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Pyeongchang, al via Olimpiadi del disgelo

Aperte le olimpiadi KEYSTONE/APA/APA/HELMUT FOHRINGER sda-ats

(Keystone-ATS) I cinque cerchi olimpici sono riusciti laddove finora la diplomazia aveva fallito.

Gli atleti delle due Coree sfilano insieme alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang e i loro leader in tribuna si stringono la mano, un gesto che già in passato e in altri contesti era bastato per passare alla storia.

Lo sport, ancora una volta, dà il suo contributo per la ripresa del dialogo fra due Paesi divisi a livello politico, ma di certo non nel modo in cui i loro atleti concepiscono lo spirito olimpico. La sfilata della Corea sotto un’unica bandiera è stato il momento di festa più grande in una serata in cui il leit motiv era ‘Peace in motion’, la pace in cammino: un segno del destino, o forse è meglio dire una speranza.

Lo show in sei atti, iniziato con il viaggio nel tempo di cinque bambini guidati da una tigre alla ricerca della pace, non distoglie l’attenzione da quello che succede nella tribuna autorità dell’Olympic Stadium. Una serata gelida e fuori dal comune cominciata con una nota forse stonata nel contesto, il vice presidente americano Mike Pence che rifiuta di sedersi allo stesso tavolo con il nemico, ma proseguita nel migliore dei modi almeno per il presidente del Cio, Thomas Bach, che temeva ben altri risvolti.

Nessuna protesta, se si esclude una contestazione contro il regime di Kim Jong-un che ha portato un momento di tensione con la polizia all’esterno dell’Olympic Stadium. All’interno, invece, la diplomazia olimpica segna un punto storico.

Il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, prende posto in tribuna d’onore e saluta con una stretta di mano Kim Yo-jong, la sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un. Impensabile poche settimane fa. Il passaggio degli atleti delle due Coree, accompagnato da un’ovazione del pubblico, fa calare il sipario sulla sfilata. In mezzo, però, c’è il solito folklore che arricchisce una cerimonia di apertura olimpica.

C’è Bermuda che sfila letteralmente in bermuda e il portabandiera di Tonga, Pita Tautatofua, che bissa il gesto di Rio sfilando a torso nudo.

La notte si chiude più presto rispetto alle solite cerimonie (e i coraggiosi rimasti in tribuna ringraziano) con l’ingresso della torcia olimpica.

L’ultimo passo verso il tripode affidato alle eleganti movenze di Yu Na Kim, campionessa olimpica di pattinaggio a Vancouver, anticipato dalle parole di Bach: “Un potente messaggio di pace al mondo”.

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