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Cosa è consentito nelle campagne elettorali in Svizzera

Zwei Personen auf einem Pferd
Con il film "Rocambolesco" Fiona Prieur e Marco Labagnara vogliono invitare i giovani a votare. Uno scenario da Far West che corrisponde un po' all'assenza di regole nelle campagne elettorali svizzere. CinéCivic

Mentre in Giappone le campagne elettorali sono regolamentate burocraticamente, in Svizzera quasi tutto è permesso. La libertà di espressione è considerata prioritaria.

Il prossimo 20 ottobre sono in programma elezioni parlamentari in Svizzera. I partiti si apprestano ad affilare i loro coltelli.

Per le campagne elettorali vigono solo poche regole. Nella maggior parte dei casi, la regolamentazione della propaganda politica è di competenza dei Cantoni e dei Comuni.

Mancano regole chiare soprattutto nel campo relativamente nuovo delle campagne digitali. Ma anche il finanziamento delle campagne elettorali rimane un segreto.

Regole chiare in Giappone

La situazione è diversa in Giappone, dove a luglio si tengono le elezioni della Camera alta: la campagna elettorale è regolata in modo burocratico fino all’ultimo dettaglio.

Nel paese asiatico sono vietate, ad esempio, le visite a domicilio, mentre in Svizzera i rappresentanti dei partiti possono andare di porta in porta per motivare gli elettori a votare per il loro partito. Anche la forma e le dimensioni dei manifesti di propaganda sono prescritti dallo Stato nipponico. Vi sono regolarmente molte condanne per violazione di queste regole nelle campagne elettorali.

Inoltre, in Giappone il periodo della campagna elettorale è molto breve: la fase “calda” prende inizio solo due settimane prima delle elezioni.

“Laisser-faire” in Svizzera

In Svizzera, negli ultimi 10 giorni prima di votazioni o elezioni non vengono più pubblicati risultati di sondaggi d’opinione. Una prassi che non è però prevista dalla legge: è stata concordata dalle stesse imprese mediatiche.

Neppure la diffusione di “fake news” prima di votazioni o elezioni è di per sé vietata. Solo coloro che diffondono deliberatamente informazioni false su un candidato o che rilasciano dichiarazioni di stampo razzista sono perseguibili per legge.

Manifesti provocatori autorizzati

Da alcuni anni si moltiplicano in Svizzera manifesti di propaganda considerati da molti di pessimo gusto, ma che non oltrepassano il confine dell’illegalità. Ha suscitato non poche polemiche, ad esempio, un cartellone dell’Unione democratica di centro, in cui erano raffigurate pecore bianche che espellono una pecora nera dalla Svizzera.

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Manifesto a carattere razzista o solo di pessimo gusto? Questo cartellone è stato impiegato dall’UDC per promuovere la sua iniziativa sull’espulsione di stranieri criminali. Lukas Lehmann/Keystone

Chiamato a pronunciarsi su un manifesto di questo stesso partito, che mostrava il posteriore di musulmani raccolti in preghiera dinnanzi a Palazzo federale, il Tribunale federale ha deciso nel 2009 che la libertà di espressione prevaleva sulla norma penale antirazzista. Giustificazione: nel contesto di una campagna elettorale o di controversie politiche, deve rimanere possibile un confronto aperto anche su temi delicati.

Regole per votazioni ed elezioni

La pubblicità politica è vietata alla radio e alla televisione, mentre è autorizzata per altri mezzi d’informazione.

In alcuni cantoni, il materiale di propaganda può essere inviato nella stessa busta in cui si trovano i documenti elettorali. Altri cantoni non regolamentano nulla in quest’ambito.

Manifesti e altri strumenti di propaganda sono consentiti nelle strade, ma soggetti ad autorizzazione. La propaganda politica è vietata sulle autostrade.

Un’autorizzazione è spesso necessaria per gli stand di propaganda e le manifestazioni.

Fonte: ch.chCollegamento esterno


Traduzione di Armando Mombelli

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