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Promiscuità balneare e morale pubblica

Sulle rive del Lemano, 1914: uomini e bambini sono nudi o in calzoncini, le donne si coprono bene. none

Piscine e stabilimenti balneari accessibili simultaneamente ai bagnanti d'ambo i sessi ci sembrano una cosa ovvia.

Negli anni ’30 e ’40 del XX secolo, tale promiscuità era ritenuta da molti contraria alla moralità e al pudore.

I pastori protestanti basilesi tentarono di contrastare negli anni trenta i corsi di nuoto misti per scolari. Ma le polemiche più accese si ebbero nella cattolica Friborgo, dove la questione dei bagni misti finì nel 1945 davanti al Tribunale federale.

La piscina della Motta a Friborgo fu dapprima aperta a uomini e donne ad orari alternati. Nel corso degli anni trenta, si cominciò tuttavia a tollerare la presenza simultanea di persone d’ambo i sessi durante la pausa di mezzogiorno e la sera dopo le ore 17.

Nell’estate del 1944, su pressione del clero friborghese, il municipio impose ai gerenti di vietare l’accesso simultaneo a persone dei due sessi. La società che gestiva la piscina ricorse contro tale misura al governo cantonale, il quale confermò il divieto: l’esiguità degli spazi e la forte affluenza durante le calde giornate estive, costituivano un pericolo per la morale pubblica.

Ricorso in tribunale

I responsabili della piscina si rivolsero allora al Tribunale federale, invocando la libertà di commercio contro un provvedimento dai connotati oscurantisti: poiché la «promiscuità» balneare era tollerata lungo il fiume Sarina e sulle rive friborghesi dei laghi di Morat e Neuchâtel, il divieto imposto alla piscina della città era una flagrante discriminazione.

Punto di vista accolto dalla Corte federale: i bagni misti non possono essere considerati un’offesa alla morale pubblica.

L’Indépendant, foglio liberale friborghese, commentò compiaciuto la sconfessione inflitta al bigottismo delle autorità locali: “L’opinione esente da pregiudizi d’altri tempi approverà una decisione talmente ovvia; per fortuna, ciò mette il punto finale a polemiche che sono durate anche troppo, a controversie irritanti e a stupide vessazioni”.

swissinfo, Marco Marcacci

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