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L’iniziativa PPD “di fatto vieta il matrimonio per tutti”

Redazione Swissinfo

Respingendo l'iniziativa "Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate", si privilegia il rispetto dei diritti umani, afferma Alain Bovard. Secondo il giurista e lobbista di Amnesty International, il testo "esercita una forma di ricatto sui cittadini": per abolire una discriminazione, devono introdurne un'altra, ossia impedire il matrimonio agli omosessuali.

Lo dico subito: io voterò ‘no’ il 28 febbraio all’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate”. Non perché io sostenga la disparità di trattamento tra le coppie sposate e le altre, ma perché questa iniziativa, dietro a un motivo onorevole, cela, allo stesso modo di un cavallo di Troia, un obiettivo molto meno rispettabile: il divieto di fatto del matrimonio per tutti.

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Il testo dell’iniziativa, oltre a vietare la penalizzazione del matrimonio, dà infatti una definizione molto restrittiva di quest’ultimo: “la durevole convivenza, disciplinata dalla legge, di un uomo e di una donna”. Definizione che, se per caso l’iniziativa dovesse uscire vittoriosa dall’esame delle urne, figurerebbe nella nostra Costituzione e chiuderebbe per lustri la porta al matrimonio per tutti.

Sopprimendo una discriminazione, quella che prevale attualmente sul piano fiscale tra le coppie sposate e le altre, il testo dell’iniziativa ne introduce un’altra e impedisce l’accesso al matrimonio ai gay e alle lesbiche.

Contro corrente

Alain Bovard ha studiato giurisprudenza si è specializzato nei diritti umani. Oltre che giurista, è anche lobbysta della sezione svizzera di Amnesty International. twitter

Se la legislazione svizzera vigente non riconosce esplicitamente il diritto al matrimonio per le coppie omosessuali, la tendenza generale, almeno in Europa occidentale, è all’apertura; il matrimonio gay è riconosciuto in 14 paesi, dal Portogallo alla Finlandia, passando per l’Irlanda, pur essendo ritenuta molto conservatrice. Proprio in Irlanda è stato adottato – ed è stata una prima – da oltre il 60% dei votanti in un referendum popolare tenuto nel maggio 2015.

E poiché le buone notizie non arrivano mai da sole, la Corte suprema degli Stati Uniti nel mese di giugno ha emesso un verdetto senza appello che autorizza il matrimonio per tutti in tutti gli Stati del Paese. Secondo la maggioranza dei giudici, “nessuna unione è più profonda del matrimonio, poiché il matrimonio incarna i più elevati ideali dell’amore, la fedeltà, la devozione, il sacrificio e la famiglia. (…) Significherebbe non capire questi uomini e donne (omosessuali), dire che mancano di rispetto all’idea del matrimonio. Il loro argomento consiste nel dire proprio che lo rispettano. Lo rispettano così profondamente, che loro stessi cercano di realizzarsi attraverso di esso. Chiedono pari dignità agli occhi della legge. La Costituzione dà loro questo diritto”. Un buon esempio di apertura da parte di un’istanza che ha piuttosto la reputazione di essere conservatrice.

Ciò dimostra continuamente che le mentalità sono evolute e che si può affrontare la questione del matrimonio per tutti apertamente e senza grandi rischi di scioccare l’opinione pubblica. Voltando le spalle all’apertura, l’iniziativa del Partito popolare democratico (PPD) va contro corrente rispetto alle tendenze attuali, anche se fino ad oggi né il Tribunale federale [Corte suprema svizzera, Ndr.], né il parlamento hanno giudicato utile autorizzare le coppie omosessuali a sposarsi.

Un’alternativa all’esame del parlamento

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L’iniziativa per il matrimonio “elimina una discriminazione”

Questo contenuto è stato pubblicato al La famiglia rimane il fondamento della nostra società. Con l’abolizione degli svantaggi per il matrimonio, il Partito popolare democratico (PPD) vuole eliminare nel diritto fiscale un trattamento discriminatorio delle coppie sposate e in unione domestica registrata, che il Tribunale federale ha dichiarato anti-costituzionale già nel 1984. Già allora, il Tribunale federale ha stabilito che fiscalmente…

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Questo potrebbe presto cambiare, poiché è stata depositata un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno che chiede di aprire le varie forme di unione disciplinate dalla legge a tutte le coppie, indipendentemente dal sesso o dall’orientamento sessuale dei partner. In altre parole, questo testo non chiede soltanto il matrimonio per tutti, ma anche l’unione domestica registrata per tutti, ossia l’uguaglianza di trattamento perfetta.

Non posso che aderire a questo tipo di progetto che illustra il principio dell’universalità dei diritti umani, di cui fanno naturalmente parte il diritto al matrimonio e il diritto alla famiglia. Il parlamento non ha ancora trattato questa iniziativa, ma nutro buone speranze che vi riservi una buona accoglienza, nonostante le probabili reazioni negative degli ambienti conservatori.

Non cedere alle pressioni

Quanto all’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia”, non mi ispira assolutamente. Anzi, mi irrita persino, dal momento che esercita una forma di ricatto sui cittadini. Chi vuole, giustamente, far sparire l’anacronistica disparità di trattamento fiscale tra coppie sposate, non ha altra scelta che sbarrare la strada per molti anni al matrimonio per tutti.

Da parte mia, non cederò a queste pressioni e, anche se dovessero soffrirne circa 80’000 coppie sposate svantaggiate dalla legge attuale, io privilegerò il rispetto dei diritti umani e lascerò aperta la porta all’uguaglianza di ognuno di fronte al matrimonio, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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