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Jérôme Meizoz: “I miei soggetti rimangono vicini al mondo odierno”

Jérôme Meizoz.
Nel Premio svizzero di letteratura conferitogli quest'anno, lo scrittore e saggista Jérôme Meizoz vede il coronamento di anni di lavoro. © Ladina Bischof

Italiano agli onori delle belle lettere elvetiche: la ticinese Anna Felder è la vincitrice del Gran Premio svizzero della letteratura 2018. Tra i laureati degli altri Premi, assegnati dall'Ufficio federale della cultura e consegnati oggi a Berna, c'è il romanziere e saggista vallesano Jérôme Meizoz. Incontro.

Il suo sguardo è franco e anche il suo sorriso lo è. Jérôme MeizozCollegamento esterno non è pretenzioso. E non è certo un Premio svizzero di letteratura che lo spingerà a vantarsi, anche se questo premio ai suoi occhi rappresenta una consacrazione.

“È un riconoscimento molto bello del mio lavoro di scrittore nel tempo, ma sono consapevole che ha un valore molto più simbolico che commerciale”, commenta Jérôme Meizoz.

Brevi cenni biografici

Nato nel 1967 a Vernayaz (Valais).

Scrittore e professore di letteratura francese all’università di Losanna.

In precedenza ha insegnato nelle università di Zurigo, Ginevra e Metz (Francia) come pure all’Ecole Normale Supérieure di Parigi.

È attivo in diverse riviste letterarie in Svizzera (Ecriture, Revue de Belles Lettres, Le Passe Muraille ) e in Francia (Europe, Le Matricule des Anges, remue.netCollegamento esterno).

I suoi studi letterari sono tradotti in italiano, tedesco, spagnolo, ceco e rumeno.

I suoi romanzi sono tradotti in tedesco.

Nella Svizzera francese le sue opere sono pubblicate da Zoé e dalle Editions d’En bas, nella Svizzera tedesca da Verlag die brotsuppe e da Elster Verlag. 

Nel 2005, è stato insignito del Premio Alker-Pawelke dell’Accademia svizzera delle scienze umane. 

Un premio federale non è paragonabile al Goncourt, per esempio, che ha un effetto tassativo sulle vendite in libreria”, aggiunge l’autore. Ma non importa! Meizoz non rincorre il successo commerciale. Anzi, critica persino il sistema delle star che ormai invade il campo della scrittura. Lo testimoniano due suoi saggi: “Postures littéraires” e “La littérature en personne”. Il successo mondiale di un Joël Dicker – l’autore ginevrino del famoso romanzo “La verità sul caso Harry Quebert” – lo rende pensieroso.

“Sante collere”

“Capisco che si possano avere modelli industriali per la letteratura, come se ne possono avere per il cinema, ma a me quei modelli non interessano. Non cerco una scrittura di intrattenimento. Le mie scelte sono artistiche e i miei soggetti rimangono vicini al mondo odierno e alle domande che lo scuotono”, ammette Meizoz.

L’uomo è combattivo e lo scrittore ha le sue “Sante collere”, come dice il titolo di una delle sue opere. Se il sistema delle star lo infastidisce, l’ingiustizia sociale e gli speculatori disonesti lo indignano. Nel suo romanzo più venduto e più letto,”Haut Val des Loups”, ritorna su un fatto di cronaca degli anni ’90: il tentato omicidio di un giovane attivista ecologista vallesano, impegnato nella tutela dell’ambiente. Vallesano come Meizoz. E vallesano come Maurice Chappaz (1916-2009), uno dei più grandi romanzieri svizzeri, sul cui solco si colloca oggi il vincitore del Premio svizzero di letteratura.

Dito puntato contro gli speculatori

“Haut Val des Loups” denuncia in filigrana la speculazione immobiliare in Vallese, come aveva fatto in passato Maurice Chappaz attraverso i suoi scritti. Ma Jérôme Meizoz ha ereditato lo spirito militante (che condivide con Chappaz).

