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Prigioni della CIA: nuovo atto di accusa di Dick Marty

Dick Marty afferma di disporre ora di certezze sulle attività clandestine della CIA Keystone

In un nuovo rapporto, presentato in qualità di relatore speciale del Consiglio d'Europa, il senatore svizzero accusa la Polonia e la Romania di aver ospitato campi di detenzione clandestini della CIA.

Dick Marty denuncia inoltre la Germania e l’Italia, affermando che avrebbero tentato di ostacolare le indagini. I paesi criticati respingono categoricamente le accuse.

Un anno dopo aver presentato il suo primo rapporto sui presunti centri di detenzione clandestini della CIA in Europa, il senatore svizzero ritorna alla carica, dichiarando di disporre ora di prove schiaccianti.

Nel suo secondo atto di accusa, pubblicato venerdì a Parigi, Dick Marty, afferma che, tra il 2002 e il 2005, la Polonia e la Romania hanno consapevolmente tollerato sul loro territorio prigioni segrete destinate ad accogliere presunti terroristi. Gli stessi presidenti dei due paesi sarebbero stati a conoscenza dell’esistenza dei campi di detenzione.

“Quelle che erano finora delle supposizioni sono diventare ora delle certezze”, sottolinea l’ex-procuratore pubblico ticinese nel suo secondo rapporto, che verrà sottoposto il prossimo 27 giugno all’assemblea plenaria del Consiglio d’Europa a Strasburgo.

L’esistenza di questi centri di detenzione nei due paesi era segnalata anche nel primo rapporto di Dick Marty del 7 giugno 2006 ed in quello presentato poche settimane dopo dal relatore l’italiano Claudio Fava al Parlamento europeo. In entrambi non venivano però avanzate prove concrete.

Accordo segreto

Dopo gli attentati dell’11 settembre, gli Stati Uniti hanno sottoscritto un accordo con la Nato per permettere alla CIA di agire indisturbata in Europa, sostiene ancora Dick Marty nel suo nuovo rapporto, che non tocca questa volta la Svizzera.

L’accordo, che risale al 4 ottobre 2001, servirebbe da piattaforma per intese segrete tra gli Stati Uniti e vari membri dell’Alleanza atlantica. Sulla base di questa collaborazione, i servizi segreti americani sarebbero stati autorizzati ad arrestare presunti terroristi in Europa e a sorvolare lo spazio aereo europeo nell’ambito di operazioni destinate a lottare contro il terrorismo.

Uno di questi voli, effettuato il 7 marzo 2003, sarebbe servito a trasportare il presunto “cervello” degli attentati dell’11 settembre 2001, Khaled Cheikh Mohammed, da Kabul verso Szymany nei pressi di Varsavia. Nel suo rapporto Dick Marty dichiara di aver identificato altri 7 detenuti di “grande importanza”, che sarebbero stati imprigionati in Polonia tra il 2003 e il 2005.

Critiche a Germania e Italia

Il senatore del Partito liberale radicale critica diversi membri del Consiglio d’Europa, tra cui la Germania e l’Italia, affermando che avrebbero ostacolato le inchieste sulle attività clandestine della CIA, in nome della “ragione di Stato”. Dick Marty menziona in proposito il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar nel 2003 a Milano e del tedesco Khaled el-Masri nel 2004 in Macedonia.

“Come è possibile spiegare il silenzio assordante dei governi di Berlusconi e di Prodi in relazione al rapimento di Abu Omar?”, si chiede il parlamentare svizzero nel suo rapporto.

Dick Marty afferma inoltre di “di avere mostrato che la CIA ha commesso una serie di azioni illegali in Europa, sequestrando individui, detenendoli in luoghi segreti e sottoponendoli a tecniche di interrogatorio molto vicine alla tortura”.

“Centinaia di persone sono state rapite, torturate e detenute illegalmente, alcune di loro per anni per poi essere rilasciate senza una parola di scuse e un indennizzo. Lo trovo indecente e intollerabile per una società libera e democratica”.

Critiche e sostegni

La Polonia e la Romania hanno immediatamente respinto le accuse di Marty, dichiarando che il rapporto non contiene nessuna prova. Una smentita categorica su un eventuale accordo segreto con gli Stati uniti è giunto inoltre dalla Nato.

Da parte sua, rifiutandosi di commentare il rapporto, l’amministrazione americana si è detta convinta che i paesi europei continueranno anche in futuro a cooperare con gli Stati uniti nella lotta al terrorismo.

La Commissione europea si è detta “molto preoccupata” dai contenuti del rapporto, sottolineando la necessità che gli stati conducano inchieste “approfondite, indipendenti e imparziali per stabilire la verità”.

Parole di sostegno al rapporto Marty sono venute anche dall’europarlamentare Claudio Fava: “Le carceri segrete della CIA in Europa sono esistite, sono esistiti accordi segreti e vi è stata una scellerata complicità tra i servizi segreti americani e quelli europei”.

swissinfo e agenzie

Dick Marty nasce a Sorengo nel 1945.
Dottore in legge, tra il 1975 e il 1989 lavora come sostituto procuratore e procuratore del canton Ticino.
1989-1995: membro del governo ticinese; rappresenta il Partito liberale radicale.
Dal 1995: membro della camera alta del parlamento elvetico.
Dal 1999: membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, di cui presiede da due anni la Commissione degli affari giuridici e dei diritti umani.

Novembre 2005: l’Ong Human Rights Watch denuncia rapimenti illegali di presunti terroristi in Europa da parte della CIA e la loro detenzione in carceri segrete in alcuni paesi europei.

Pochi giorni dopo, il Consiglio d’Europa affida a Dick Marty il compito di elaborare un rapporto su questa vicenda.

Marty presenta il suo primo rapporto il 7 giugno del 2006: 14 paesi europei sono accusati di aver aiutato i servizi segreti americani in attività illegali. Il rapporto non risparmia critiche alla Svizzera, che non ha impedito l’uso del suo spazio aereo per il trasporto di persone rapite.

Ad inizio giugno del 2007 Dick Marty presenta a Parigi il suo secondo rapporto sulle prigioni segrete. Il documento sarà dibattuto il 27 giugno a Strasburgo nel corso dell’assemblea plenaria del Consiglio d’Europa.

100 parlamentari svizzeri hanno firmato un appello di Amnesty International (AI) che chiede a Washington di chiudere la prigione di Guantanamo.

Il testo – redatto dopo il suicidio di tre detenuti – è stato firmato da tutti i rappresentanti dei Verdi, dalla quasi totalità dei socialisti, ma da nessun parlamentare della destra nazionalconservatrice (UDC).

Un recente rapporto di AI indica che quasi l’80% dei prigionieri è ancora in isolamento.

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