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E se Campione passasse alla Svizzera?

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Di qui Svizzera, di là Italia. Il famoso arco che caratterizza l'ingresso di Campione. Keystone

Per il momento non c'è assolutamente nulla di concreto, però un passaggio di Campione alla Svizzera "è immaginabile", anche secondo il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis.

Qualche anno fa, un po’ per scherzo un po’ per provocazione, un gruppo di sardi aveva lanciato la proposta di far sì che l’isola diventasse il 27esimo cantone svizzeroCollegamento esterno. Nel 2017, nel quadro di un programma per incoraggiare la partecipazione dei giovani alla politica, due ragazzi grigionesi avevano invece proposto l’annessione della Valtellina alla Confederazione. Due proposte senz’altro iconoclaste, che però lasciano un po’ il tempo che trovano.

A prima vista, l’annessione di Campione alla Svizzera potrebbe pure rientrare nella categoria delle proposte un po’ stravaganti. Come immaginare che un territorio che da oltre mille anni è di ‘proprietà’ della Lombardia passi di mano?

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Eppure è “immaginabile”. Ad affermarlo non è stato l’avventore di qualche bar della regione, bensì il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis.

Rispondendo a una domanda del consigliere nazionale ticinese Marco Romano su una possibile cessione di questo territorio alla Svizzera, Cassis ha risposto appunto che “è immaginabile, ma evidentemente ci dovrebbero essere delle proposte dell’autorità competente cantonale in tal senso […]. Dopodiché quella federale farà le sue riflessioni a proposito”.

Fantapolitica?

A Marco Romano, abbiamo chiesto se non si tratta di fantapolitica. L’esponente del Partito popolare democratico è ben cosciente che un simile evento non è per domani. Tuttavia, “di fronte a scenari di crisi che si sono ripetuti spesso negli ultimi anni – sottolinea – bisogna avere un po’ di lungimiranza e di creatività”.

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A livello parlamentare, Romano intende prossimamente presentare una mozione “per stimolare il governo svizzero a parlare con le autorità italiane, per sondare il terreno”. Il deputato federale insiste però su un punto: “Il primo stimolo deve giungere dai campionesi. Non voglio prevaricare la democrazia e gli interessi locali”.

Avviare una dinamica

“Da Campione ho ricevuto dei feedback interessati – aggiunge. Spero e oso proporre che lancino una petizione. Una raccolta firme o una proposta politica a livello locale potrebbero generare una dinamica che permetterebbe almeno di stilare un rapporto su vantaggi e svantaggi di un simile passaggio”.

Al 31 agosto 2018 il comune di Campione doveva 916’196 franchi al Cantone Ticino. È quanto indicato dal presidente del Consiglio di Stato ticinese Claudio Zali, rispondendo a un’interpellanza di un parlamentare. Principalmente si tratta di soldi dovuti alla frequenza di scuole ticinesi da allievi campionesi.

Un passaggio che potrebbe consentire di districare “una matassa molto ingarbugliata”. Il comune sulle rive del Ceresio è infatti profondamente integrato alla Svizzera: ad esempio gli allievi campionesi frequentano le scuole ticinesi oppure la raccolta rifiuti è effettuata da una ditta svizzera. Il quadro istituzionale e politico è però quello italiano.

“Campione resta d’Italia”

“Credo che qualcuno non abbia ben compreso che Campione è territorio italiano, punto”. Così Stefano Candiani, sottosegretario del Ministero dell’Interno, ai microfoni della RSI. “Quindi – ha aggiunto – grande responsabilità e grande determinazione ma soprattutto anche una punta di orgoglio. Quello è territorio italiano e non abbiamo alcuna intenzione di soprassedere rispetto a questo punto”.

Rischi finanziari

Vista la situazione finanziaria catastrofica in cui si trova Campione, non vi è però un grosso rischio per la Confederazione e il Ticino? Per il momento è ancora presto per valutare questi aspetti, osserva sempre Marco Romano. “Certo, il passato va regolato. Voglio però guardare al futuro. Vorrei che si generasse una situazione di stabilità, una condizione di sicurezza sia sul lato italiano che su quello svizzero. Questa crisi – sottolinea Romano – sta avendo ripercussioni pesanti anche sul Ticino e sui comuni limitrofi di Campione”.

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Passività italiana

La Svizzera sta già facendo molto, aggiunge il deputato, rilevando anche la passività dello Stato italiano, che non sembra interessarsi più di quel tanto alle sorti della sua exclave. Ad esempio, la Segreteria di Stato dell’economia ha deciso in via eccezionale che i disoccupati di Campione residenti in Svizzera possano usufruire immediatamente delle indennità di disoccupazione. Oppure, come detto, per le scuole.

“La Svizzera si sta facendo carico di costi che oggi Campione non riesce più a sobbarcarsi. Questa situazione può durare per un certo periodo, ma non può diventare una costante. Anche per questo occorre valutare l’opportunità che Campione diventi un comune svizzero, con regole svizzere, costi svizzeri e regole di gestione e servizi svizzeri”.

Un cambiamento storico

Un eventuale passaggio di Campione dall’Italia alla Svizzera rappresenterebbe il cambiamento territoriale più importante degli ultimi 200 anni per la Confederazione. Dal congresso di Vienna del 1815, il confine svizzero è infatti rimasto praticamente immutato.

Le modifiche più importanti hanno riguardato territori disabitati. Nel 1862, ad esempio, vi è stato uno scambio di circa 7,5 km2 tra la Svizzera e la Francia, nella valle di Dappes, nel canton Vaud. Nel 1952, in seguito alla costruzione di una diga sul lago di Lei, nei Grigioni, il confine tra Svizzera e Italia fu leggermente modificato, anche in questo caso con una permuta di terreni.

Per quanto concerne Campione d’Italia, non è la prima volta che si valuta la possibilità di un passaggio alla Svizzera. Nel 1800, il governo elvetico ipotizzò la cessione di Indemini (comune situato nell’alta valle Veddasca al confine con l’Italia) in cambio appunto di Campione. Una cinquantina di anni dopo, la costa di San Martino (che si trova sulla sponda opposta del lago di fronte a Campione e che fino ad allora faceva parte del territorio campionese) fu ceduta alla Svizzera.

Nel 1848, dopo le Cinque Giornate di Milano e lo scoppio della prima guerra di indipendenza, furono i campionesi a chiedere al Governo svizzero l’annessione, temendo una loro unione al Regno di Sardegna in caso di occupazione del Regno Lombardo-Veneto. Malgrado l’appoggio del Ticino, il Governo federale respinse la richiesta, temendo di mettere a repentaglio la neutralità elvetica.


Nel seguente servizio, potete scoprire l’approfondimento sulla situazione a Campione della trasmissione Il Quotidiano:

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