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Lugano, rischio epatite B per 16 pazienti del Civico

A fine febbraio, in ospedale, 45 persone erano state sottoposte a esami endoscopici con strumenti non perfettamente disinfettati

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Si sono concluse le analisi per i 45 pazienti che, a fine febbraio, si erano sottoposti a un esame endoscopico all’Ospedale Civico di Lugano, con strumenti non perfettamente disinfettati.

Ora, 16 di essi dovranno fare nuovi esami per escludere di aver contratto l’epatite B, poiché trattate con quegli strumenti dopo due pazienti portatori del virus.

Si sono sottoposti a un esame endoscopico con tranquillià e fiducia ma hanno poi scoperto che qualcosa nella procedura di pulizia e disinfezione degli strumenti non era avvenuto in modo corretto.

Ora, alcuni di loro dovranno aspettare ancora sei mesi e sottoporsi a nuovi esami per escludere in maniera definitiva di aver contratto l’epatite B.

Il caso era stato reso noto lo scorso mese di marzo quando un controllo interno aveva rivelato che nella macchina per il lavaggio degli endoscopi flessibili utilizzati nel Servizio di gastroenterologia dell’Ospedale Civico andava messo del disinfettante ma che così non era stato. Gli strumenti non disinfettati come da protocollo sono stati utilizzati su numerosi pazienti tra il 15 e il 21 febbraio.

Le analisi interne all’Ospedale Civico di Lugano, appena concluse, hanno permesso di appurare che due dei 45 pazienti sottoposti all’esame endoscopico erano portatori del virus dell’epatite B.

Per i sedici pazienti che hanno effettuato l’esame dopo di loro con strumenti non perfettamente disinfettati esiste quindi il rischio di trasmissione del virus. Al momento nessuno ha contratto l’epatite ma per poter escludere con certezza e definitivamente che non vi è stato alcun contagio occorreranno nuovi esami.

Per la Magistratura le analisi sono ancora incomplete e non sufficienti per stabilire eventuali responsabilità e per aprire un’inchiesta.

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