

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L’ex presidente del Ciad Hissein Habré è stato condannato al carcere a vita per crimini di guerra, crimini contro l’umanità, tortura e stupro.

Habré, soprannominato “il Pinochet africano” per le atrocità di cui è stato ritenuto responsabile, era stato destituito nel 1990 e arrestato nel 2013 in Senegal, dove era stato esiliato.

“Hissein Habré, questa Corte la condanna al carcere a vita”. È una sentenza storica, quella pronunciata dal tribunale speciale nato da un accordo tra il Senegal e l’Unione Africana.

Storica per diverse ragioni. La principale è che per la prima volta nella storia dell’Africa, il processo ad un politico di alto rango si è svolto in un Paese del continente e non presso il Tribunale penale internazionale, con una corte composta unicamente da giudici africani.

Altro fatto degno di nota è che un ex capo di Stato sia stato tradotto davanti alla Corte di un Paese terzo perché accusato di violazione dei diritti umani, crimine che in qualche modo trascende le frontiere. Infine, è una prima anche il fatto che Habré sia stato ritenuto l’esecutore materiale di alcuni dei crimini contestati, e non solo di averli ordinati.

“Il fatto che sia stato condannato non solo per crimini contro l’umanità, crimini di guerra e tortura”, osserva Reed Brody di Human Rights Watch, “ma anche per stupro, per aver personalmente violentato qualcuno, è una prima in un processo di questo genere e dimostra che nessun uomo è così potente da essere al di sopra della legge e che nessuna donna è al di sotto della legge”.

Habré, che non ha mai voluto riconoscere la corte, ha 15 giorni per ricorrere in appello. Ma intanto le vittime che gli sono sopravvissute possono festeggiare, anche in memoria dei 40mila caduti sotto il regime dell’ex presidente.

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