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Quei film che ti restano nelle orecchie…

Ennio Morricone. Locarno ha dedicato quest'anno un'attenzione speciale al rapporto tra musica e cinema swissinfo.ch

Ennio Morricone, una leggenda vivente della composizione musicale dedicata ai film, incontra il pubblico di Locarno.

Nella sua lunga carriera ha collaborato con registi del calibro di Leone, Bolognini, Pasolini, Bertolucci, Tornatore, sempre trovando l’equilibrio perfetto tra suono e immagine.

“Bach componeva una cantata a settimana e poi la dirigeva pure in chiesa la domenica. Questo era il suo contratto. Io in confronto, sono un disoccupato della composizione musicale”

Con questa battuta Ennio Morricone, il cui nome resta legato ad alcune tra le più belle colonne sonore di tutta la storia del cinema, liquida il record di cui si può vantare: più di 400 composizioni, tra musiche per film, sinfoniche, per orchestra e da camera.

In questa intervista concessa a swissinfo parla del fascino di comporre per il cinema e di come proprio qui a Locarno abbia definitivamente riveduto la sua cattiva impressione dei film musicali.

swissinfo: Qual è la differenza principale tra la composizione autonoma e la composizione di una colonna sonora per un film?

E.M.: Scrivo musica “assoluta”, chiamiamola così, nel senso che non è scritta con i condizionamenti che il cinema dà al compositore. Che sono la storia, il regista, il pubblico, che deve poter ascoltare la musica di un film nella maniera più semplice e meno problematica possibile. Nel cinema siamo condizionati da queste cose. Ma un compositore può riscattarsi, imponendo la sua personalità, i suoi stilemi, malgrado i condizionamenti, altrimenti perde la sua personalità, la sua autonomia creativa. L’altra musica che compongo (sinfonica e da camera) nasce dall’esigenza “assoluta” di comporre, senza condizionamenti.

Cosa le piace di più dello scrivere musica per il cinema?

Mi è piaciuto e mi piace ancora scrivere per il cinema, perché nel cinema c’è un aspetto straordinario. Per esempio io credo di assumere degli eventi musicali in una certa maniera. Il regista poi mi corregge, cose che al momento mi possono anche inorridire. Ma poi data la volontà di non tradire il regista, portano a dei risultati inaspettati e anche buoni. Ecco, questo è l’esercizio straordinario che la musica per il cinema mi permette di fare.

Alla serata d’apertura del festival, anche lei ha assistito al musical di Vincente Minelli con Fred Astaire “The Band Wagon”. Cosa pensa dei musical?

Guardi io non amo i musical. Un attore che si mette a cantare tutto ad un tratto non centra niente, perché lo fa? Però ieri sera mi sono accorto che dovrei correggere questo pensiero, perché quel film di più di 50 anni mi è piaciuto moltissimo. L’ho trovato straordinario, come ho trovato straordinario “Chicago”, come anche “Moulin Rouge”. Un kitch fenomenale, ma riuscito. Bisogna puntare tutto sul kitsch? Benissimo! Che sia kitsch e coraggioso. Devo rivedere questa mia idea del musical.

Lei è diventato famoso componendo le colonne sonore dei film western di Sergio Leone.

Io ho cercato sempre di recuperare suoni della vita, al di fuori dei suoni tradizionali dell’orchestra. Ad esempio nel film “Per un pugno di dollari” il martello, l’incudine, la campana, la frusta, ecc., ma nel terzo film, “Il buono, il brutto e il cattivo” il tema è il verso del coyote. Perché il suono degli animali mi sembrava che desse qualcosa alla maniera selvaggia di essere del western.

E a questo punto Ennio Morricone accenna con la voce il famossissimo verso, che potete ascoltare cliccando sull’audio. Chi ha visto il film ha bisogno di quelle sole quattro o cinque note per rivederne le sequenze davanti agli occhi. Questa è la potenza della musica, accompagnata alla forza delle immagini. Perché come sottolinea Ennio Morricone, un film di grande valore merita una musica straordinaria, ma nessuna musica di valore salverà mai un film mediocre.

swissinfo, Raffaella Rossello, Locarno

Ennio Morricone, (Roma 1928) è noto al grande pubblico soprattutto per aver composto le colonne sonore della fortunata “trilogia del dollaro” di Sergio Leone: “Per un pugno di dollari”(1964), “Per qualche dollaro in più” (1965), “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966).

Ma il suo nome è legato anche alle colonne sonore d altri film culto, come “C’era una volta in America” (1984) sempre di Leone, o “La Califfa”, “Sacco e Vanzetti”, “The Mission” (1986, nominato per il Golden Globe Award) e “The untouchables”(Grammy award nel 1988).

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