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“La democrazia diretta è semplicemente irrealizzabile”

Redazione Swissinfo

La democrazia diretta pura non esiste in nessun paese al mondo: è semplicemente inapplicabile, sostiene il noto ricercatore e analista politico cinese Liu Yunning, sottolineando che nemmeno in Svizzera c'è una vera democrazia diretta.

Come tutti sappiamo, oggi persino la Grecia ha rinunciato alla democrazia diretta inventata proprio dai suoi antenati. In effetti la democrazia in stile ecclesia dell’antica Atene non si trova più in nessun posto al mondo.

La Svizzera, pur essendo lodata come modello di democrazia diretta nella società moderna, in realtà applica una democrazia indiretta. Tuttavia, il suo sistema politico lascia spazio ad elezioni dirette e votazioni popolari.

Perché la democrazia diretta non è fattibile nelle società moderne? Ci sono più ragioni. La democrazia diretta comporta costi e rischi elevati, può portare a conflitti ed essere emotiva.

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Siccome la democrazia diretta richiede spesso votazioni e assemblee a livello nazionale, i suoi costi economici, sociali e politici sono notevoli. In particolare può dar luogo ad una politicizzazione eccessiva della società, con il conseguente predominio della politica su tutto il resto.

La democrazia diretta è anzi un gioco a somma zero, uno strumento che aggrava i conflitti sociali, che divide una società tra maggioranze e minoranze, e le minoranze si vedono sopprimere posizioni, interessi e diritti. Pertanto, la democrazia diretta tende a provocare agitazione, intolleranza e ingiustizia.

Storia

Storicamente parlando, una volta messe in pratica, tali democrazie sono state o strangolate da aggressioni straniere e conflitti civili, o schiacciate per mano di un tiranno, oppure sgretolate quando sono diventate uno Stato vassallo di una superpotenza.

In un tale sistema di ecclesia, anche se ogni cittadino fosse Socrate, l’antica assemblea dei cittadini di Atene non costituirebbe più nient’altro che una squadra d’incompetenti.

Liu Junning, 54 anni, ricercatore e analista, fa parte della giovane generazione di politologi liberal-conservatori cinesi. È stato ricercatore ospite del Fairbank Center for Chinese Studies alla Harvard University. Autore di Republic, Democracy, Constitutionalism – A Study of Liberal Ideas, Conservatism, and Power Phenomenon, è stato uno dei firmatari della “Carta 08”, una lettera aperta nella quale si chiedevano a Pechino riforme giuridiche, democrazia e rispetto dei diritti umani. Ciò che gli è costato, nel 2009, l’incarico di ricercatore presso l’Istituto di cultura cinese, che fa parte dell’omonimo Ministero. Nel 2007 era già stato espulso dall’Accademia cinese di scienze sociali per avere divulgato idee liberali. youtube

La democrazia diretta manca di procedure, promuove una rigida uniformità. Frena la società, e provoca dispotismo.

Tale democrazia chiede a tutti i cittadini di avere un’opinione inequivocabile, o sì o no, che è abbastanza spesso estrema, su ogni questione. Ignora la complessità e l’ambiguità delle questioni. Quindi questo processo decisionale stimola spesso le persone a ricorrere alle emozioni primarie invece che al giudizio razionale.

Questo processo decisionale porta ad una rigida uniformità, ben nota alla popolazione cinese, senza tener conto del fatto che i cittadini spesso non hanno una posizione netta su molte questioni.

Risposte chiare

Elezioni e votazioni di frequente domandano risposte precise e una chiara definizione della questione in gioco. Ma non per tutte le questioni c’è una risposta cristallina.

La democrazia diretta impone partecipazione, richiede dedizione assoluta dei cittadini allo Stato. Di conseguenza, sotto mentite spoglie, priva gli individui del diritto di occuparsi degli affari personali.

La democrazia diretta non consente la distinzione tra pubblico e privato; i cittadini devono partecipare agli affari pubblici come individui. Quindi sfida gli interessi della società civile e delle istituzioni intermediarie, atomizza la società e chiede ai cittadini di confrontarsi direttamente con lo Stato.

A causa del suo processo decisionale diretto, esclude procedure e stadi intermedi, manca di un meccanismo di filtraggio dei messaggi e delle opinioni, e lascia così spazio a manipolazione ed “emozionalizzazione”.