Da bambino è cresciuto in una famiglia di attivisti che si ritrova oggi in “Les Précédents”. Una trilogia in cui l’autore evoca il ricordo del padre, chiamato “il rosso” nel suo villaggio vallesano; il ricordo della zia Laurette, che lo ha allevato e che era membro della Gioventù agricola cattolica femminile; infine il ricordo del nonno Paul, una figura sorprendente.

“Paul lavorava per le FFS (Ferrovie federali svizzere); faceva parte di una rete clandestina di ferrovieri che, durante la guerra civile spagnola, dalla Svizzera faceva pervenire in Spagna persone e armi”, racconta l’autore.

La scrivania di Jérôme Meizoz
La scrivania di Jérôme Meizoz © Ladina Bischof

Giustizia sociale

Da questa famiglia, amante della giustizia sociale, egli conserva la memoria che si legge non solo nella sua opera, ma anche nel suo impegno. “Sono affiliato a un sindacato”, precisa. “Inoltre mi piace lottare per la causa dei più vulnerabili. Lavoro per il Collectif R, a Losanna, che aiuta i rifugiati”.

Armato di un affetto generoso per la sua famiglia, di una solida formazione letteraria e di un bello stile, Meizoz scrive con una libertà commovente. “Un essere incompiuto”. È così che si vede quando volge lo sguardo verso i suoi anni adolescenziali in “Faire le garçon” (Fare il ragazzo), che gli è valso il Premio svizzero di letteratura. Un racconto atipico, in cui si alternano indagine e finzione, nel quale si segue l’evoluzione fisica e spirituale di un giovane chiamato “J”. Dietro a questa lettera, ovviamente, c’è Jérôme, che ritorna sul proprio passato adolescenziale e si vede allora come “un essere incompiuto”.

Quarant’ anni dopo, è completamente realizzato? Meizoz risponde sorridendo: “Da allora ho trovato un equilibrio con cui sto bene. All’epoca, il mio sentimento di incompiuto derivava da un bisogno affettivo: ho perso mia madre all’età di 9 anni. Ne conservo delle tracce nella mia personalità, ma esse non sono più in primo piano.

Premi svizzeri di letteratura 2018

Il Gran PremioCollegamento esterno svizzero di letteratura, dotato di 40mila franchi, va alla ticinese Anna Felder, “per l’originalità di un’opera segnata da una sottile scrittura, impregnata di umanità e di humor”. Nata nel 1937 a Lugano, oggi vive tra Aarau e il Ticino. Il Gran Premio “onora la carriera di una scrittrice di rango, fedele a un’idea di scrittura in cui la musica conta anche più del libretto, l’ordito delle parole più della trama del racconto”.

Il Premio speciale di traduzioneCollegamento esterno, pure dotato di 40mila franchi, è attribuito alla scrittrice e traduttrice tedescofona Yla Margrit von Dach, per l’intera carriera. Nata nel 1946, vive tra Bienne (cantone di Berna) e Parigi.

Sono inoltre ricompensati per le loro opere pubblicate nel 2017:

 –     Fabiano Alborghetti, Maiser, Marcos y Marcos, Milano, 2017

–     Dumenic Andry, sablun, Chasa Editura Rumantscha, Coira, 2017

–      Michael Fehr, Glanz und Schatten, Der gesunde Menschenversand, Lucerna, 2017

–     Baptiste Gaillard, Un domaine des corpuscules, Hippocampe éditions, Lione, 2017

–     Yael Inokai, Maelstrom, Edition Blau, Rotpunktverlag, Zurigo, 2017

–     Friederike Kretzen, Schule der Indienfahrer, Stroemfeld Verlag, Francoforte et Basilea, 2017

–     Jérôme Meizoz, Faire le garçon, Zoé, Ginevra, 2017

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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