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‘Ndrangheta e coca, due indagati legati al Ticino

Ascona e Bellinzona figurano tra i luoghi di domicilio dei 54 fermati e 20 indagati tra Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia nell’operazione ‘Stammer’, condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro. Non è la prima volta, che i nomi di persone o località del canton Ticino compaiono in atti giudiziari sulla ‘ndrangheta. Qui, però, non si parla di riciclaggio di denaro, ma di mediatori per l’acquisto di tonnellate di cocaina in Sudamerica.

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Come riferito dai quotidiani La Regione e Corriere del Ticino, un 63enne di Bellinzona, residente da alcuni anni nella Repubblica Dominicana, e un 51enne nato a Basilea e domiciliato ad Ascona avrebbero intrapreso più viaggi nel 2014 per contrattare l’acquisto di 8 tonnellate di cocaina da un cartello colombiano. Il bellinzonese parrebbe essere non solo un mediatore, ma anche tra i finanziatori dell’operazione.

Un affare stimato in oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro, derivanti dal taglio e dallo spaccio delle 8 tonnellate di “neve” comprata alla fonte colombiana e destinata principalmente ai mercati italiano, spagnolo e olandese.

Il carico di droga era già pronto, nascosto in una piantagione di banane alle spalle del porto di Turbo, 350 chilometri a nord di Medellín, in Colombia. Lì è rimasto, sequestrato grazie all’inchiesta. Nel porto di Livorno, le Fiamme gialle avevano rinvenuto e bloccato un campione di 63 chilogrammi di cocaina pura, nascosta in scatole di banane.

La rete di contatti ‘ndranghetisti che emerge dall’inchiesta, hanno sottolineato gli inquirenti, conferma lo spiccato carattere internazionale dell’organizzazione in mano ai clan della provincia di Vibo Valentia, di Crotone e della Piana di Gioia Tauro. Al centro, i Fiarè di San Gregorio d’Ippona, i Pititto-Iannello e Galati di Mileto e i Ventrici-Grillo di San Calogero, questi ultimi facenti capo a Francesco Ventrici, 45enne broker internazionale della cocaina residente nel bolognese dove è stato arrestato e già condannato a 12 e 16 anni per traffico di stupefacenti in seguito alle operazioni “Decollo” e “Due torri connection”.



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