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Presidenziali USA, in gioco anche il futuro energetico

Secondo Trump il riscaldamento globale è un'invenzione, per Clinton una minaccia concreta; 2 americani su 3 si dicono preoccupati

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Fra i temi che dividono i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti ci sono anche quelli ambientali: secondo Trump, il riscaldamento globale è un’invenzione della Cina per danneggiare l’economia statunitense, per la Clinton si tratta invece di una minaccia concreta che va combattuta puntando -come ha fatto Barack Obama- sulle energie rinnovabili.

In gioco l’8 novembre, dunque, c’è anche il futuro energetico dell’America. Due americani su tre, intanto, si dicono preoccupati per i cambiamenti climatici.

Con l’ultimo reportage della nostra serie di avvicinamento alle presidenziali USA andiamo in Nevada, dove si sta consumando una singolare battaglia: quella che oppone da una parte la lobby delle energie fossili e dall’altra i cittadini che hanno deciso di investire sul solare domestico.

Nello Stato sono 32 mila le abitazioni che hanno scelto il solare domestico. È uno stato baciato dal sole, il Nevada. Che per due volte ha votato per Barack Obama. Ma l’anno scorso gli incentivi sono stati eliminati, e chi ha firmato contratti a lungo termine dovrà presto a pagare bollette energetiche del 40% più salate. Perché?

Il lascito di Obama e il boom del gas naturale

La battaglia contro i cambiamenti climatici, culminata con lo storico accordo raggiunto a Parigi nel 2015, è una delle eredità di Obama per colui o colei che approderà alla Casa Bianca.

Una battaglia che cade in un momento di grandi mutamenti energetici per gli Stati Uniti, con la scoperta di enormi giacimenti di gas naturale che stanno soppiantando l’uso del carbone.

Ne parliamo con un esperto, Michael Tubman, del Center for Climate and Energy Solutions di Arlington.

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Il futuro energetico degli USA, l’analisi di Michael Tubman

“L’amministrazione Obama ha intrapreso passi molto significativi. Per la prima volta nella nostra storia sono state adottate misure per regolare le emissioni di gas serra. La leadership degli Stati Uniti ha inoltre consentito – in partenariato con l’Europa, la Cina, l’India – di raggiungere accordi internazionali per lottare contro i cambiamenti climatici. Siamo sulla buona strada”.

“Il boom del gas naturale ha fatto sì che il gas abbia ormai superato il carbone nella produzione di elettricità. E poi non dobbiamo dimenticare l’impatto della crisi economica, che ha accelerato la spinta verso nuovi consumi e nuove fonti di energia. Soprattutto verso le energie rinnovabili come il solare e l’eolico, che sono diventate a buon mercato e che si stanno diffondendo in tutto il paese”.

“L’opinione pubblica è preoccupata per i cambiamenti climatici come non lo era mai stata in passato, ed è sempre più favorevole allo sviluppo di energie rinnovabili. E questo sostegno pubblico – che unisce democratici e repubblicani – è un elemento positivo”.

“Ci stiamo orientando verso energie pulite e rinnovabili. E questo non cambierà in base a chi sarà eletto presidente, anche perché ci sono limiti legali: la stessa Corte Suprema ha stabilito che bisogna continuare con la regolamentazione delle emissioni di gas serra. Quindi la domanda non è se gli Stati Uniti andranno avanti su questa strada, bensì come e a che velocità”.

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