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Festa a Belgrado, virus nei Grigioni

Una provetta con del sangue per il test.
Attualmente nei Grigioni si trovano in quarantena 73 persone, la maggior parte delle quali a causa dei sei giovani festaioli di Belgrado. Keystone / Marijan Murat

Un giovane risultato positivo al coronavirus nei Grigioni dopo essere stato a una festa nella capitale serba con altri cinque amici ha reso necessaria la messa in quarantena di diverse decine di persone nel cantone.

Il ragazzo ammalatosi tre giorni dopo il suo rientro da Belgrado si è fatto visitare da un medico. A quel punto è intervenuto il gruppo responsabile del tracciamento dei contatti. L’intero gruppo dei sei giovani è stato posto in isolamento.

Inoltre tutte le persone che hanno avuto contatti con i festaioli dopo il loro rientro dalla Serbia sono state messe in quarantena: attualmente nei Grigioni si trovano in quarantena 73 persone, la maggior parte delle quali a causa dei sei giovani tornati da Belgrado.

Il servizio del Quotidiano:

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Intanto peggiora la situazione in Serbia

In Serbia, dove prosegue una sensibile ripresa dei contagi da coronavirus, le autorità hanno deciso che a partire da martedì a Belgrado sarà obbligatorio indossare la mascherina protettiva non solo sui mezzi pubblici, ma anche in tutti i luoghi al chiuso.

La misura varrà per negozi, centri commerciali, caffè, ristoranti, locali notturni, uffici, banche, poste, ecc. E vengono ribaditi gli appelli al rispetto delle altre importanti misure di prevenzione e sicurezza – la distanza fisica di almeno un metro e il lavaggio frequente delle mani.

Con l’allentamento delle restrizioni nelle scorse settimane, la popolazione – a Belgrado come nel resto del Paese – ha in larga parte praticamente rimosso ogni cura e pensiero al contenimento del contagio. 

Al momento all’aperto non vi sono limiti, mentre al chiuso il massimo è di 500 persone. Ciò nelle ultime settimane ha fatto sì che molte migliaia di persone – senza alcun minimo rispetto di misure di prevenzione – abbiano assistito a eventi sportivi negli stadi, sia di calcio che di tennis, contribuendo probabilmente alla ripresa dei contagi.
 

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