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Prospettiva sui Mondiali di ciclismo

In sella: Mauro Gianetti Keystone

Partono i Mondiali di ciclismo: Mauro Gianetti è pronto per l'appuntamento portoghese e si schernisce di non sapere quanti Campionati del Mondo si è lasciato alle spalle. Uno sguardo su percorso e concorrenti della prossima sfida con il ciclista ticinese.

Il trentasettenne ticinese del Team Coast – vice campione del mondo nel 1996 a Lugano – affronta la manifestazione iridata con i soliti “galloni” da regista della selezione svizzera. Si è ripreso dalla brutta influenza che gli ha fatto gettare la spugna a due passi dal traguardo della Vuelta.

“E’ vero che questa è una Nazionale priva di grandi nomi – dice il ticinese – perché non c’è gente come Camenzind, Dufaux, Zülle o Markus Zberg. Ho visto però, ad esempio, Alexandre Moos imporsi con autorità al Giro del Mendrisiotto e quindi sono fiducioso. La tattica? Bisognerà non subire la corsa: cercare di entrare nelle fughe e non rimanere sulla difensiva.

Penso che il “capitano” sarà Beat Zberg, capace di tornare alla vittoria di tappa alla Vuelta”. Quali i favoriti secondo Gianetti? “Difficile fare pronostici ma penso a Ullrich, che prepara pochi appuntamenti in maniera puntigliosa; gli italiani Casagrande, Rebellin, Simoni, Bartoli, Bettini; Tchmil che l’anno scorso in Francia ha perso la maglia iridata per un soffio. Eppoi non dimenticherei i portoghesi: quando corrono in casa sanno trasformarsi”.

Il percorso

Duecentocinquantaquattro i chilometri totali, 12 per ciascuno dei 21 giri in cui si divide il circuito disegnato dagli organizzatori alle porte della capitale del Portogallo, nel Parco del Monsanto. “La prima parte del percorso è difficile – spiega Gianetti -. Si tratta di 6 km caratterizzati da strappi impegnativi, uno in particolare, con una pendenza media del 10%, seguiti non da discese, ma da falsopiani, che rendono ancora più ardua la lettura tattica della corsa”.

“La seconda parte è invece pianeggiante e dunque molto veloce. Consentirà ai corridori di rilanciare l’azione per arrivare ai piedi delle prime asperità. Insomma credo che lungo i 21 giri assisteremo a parecchi cambi di ritmo. Il selezionatore Jean-Claude Leclerq ha le idee chiare: “Sarà indispensabile avere a disposizione corridori tutti in buona forma e capaci di sostenere al volo il compagno in difficoltà”.

Bisognerà dunque correre con la testa e rimanere sempre nelle posizioni di testa del gruppo, “perché – spiega ancora Leclerq- la strada non è molto larga”. Una parola, infine, anche sulla cronometro: “Il tracciato riprende in gran parte quello in linea, ed è molto impegnativo: presenta diversi strappi adatti ai passisti-scalatori piuttosto che agli specialisti della prova contro il tempo. Strappi anche del 10% per una lunghezza di 400-500 metri. Difficile dunque – conclude Leclerq – pensare a grandi velocità”.

Gli svizzeri

Ecco i 12 rossocrociati che saranno impegnati nella prova su strada, prevista nell’ultimo giorno dei Mondiali, domenica 14 ottobre: Niki Aebersold; Pierre Bourquenoud; Martin Elmiger; Mauro Gianetti; Christian Heule; Fanian Jeker; Alexandre Moos; Steve Zampieri; Beat Zberg; Lukas Zumsteg; Daniel Scnhider;Felice Puttini.

Cronometro (11.10): Fabian Cancellara; Jean Nüttli (riserva Rubens Bertogliati)

Filippo Frizzi, Lisbona

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