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Si fa sempre più cruenta la guerra civile in Libia

Dopo violenti scontri durati per tutta la notte tra venerdì e sabato, le forze del maresciallo Khalifa Haftar, hanno sfondato il fronte a sud di Tripoli, conquistando el Azizia, a circa 50 km dalla capitale. I combattimenti ora si concentrano attorno a Suani ben Adem, a circa 25 km dalla capitale.


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È violenta la battaglia tra le forze fedeli al governo nazionale di Fayez al Sarraj e quelle di Khalifa Haftar attorno a Suani, la cittadina circa 25 km a sud di Tripoli. Lo riferiscono fonti sul posto e nella capitale.

Il bilancio, da venerdì, è di almeno 5 civili uccisi, tra i quali una donna incinta, e cinque case distrutte.

Le forze di Haftar, dicono i testimoni, stanno sparando con artiglieria e razzi, coadiuvati da almeno un raid aereo mentre le milizie governative oppongono una forte resistenza.

Intanto centinaia di civili, tra i quali donne e bambini, sono intrappolati nella zona di Ain Zara, 15 km a sudovest di Tripoli, dove i caccia di Haftar hanno colpito una scola chiusa. Lo riferisce il Comando unità di crisi della capitale. Molte donne, che chiamano il numero di emergenza, chiedono cibo e acqua oppure “qualcuno che ci venga a prendere”. 

Tripoli grida la sua rabbia. Migliaia di persone sono scese per strada contro il generale Khalifa Haftar e la Francia, accusata di sostenere l’offensiva del maresciallo contro la capitale libica.

La gente scappa

Sono oltre 13’500 gli sfollati dall’inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni. Lo scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un “aggiornamento flash” sulla situazione nei dintorni della capitale.

L’Onu precisa che 4 mila sono le persone che hanno lasciato le proprie case nelle ultime 24 ore. Circa 4500 persone hanno richiesto l’evacuazione dalle aree colpite dal conflitto verso aree relativamente più sicure, ma solo per 600 è stato possibile garantire un’uscita sicura. 

“I bassi tassi di evacuazione sono dovuti agli scontri in corso e le segnalazioni sul targeting indiscriminato e deliberato dei veicoli per le ambulanze”, si legge nella nota. “La comunità umanitaria è preoccupata per il numero crescente di vittime civili, compreso il personale medico. In appena una settimana, tre medici sono stati uccisi e cinque ambulanze sono state rese inservibili da schegge di proiettili”.

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