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Bande di motociclisti sotto processo a Berna

Dei Bandidos davanti al tribunale sotto l occhio vigile della polizia.
Dei Bandidos davanti al tribunale sotto l'occhio vigile della polizia. © Keystone / Stringer

Al via oggi, tra imponenti misure di sicurezza, il processo contro 22 persone, membri di bande rivali di motociclisti. Gli imputati devono rispondere di rissa e due di loro di tentato omicidio, eventualmente di lesioni gravi. Il processo dovrebbe durare un mese.

Già prima dell’inizio dell’udienza è stato dispiegato un importante dispositivo di sicurezza in particolare con cani per evitare qualsiasi tipo di incidente. E puntualmente in mattinata circa 200 motociclisti – in settori separati e transennati – erano presenti davanti all’edificio del tribunale per sostenere gli imputati. Imponente anche il dispiegamento delle forze di polizia, per prevenire possibili incidenti. Dopo l’inizio del dibattimento, gli Hells Angels hanno aggirato l’edificio per attaccare i loro rivali. Gli agenti hanno dovuto mettersi in mezzo, usando gas lacrimogeni e proiettili di gomma. 

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I fatti

Secondo la ricostruzione del Ministero pubblico del cantone di Berna, la violenta rissa tra i motociclisti è scoppiata perché il gruppo dei Bandidos, fino ad allora non rappresentato ufficialmente in Svizzera, voleva aprire un club a Belp, il primo in Svizzera. Il progetto non è piaciuto agli altri due club di motociclisti – gli Hells Angels e i Broncos – per i quali la prevista apertura del locale rappresentava una provocazione.

Gli Hells Angels e i Broncos hanno quindi deciso di effettuare un “tentativo di intimidazione senza preavviso” quando i Bandidos erano riuniti nel villaggio alla periferia di Berna per una festa di compleanno un sabato sera del maggio del 2019. Tuttavia i Bandidos sono venuti a conoscenza dei piani delle bande rivali e si sono armati.

Secondo l’accusa, tutti i protagonisti erano consapevoli che la situazione sarebbe degenerata e sfociata in atti di violenza. Il Ministero pubblico ritiene che le bande rivali avessero desiderato questo scontro anche per marcare il loro territorio.

La polizia cantonale bernese, durante l’intervento per ristabilire l’ordine, ha sequestrato un vero e proprio arsenale: un fucile d’assalto, un fucile ad aria compressa, una mezza dozzina di pistole, più di una ventina di coltelli, dei machete e pugnali, taser, spray al peperoncino, tirapugni e mazze da baseball.

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Il Tribunale regionale di Berna-Mittelland emetterà il suo verdetto il 30 giugno.


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