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Caso Behring: sogni di ricchezza finiti in un fallimento

La procedura d'inchiesta contro il guru della finanza Dieter Behring è durata oltre un decennio. Keystone

Il Tribunale penale federale si occupa da lunedì di uno dei più grandi scandali finanziari degli ultimi anni in Svizzera. Oltre 2000 persone avrebbero perso complessivamente 800 milioni di franchi in seguito alle attività fraudolente del finanziere Dieter Behring, che dovrà rispondere delle accuse di truffa per mestiere e riciclaggio di denaro qualificato. L’imputato nega gli addebiti. 

Molti investitori sognano di guadagnare rapidamente montagne di soldi. E, spesso, sono attirati da finanzieri che promettono loro di esaudire i loro sogni. È il caso del finanziere Dieter Behring che, alla fine degli anni ’90, si vantava di aver decifrato il “codice genetico” dei mercati finanziari. 

A quei tempi, Behring veniva visto da molti come un guru della borsa, in grado di fare ciò che riesce solo a pochi: ottenere redditi annuali a due cifre piazzando dei capitali sui mercati finanziari. Migliaia di clienti hanno riposto la loro fiducia nel finanziere basilese. Ma nel 2004 il sistema Behring è però crollato di colpo. 

Processo Behring 

ll Ministero pubblico della Confederazione ha promosso l’accusa nei confronti di Dieter Behring davanti al Tribunale penale federale a Bellinzona per titolo di truffa per mestiere ai sensi dell’articolo 146 commi 1 e 2 e riciclaggio di denaro qualificato ai sensi dell’articolo 305bis commi 1 e 2 del Codice penale. 

Quale pena rischia il finanziere? Lo stesso Behring ha dichiarato in un’intervista di prevedere che il Ministero pubblico chiederà una condanna a 10 anni di prigione. Un’ipotesi che non appare sbagliata. 

L’articolo 146 del Codice penale prevede che “chiunque, per procacciare a sé o ad altri un indebito profitto, inganna con astuzia una persona”, danneggiando il suo patrimonio, è punito con una pena detentiva sino a cinque anni o con una pena pecuniaria. In caso di truffa per mestiere la pena massima può raggiungere 10 anni. 

Per i reati di riciclaggio di denaro è prevista una pena detentiva fino a 5 anni o una pena pecuniaria. Il tribunale deve comunque valutare se esistono le premesse per una condanna e eventuali circostanze attenuanti, tra cui la durata della procedura. 

Da notare che la procedura si è dilungata anche in seguito ai numerosi ricorsi inoltrati dallo stesso Behring. Problemi sono sorti anche con i rappresentanti legali della difesa. Il Ministero pubblico ha revocato il mandato di due avvocati d’ufficio. Behring sarà difeso durante il processo dall’avvocato d’ufficio Roger Lerf di Belp (canton Berna). 

Sul caso Behring è già stato pubblicato oltre 10 anni fa un libro: “Der Börsenguru. Aufstieg und Fall des Dieter Behring” di Peter Zihlmann, editore Orell-Füssli-Verlag, Zurigo 2005. 

In base all’atto di accusa, trasmesso dal Ministero pubblico della Confederazione al Tribunale penale federale di Bellinzona, il 61enne finanziere è chiamato a rispondere dei reati di truffa per mestiere e riciclaggio di denaro qualificato per investimenti fraudolenti compiuti ai danni di 2000 investitori. 

Lunga procedura d’inchiesta 

Sospettato di truffa, Behring era stato arrestato nel 2004 e posto in detenzione preventiva per sei mesi. È stato scarcerato grazie al pagamento di una cauzione, ma gli è stato sequestrato il passaporto. Questo complesso caso ha poi richiesto una lunghissima procedura d’inchiesta, durata ben 11 anni. 

Il Ministero pubblico della Confederazione si è così ritrovato sotto pressione, dato che per alcuni reati è previsto un termine di prescrizione di 15 anni. Molti clienti di Behring hanno manifestato la loro disperazione: alcuni hanno perso tutti, altri buona parte del loro patrimonio. 

L’atto di accusa, di 84 pagine, descrive minuziosamente il sistema Behring. Il finanziere basilese prometteva di realizzare redditi elevati grazie ad un programma elettronico “superiore al mercato”.

Costruzione virtuale 

In realtà avrebbe impiegato i soldi depositati dai suoi clienti per coprire i buchi finanziari prodotti dal suo sistema. Una sorta di sistema piramidale “non controllato, arbitrario e contrario al dovere”, come è stato definito da Tobias Kauer, il ministero pubblico della Confederazione che conduce il caso. Ai suoi occhi, il sistema Behring era una “costruzione virtuale” che si basava sul trasferimento di denaro: i primi clienti vengono remunerati con i soldi di altri investitori, i quali per finire perdono i loro averi.

Tra il 1998 e il 2004, circa 2000 persone hanno così perso i loro risparmi, per un importo complessivo di 800 milioni di franchi. Da parte sua, Behring avrebbe incassato milioni di franchi. Si attribuiva un reddito netto di 328’000 franchi nel 2001 fino a 627’000 franchi nel 2003. 

Per attirare nuovi investitori, Behring si era recato spesso anche all’estero, presentando il suo sistema in alberghi di lusso a Buenos Aires, Miami, Londra e Santo Domingo. Durante le sue presentazioni si serviva spesso del logo svizzero e di rappresentazioni fotografiche della Svizzera per dimostrare l’affidabilità della sua società. 

Orologi di lusso e vini costosi 

Il finanziere amava condurre una vita lussuosa. Per la sua società QED Consulting AG, appartenente al gruppo Moore Park, Behring aveva comperato un immobile di 30 milioni di franchi a Basilea. E amava anche gli orologi di lusso e i gioielli, come risulta dall’atto di accusa relativo ai reati di riciclaggio di denaro. 

In quel periodo, per soddisfare il suo piacere di vivere, Behring avrebbe speso 5,3 milioni di franchi per gioielli e 170’328 franchi per bottiglie di vino. Secondo la procura, questi acquisti rientrano chiaramente nel riciclaggio qualificato di denaro, dato che il finanziere sapeva che i soldi impiegati derivavano da attività fraudolente. 

L’imputato nega 

Behring, che vive attualmente in un villaggio del canton Argovia, nega categoricamente le accuse sollevate dal ministero pubblico. A suo avviso, il fallimento del sistema finanziario sarebbe dovuto a degli intermediari. Assieme a sua moglie Ruth, il finanziere deplora sul suo sito internet (www.venceremos.chCollegamento esterno) “le grandi perdite subite dalle persone danneggiate dal gruppo Moore-Park, ma anche noi abbiamo perso tutto quanto avevamo costruito negli ultimi decenni”. 

“Nonostante i rimproveri e i pregiudizi dei media – e purtroppo anche delle autorità d’inchiesta – abbiamo la coscienza pulita e faremo di tutto per fare luce su questa catastrofe complessa e oscura”, prosegue la dichiarazione della coppia Behring pubblicata online. 

Il processo dovrebbe durare, con alcune interruzioni, fino al 1° luglio 2016. La sentenza è invece prevista per il 30 settembre. La corte sarà formata da tre giudici, sotto la direzione di Daniel Kipfer, presidente del Tribunale penale federale. 

Traduzione di Armando Mombelli

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