A causa della mancanza di un meccanismo di correzione nella procedura di democrazia diretta, una volta che la volontà pubblica impulsiva avrà sopraffatto il benessere pubblico, finirà per scavarle la fossa.

Repubblicanesimo

La democrazia diretta contraddice il repubblicanesimo. In democrazia diretta, “popolo” è spesso un concetto di esclusività, ci sono sempre alcuni che rimangono fuori. Nell’antica Grecia, le donne e gli schiavi non erano inclusi.

La democrazia diretta promette autonomia per tutti i cittadini, ma è, in pratica, una regola della maggioranza. Perché dopo ogni votazione, c’è sempre una minoranza il cui parere è respinto.

Volontà e governo popolare non è uguale a volontà e governo di tutti: fintanto che è la volontà di una maggioranza, non può essere quella di tutti.

Fintanto che la decisione della maggioranza domina, c’è una minoranza la cui volontà è soppressa, c’è una minoranza che perde. Pertanto, la cosiddetta democrazia diretta non è il governo di un popolo, ma al massimo un governo della maggioranza.

Socrate

La democrazia diretta presuppone che tutto può e deve essere sottoposto a una decisione popolare. Tuttavia, la verità è che non tutto può o deve necessariamente essere deciso dal popolo.

L’ecclesia dell’antica Grecia dimostra che questo sistema non tollera singolarità, tanto che un filosofo come Socrate fu processato e giudicato colpevole di corrompere le menti dei giovani, e conseguentemente condannato a morte.

Anche se molti cittadini partecipavano alla legiferazione e all’ordinamento giudiziario, la distribuzione delle posizioni ufficiali era decisa per estrazione a sorte, invece che tramite votazione.

Le diverse capacità e competenze dei singoli individui erano cancellate. Ciò equivale a un egualitarismo politico e di potere, che non ha ottenuto risultati migliori rispetto all’egualitarismo economico.

Non pratica

La democrazia diretta non è pratica, il suo ostacolo principale è il problema delle dimensioni. È anche una questione legata alla struttura biologica umana, vale a dire che l’essere umano non è in grado di prestare completamente attenzione a più di un oratore alla volta.

Così, l’ordine del giorno di qualsiasi assemblea su grande scala dipende dagli organizzatori, che decidono i tempi, chi parla e regolamentano la riunione.

Più grande è l’assemblea, più privilegi detiene l’organizzatore, più deboli sono le voci dei partecipanti ordinari e più limitate sono le loro probabilità di svolgere un ruolo attivo nella politica. Una comunicazione e una discussione efficaci sarebbero ancora più difficili.

Se un organizzatore o degli organizzatori potenti fossero in grado di dominare l’esito, la democrazia diretta sarebbe morta.

Manipolazione

Anche se la democrazia diretta richiede il maggior numero possibile di partecipanti, più persone vi prendono parte, meno sono efficaci.

Inoltre è più facile manipolare una maggioranza che una minoranza. Quindi, la democrazia diretta diventerebbe spesso un “paradiso” di intriganti ambiziosi.

Il migliore modo di manipolare un organo decisionale sarebbe quello di aumentarne la scala. Un’assemblea di migliaia di persone potrebbe semplicemente essere un forum in cui l’organizzatore(i) presenta rapporti, ma non un parlamento in cui tutti dicono la loro.

La democrazia diretta in senso stretto esiste solo nell’immaginazione di un utopistico sognatore. Quella nell’antica Atene non era una democrazia diretta assoluta, poiché quelle assemblee non erano aperte a tutti i cittadini, e l’amministrazione era effettuata da rappresentanti tribali eletti.

Anche se copiassimo il modello ateniese, dividendo uno Stato in unità politiche più piccole, con 50mila persone ciascuna, e applicassimo la democrazia diretta in queste unità, il regime di Stato non sarebbe mai democratizzato direttamente.

Fintanto che ogni unità eleggerebbe alcune persone per formare il parlamento nazionale, sarebbe una democrazia rappresentativa indiretta, non una democrazia diretta. Pertanto, nelle società moderne, la democrazia diretta è semplicemente irrealizzabile!

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.

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