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Fukushima, al via la rimozione del combustibile nucleare

Per la prima volta dal disastro nucleare di Fukushima del 2011, la Tokyo Electric Power (Tepco) che gestisce l'impianto, ha iniziato i lavori per la rimozione del combustibile nucleare all'interno del reattore numero 3, uno dei tre colpiti dalla fusione del nocciolo (meltdown nucleare).

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In anticipazione delle attività di smantellamento, la Tepco ha dovuto decontaminare il piano all’interno dell’impianto per via delle alte radiazioni che non consentono il funzionamento meccanico delle attrezzature radiocomandate.

Gli ingegneri puntano a sollevare 52 dei 566 cilindri radioattivi all’interno della vasca di raffreddamento, per trasportarli in un altro contenitore tramite gru operate a distanza. 

È un’operazione che precede la vera sfida, ovvero la rimozione del materiale radioattivo che ha subito il meltdown nucleare all’interno del reattore. I dettagli su come questo potrà essere fatto sono ancora ignoti. 

Nel 2014, i cilindri furono estratti senza incidenti dal reattore numero 4, che al momento dell’incidente non era in funzione. 

Addetto mostra foto del reattore
La rimozione dei cilindri ha subito un ritardo di quattro anni. Keystone

I tre reattori furono colpiti da un’esplosione all’indomani del terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami, con la conseguente dispersione delle radiazioni. Circa 160’000 persone che abitavano nell’area circostante all’impianto hanno dovuto abbandonare le loro case e molti non sono mai tornati.

I lavori di rimozione iniziati lunedì sono stati ritardati di oltre 4 anni a causa di vari malfunzionamenti, e adesso la società di gestione conta di completare le operazioni nel reattore numero 3 entro il marzo del 2021, “ma la sicurezza della popolazione ha la priorità”, ha dichiarato Tepco. 

Il costo dello smantellamento della centrale, della decontaminazione e dei rimborsi è stato stimato a 192 miliardi di dollari. 


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