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È morto il Papa emerito Benedetto XVI

Il busto di Benedetto XVI nella cittadina di Traunstein in Baviera.
Il busto di Benedetto XVI nella cittadina di Traunstein in Baviera. Keystone / Philipp Guelland

Benedetto XVI è morto. Nato in Baviera il 16 aprile 1927, tra il 1981 e il 2005 è stato il Prefetto della congregazione per la dottrina della fede. Il 19 aprile 2005 viene eletto papa. Nel concistoro ordinario dell'11 febbraio 2013 ha annunciato la sua rinuncia "al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro", con decorrenza della sede vacante dal 28 dello stesso mese: da quel momento il suo titolo è diventato sommo pontefice emerito o papa emerito.

Joseph Ratzinger era un teologo di fama mondiale prima che Papa. Studioso di Sant’Agostino, su cui scrisse la tua tesi di dottorato e di San Bonaventura, il biografo di San Francesco e generale dell’ordine francescano. Professore di teologia fondamentale e di teologia dogmatica, Ratzinger è stato uno dei teologi piu importanti del 20esimo secolo, con i suoi colleghi e amici elvetici Hans Urs von Balthasar e Hans Küng, sebbene con quest’ultimo, collega a Tübingen, ebbe un rapporto conflittuale a livello teologico: il liberale Küng che definiva l’amico Ratzinger un conservatore (e una delusione quando venne nominato Papa).

Carriera ecclesiastica

Dopo una brillante carriera accedemica durata vent’anni, Joseph Ratzinger nel 1977 viene nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da Papa Paolo VI e solo qualche mese dopo viene nominato cardinale. L’anno successivo parteciperà a ben due conclavi con le nomine di Papa Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.

Grazie alla sua immensa preparazione teologica, Papa Giovanni Paolo II nel 1981 lo nomina prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, una dei 16 dicasteri della Curia romana che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica. Carica che manterrà fino all’elevazione al soglio pontificio. (Non a caso alla sua nomina il quotidiano italiano Il Manifesto lo chiamò il “pastore tedesco”). Infatti la Congregazione per la dottrina della fede, oggi Dicastero per la dottrina della fede, un tempo era conosciuta come la Santa Inquisizione, successivamente come Sant’Uffizio. 

Ratzinger fu dunque chiamato a Roma da Papa Wojtyla per essere la voce severa del pontefice polacco contro l’ideologia marxista e le derive teologiche. Una disputa teoretica e teologica che lo vide protagonista ai tempi di Tübingen.

Ratzinger è restato il guardiano severo della fede fino al 2005, quando in pochi mesi scompaiono quattro figure importanti per la Chiesa. La monaca portoghese suor Lucia di Fatima, il fondatore del movimento di comunione e liberazione don Luigi Giussani, di cui Ratzinger celebra i funerali a Milano, frère Roger della comunità di Taizé, e lo stesso Papa Giovanni Paolo II. 

…qui sibi nomen imposuit Benedicti XVI

Joseph Ratzinger è stato nominato Papa al secondo giorno di conclave dopo il quarto scrutinio. Scelse il nome di Benedetto XVI. Un nome scelto, come lo stesso Ratzinger disse, “per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti”.

Molti ritengono un papato di transizione, quello di Ratzinger. Otto anni di pontificato, sei libri (tra cui la trilogia su Gesù di Nazaret), tre encicliche in cui il teologo Benedetto XVI, parlando di amore (Deus caritas esCollegamento esternot – Dio è amore, 2006), speranza (Spe salviCollegamento esterno – salvati nella speranza, 2007) e verità (Caritas in veritateCollegamento esterno – l’amore nella verità, 2009), si è sempre ancorato alla parola del Vangelo e alla tradizione della Chiesa davanti alle sfide della modernità. 

Nel 2006 pronuncia il Discorso di RatisbonaCollegamento esterno al centro del quale pone la profonda convinzione che tra fede e ragione non c’è contraddizione e che bisogna interrogarsi su Dio e la sua natura attraverso la ragione di cui ha dono l’uomo. E se la ragione diventa protagonista non c’è spazio per una religione che ricorre alla violenza. Ad infiammare gli animi nel mondo islamico la citazione di Manuele II Paleologo, imperatore bizzantino del 14esimo secolo, che così parlava dell’islam.

Lo scandalo della pedofilia nella Chiesa

Joseph Ratzinger affrontò anche l’enorme scandalo mondiale della pedofilia, di fatto eluso dal suo predecessore, lanciando un’opera di condanna radicale per gli autori e vicinanza alle vittime. Fu dunque il primo Papa a a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici.

Sei anni dopo nel 2012 scoppia il caso Vatileaks, documenti trafugati dall’ex maggiordomo Paolo Gabriele, che svelano gli imbrogli tra le mura leonine gettando e le ombre che coprono la cassaforte vaticana: lo IOR. 

Davanti alle sfide, alle lotte interne Vaticano e al peso degli anni l’11 febbraio 2013 Benedetto XVI si ferma, dando le dimissioni, segnando una tappa epocale nella storia della Cristianità.

Benedetto XVI non si è mai identificato con il ruolo di reggente della Chiesa ricordando innanzitutto di essere il vicario. Il 28 febbraio 2013 lascia Città del Vaticano in elicottero arrivando a Castel Gandolfo, residenza estiva dei Papi. E proprio a Castel Gandolfo, il 23 marzo successivo, avviene un incontro mai visto in Duemila anni: un Papa regnante che abbraccia un Papa che ha abbandonato il trono di Pietro. Al quale ora è tornato. Per sempre.

L’edizione speciale del TG 12:30 della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI dedicata a Benedetto XVI:

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