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Pro e contro l’assicurazione maternità

Il progetto di assicurazione maternità in votazione è frutto di un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale radicale Pierre Triponez.

Con lui discute Jasmin Hutter, giovane consigliera nazionale dell’UDC, fiera avversaria della proposta.

swissinfo: Pierre Triponez, perché il popolo svizzero dovrebbe sostenere la sua proposta?

Pierre Triponez: Perché si tratta di una soluzione semplice, a basso costo, che comporta dei vantaggi soprattutto per le piccole e medie aziende. Non va dimenticato che già oggi esiste un obbligo di versamento del salario in caso di maternità, a carico dei soli datori di lavoro. Al minimo si tratta di tre settimane di stipendio, ma l’indennità cresce con gli anni di servizio. È un carico pesante per le piccole e medie aziende. E non si capisce perché l’obbligo del datore di lavoro non debba essere sostituito con un finanziamento paritetico. La proposta ha trovato un ampio sostegno in parlamento.

swissinfo: Jasmine Hutter, perché lei suggerisce di votare di no?

Jasmine Hutter: Una piccola premessa. In linea di principio sono contraria al fatto che le questioni legate alla maternità rientrino nella competenza dello stato. Fare figli deve rimanere un fatto privato. Un altro motivo per la mia opposizione è che il popolo svizzero ha già respinto per tre volte progetti di assicurazione maternità. Inoltre non possiamo gonfiare ulteriormente il nostro stato sociale. Abbiamo problemi finanziari enormi nell’Assicurazione vecchiaia superstiti e soprattutto nell’Assicurazione invalidità. Non possiamo creare altre fonti di spesa nel settore sociale.

swissinfo: Pierre Triponez non è però d’accordo…

P.T.: Innanzitutto, non si tratta di un ampliamento dello stato sociale. Non ci sarà una nuova assicurazione sociale. L’attuale obbligo unilaterale di pagamento da parte del datore di lavoro verrà sostituito da un finanziamento paritario. Si ricorrerà al fondo di indennità per la perdita di guadagno. Le donne – al pari degli uomini – da decenni pagano i loro contributi per questo fondo. Ma finora, non svolgendo servizio militare, non ne approfittavano. E infine: anche per dare il diritto di voto alle donne ci sono voluti sei tentativi. E non credo che la signora Hutter non apprezzi la possibilità di votare.

swissinfo: Che ne pensa, signora Hutter?

J.H.: Su quest’ultimo punto do ragione al signor Triponez, naturalmente sono contenta di poter partecipare alla vita politica del paese… Ma a proposito del finanziamento dell’assicurazione maternità: è vero, si ricorre al fondo d’indennità per la perdita di guadagno. A prima vista si tratta di una buona soluzione. Ma l’assicurazione costa circa 483 milioni di franchi l’anno. Le attuali riserve basteranno per cinque anni, e poi? Dovremo aumentare le ritenute sui salari oppure si finirà per ricorrere nuovamente ad un aumento dell’IVA.

swissinfo: Un progetto troppo caro dunque, Pierre Triponez?

P.T.: È vero che l’assicurazione ha i suoi costi. La cifra di 483 milioni è corretta. Ma l’economia non dovrà più pagare i 380 milioni attuali per l’assicurazione maternità. L’articolo del Codice delle obbligazioni che regola l’obbligo di pagamento unilaterale da parte dei datori di lavoro sarà abrogato. Il carico finanziario sarà ripartito in modo paritario su lavoratori e datori di lavoro. Il modello proposto costa 100 milioni in più, ma rimane una soluzione molto economica. D’altro canto non è vero che si ricorrerà all’IVA. È previsto un finanziamento attraverso le quote del fondo IPG. Fino a cinque anni fa questa quota ammontava allo 0,5%, poi l’abbiamo ridotta allo 0,3%. Nei prossimi anni dovremmo ritornare allo 0,5%. Si tratta di un aumento veramente minimo.

swissinfo: Jasmine Hutter non si lascia però convincere…

J.H.: Ma mi può garantire – io oggi ho 26 anni e in futuro spero di avere dei bambini – che questa assicurazione maternità sarà finanziabile a lungo termine, senza dover ricorrere all’aumento dell’IVA?

P.T.: Glielo posso garantire. I calcoli sono stati fatti. Sappiamo che nel 2008 e di nuovo nel 2012 dovremmo aumentare le trattenute IPG dello 0,1%. Poi il finanziamento sarà assicurato. Ci sono solo due avvenimenti che potrebbero causare delle difficoltà finanziarie: un improvviso aumento della durata del servizio militare o un’esplosione dei tassi di natalità.

swissinfo: Jasmine Hutter?

J.H.: Come ho già detto all’inizio, per me non è corretto che lo stato si assuma il compito di finanziare la maternità. Nelle prime 14 settimane dopo la nascita, in ogni caso, i bambini costano poco. Inoltre mi da fastidio il fatto che solo le madri lavoratrici ne approfittino. Che ne è delle donne che si assumono una responsabilità maggiore e rimangono a casa per crescere i loro figli, permettendo oltretutto alla società di risparmiare costi per accudire ed educare i bambini?

swissinfo: Pierre Triponez, non è scorretto escludere le casalinghe?

Userò gli argomenti che la signora Hutter ha usato finora e che hanno condotto al triplice no popolare all’assicurazione maternità. Non mi può accusare di non rispettare la volontà popolare. Un’indennità alle madri non lavoratrici è stata chiaramente respinta dal popolo, con l’argomentazione che la maternità è una questione privata e che lo stato non deve intervenire.

swissinfo, Andrea Tognina

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