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Cinque proposte per combattere la violenza sulle donne

Ogni due settimane una donna viene uccisa dal suo compagno o ex partner e le aggressioni, soprattutto tra le mura domestiche, continuano ad essere numerose anche in Svizzera. Per questo motivo i socialisti hanno presentato un pacchetto di misure atte a prevenire le violenze e difendere meglio le vittime.

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In particolare, sono cinque gli ambiti su cui il PS intende agire: un’ampia campagna di prevenzione denominata “No, è No”, una rete per consulenze e terapie, maggiori posti di accoglienza per le donne maltrattate, un osservatorio indipendente per monitorare la situazione e provvedimenti per migliorare l’uguaglianza di genere.

La presa di posizione cade a pochi giorni dai gravi fatti di Ginevra dove, la mattina dello scorso 8 agosto, cinque donne tra i 22 e i 33 anni sono state pestate in strada, nei pressi di una discoteca, da un gruppo di uomini (la più grave delle quali è uscita dal coma proprio oggi).

In proposito la deputata in Consiglio nazionale sangallese Barbara Gysi ha rimproverato il Consiglio federale e il Parlamento di “guardare dall’altra” parte nonostante le ripetute denunce del suo partito. Nello specifico il Consiglio federale non ha ritenuto utile istituire un osservatorio indipendente per monitorare il fenomeno della violenza di genere e si è mostrato inerte nella lotta contro le molestie quotidiane, che non hanno risparmiato neppure le aule parlamentari.

Da parte sua la vicepresidente del PS, la deputata ticinese Marina Carobbio, ha accusato esplicitamente l’UDC (destra), partito che a suo avviso ha ostacolato l’adozione di misure concrete e l’adesione di Berna alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.

“La violenza contro le donne è un fenomeno ancestrale che resta purtroppo una realtà quotidiana in Svizzera nel 2018”, ha infine dichiarato Martine Docourt, vicepresidente delle donne socialiste svizzere.

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