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“Il problema dei frontalieri non può essere risolto da una canzone”

Davide Van de Sfroos: Una canzone sui frontalieri? Manca ancora la giusta distanza storica. Ma in futuro non è da escludere

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La frontiera, immaginaria o reale che sia, per il cantautore comasco Davide Van de Sfroos non esiste. Per lui, nato artisticamente in Ticino e in Ticino ci torna spesso, la “fruntera” è un non-luogo da attraversare semmai “de sfroos”. Forse perché le due terre (Ticino e Lombardia in questo caso), separate da un confine politico, sono unite da lingua e cultura, dove la lingua del cuore, il dialetto, unisce ulteriormente.

Ma non ci si deve nascondere dietro a un dito. In questo momento storico la frontiera divide. Non sono pochi i problemi legati al suo passaggio. Dalla votazione del 9 febbraio 2014 contro l’immigrazione di massa all’accordo sui frontalieri italo-svizzero. Alle attuali discussioni sull’accordo di Schengen.

E questo “problema” di stretta attualità legato alla tematica dei frontalieri, potrebbe un giorno entrare in una canzone. “Per ora no – ci dice Davide Van de Sfroos – ma non lo escludo a priori. Non c’è ancora abbastanza distanza storica per poterne parlare in modo equidistante”. Ma non mancano nel suo repertorio le canzoni che affrontano questo tema, magari in modo più romantico o scanzonato: Ninna nanna del contrabbandiere, La frontiera, I cau boi. “E inoltre – aggiunge l’artista comasco – non si può sempre chiedere a una canzone di risolvere i problemi politici”.

L’eroe nazionale

Davide Van de Sfroos, “laghée” comasco, d’altra parte non ha paura. In passato ha avuto il “coraggio” di affrontare anche un mito svizzero, cantando le gesta dell’eroe nazionale: “Il figlio di Guglielmo Tell”. Una canzone per certi versi ironica che indaga più in generale i rapporti tra padre e figlio. Inizialmente lo stesso autore temeva la reazione degli “svizzeri”… ma la realtà è stata ben diversa. Sentiamo dunque genesi e significato di questa canzone.

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Il figlio di GuglielmoTell

Veste nuova, sinfonica, a vecchie canzoni: Synfuniia

L’ultimo disco di Davide Van de Sfroos “Synfuniia” è uscito il 4 dicembre scorso. L’album contiene 14 brani storici del cantautore comasco, riarrangiati per orchestra dal Maestro Vito Lo Re e suonato con la “Bulgarian National Radio Simphony Orchestra”. Una nuova veste dunque, sinfonica, per vecchie canzoni in dialetto. Quasi si volesse mischiare il sacro con il profano… E il repertorio “sinfonico” verrà presentato a fine mese al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

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Con Synfuniia al Teatro degli Arcimboldi

Ritorno alle origini

Dal folk (iniziale) alla musica sinfonica (con Synfuniia) e ritorno a casa. Questo il viaggio di Davide Van de Sfroos. E il ritorno a casa si intitola “Folk Cooperatour” ed è il nuovo tour di Davide Van De Sfroos che prenderà avvio il 5 febbraio. Un ritorno alle origini del folk dove Davide si affiderà al sound di una giovane band, gli Shiver della provincia di Lecco.

E poi si pensa a un nuovo album di inediti, proprio giocando su questo ritorno alle origini folk.

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Nuovo tour, forse un nuovo disco

Non solo dialetto

Davide Bernasconi non è solo un cantautore. Scrive romanzi e poesie. Contrariamente alle canzoni, però, la sua produzione in ambito letterario, salvo un raro esempio, è prettamente in lingua italiana. Sentiamo il perché.

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L’italiano è una lingua stupenda

Riccardo Franciolli

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