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Ritornare gradualmente alla normalità per contenere i danni all’economia

Il cartello stradale Stop proprio davanti a un cantiere fermo in Ticino.
Dopo il 19 di aprile per l'UDC è necessaria una nuova strategia per evitare fallimenti a catena e disoccupazione di massa. Keystone / Davide Agosta

Isolamento delle persone a rischio, obbligo della mascherina protettiva e severi controlli alla frontiera: è la strategia che propone l'Unione democratica di centro (UDC) al Governo federale dopo che scadranno le misure restrittive in vigore fino al 19 aprile.

In un documento strategico adottato martedì dal gruppo parlamentare democentrista si riconosce che i provvedimenti dell’esecutivo adottati mediante diritto d’urgenza proteggono la popolazione. Dopo il 19 di aprile, però, è necessaria una nuova strategia per evitare fallimenti a catena e disoccupazione di massa.

Come fare?

L’UDC (destra conservatrice) propone quindi di isolare i gruppi a rischio finché l’epidemia sarà sotto controllo e di mantenere rigidi controlli ai confini, respingendo le persone provenienti da zone a rischio a meno che non possano provare di non essere infette.

Oltre a ciò, l’UDC chiede l’obbligo della mascherina di protezione in tutto in luoghi dove si verifica un contatto tra individui. In questo modo, le persone non a rischio potranno recarsi al lavoro. A tale riguardo, l’esecutivo deve attivarsi immediatamente per colmare le lacune in fatto di mascherine, indumenti di protezione, test e respiratori. A questo compito, secondo l’UDC, va data la massima priorità.

Mascherine obbligatorie

Secondo l’UDC, contrariamente a quanto sostenuto finora dalle autorità, le mascherine sono un complemento utile per evitare la propagazione della malattia e il loro uso andrebbe reso obbligatorio. Ecco perché la Confederazione dovrebbe procurarsi un numero tale di mascherine da rifornire l’intera popolazione. La Svizzera dovrebbe insomma seguire l’esempio austriaco.

Ogni mese si perdono 15 miliardi di franchi

Per quanto riguarda l’economia, secondo l’UDC – che cita la Banca nazionale svizzera – l’economia elvetica perde ogni mese 15 miliardi di franchi a causa delle misure restrittive decise dal governo. L’effetto del pacchetto da 42 miliardi di franchi per mitigare la situazione sarà esaurito entro due mesi.

Ecco perché, adottate le precauzione del caso, le persone sane dovrebbero tornare al più presto a lavorare e quelle a rischio isolate. Questo è il prezzo che bisogna pagare per far funzionare di nuovo l’economia e la società.

Il divieto di lavorare andrebbe quindi revocato per le attività che non possono essere svolte a domicilio. Ristoranti e negozi dovrebbero riaprire rispettando le misure igieniche e vietando l’ingresso alle persone a rischio, ha detto dal canto suo l’ex consigliere federale Christoph Blocher. I bisogni particolari delle regioni e dei cantoni di frontiera andrebbero anche tenuti in considerazione.

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