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Pedoni distratti e umorismo scientifico, incontro con un Premio Ig Nobel

Persona tiene in mano premio con scritta Ig Nobel
Il ticinese Claudio Feliciani è uno dei co-vincitori del Premio Ig Nobel 2021 per la cinetica. Claudio Feliciani

Il Premio Ig Nobel è approdato nuovamente (anche) in Svizzera, nella categoria "cinetica". SWI swissinfo ha incontrato Claudio Feliciani, ricercatore all'Università di Tokyo e co-vincitore del riconoscimento assegnato ogni anno le ricerche scientifiche più improbabili.

La scienza non è sempre e solo una cosa seria. O meglio, ogni tanto può far ridere, e poi riflettere. È questo il principio a cui la rivista scientifica e umoristica statunitense Improbable ResearchCollegamento esterno si attiene ogni anno per selezionare i vincitori del Premio Ig Nobel, assegnato alle conquiste scientifiche, tecniche e mediche più bizzarre, per la metodologia di ricerca o per i risultati ottenuti. 

Qualche esempio? Nel 1995 l’Ig Nobel per la psicologia è stato assegnato a un gruppo di scienziati dell’Università Keio, in Giappone, per il loro successo nell’insegnare ai piccioni a distinguere tra i quadri di Picasso e quelli di Monet.

Lo scorso anno, il premio da dieci trilioni di dollari dello Zimbabwe (pochi franchi anche prima che la valuta andasse fuori corso) per la categoria economia è finito nelle tasche del gruppo di ricercatori che hanno cercato una relazione tra il benessere economico di una nazione e l’usanza del bacio alla francese.

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In Svizzera, il premio è arrivato già diverse volte, in diverse categorie. L’Ig Nobel per la pace nel 2008 è stato assegnato al Comitato etico federale svizzero delle biotecnologie non-umane ed ai cittadini della Svizzera per aver adottato il principio legale per cui le piante hanno una dignità (spero che il filodendro che ho in soggiorno non ne verrà mai a conoscenza).

L’anno seguente, sempre per la categoria “pace”, è stato premiato un gruppo di scienziati dell’Università di Berna, che ha determinato se è meglio essere colpiti in testa con una bottiglia di birra vuota o con una piena.

Quest’anno la Confederazione può vantare un nuovo Ig Nobel, nel settore della cinetica. Il riconoscimento fa coppia con un altro premio, assegnato con motivazioni diametralmente opposte. Il gruppo di scienziati che vanta l’Ig Nobel 2021 per la fisica ha “condotto esperimenti per capire il perché i pedoni non collidono di continuo con altri pedoni”, quello che ha ottenuto il premio per la cinetica si è concentrato nel comprendere “perché alcuni pedoni in effetti collidono con altri pedoni”.

Quest’ultimo studioCollegamento esterno, apparso in marzo su Science Advances, è anche il frutto del lavoro del ticinese con doppia nazionalità svizzera e italiana Claudio Feliciani, ricercatore presso l’Università di Tokyo. Con i suoi colleghi Hisashi Murakami (primo autore della ricerca), Yuta Nishiyama e Katsuhiro Nishinari è diventato l’inaspettato co-vincitore di un Ig Nobel. SWI swissinfo.ch ha discusso con Claudio Feliciani poco dopo l’annuncio. 

Hisashi Murakami con una capra
Hisashi Murakami, autore principale dello studio vincitore dell’Ig Nobel 2021 per la cinetica. Claudio Feliciani

SWI swissinfo.ch: Posso congratularmi? Per uno scienziato vincere l’Ig Nobel è un vanto o assomiglia di più a una presa in giro?

Claudio Feliciani: Io sono contentissimo. E, da quel che ne so, in ambito scientifico è un onore. Forse per chi non fa parte di questo mondo non è evidente capire che, oltre che a far ridere, c’è un lato molto serio. Generalmente gli studi vincitori di un Ig Nobel sono pubblicati da riviste scientifiche con un’ottima reputazione e i colleghi scienziati sanno che nella maggior parte dei casi lo studio fa ridere, ma non è banale, anche se a prima vista può sembrarlo.

Va anche detto che, prima di assegnare il premio, ci hanno chiamato per chiederci se non fossimo offesi. Quindi immagino che ogni tanto qualcuno si arrabbi. Ma non è il nostro caso, anzi.

È stata una sorpresa?

Sì, non me l’aspettavo minimamente. Attualmente sto svolgendo uno studio di psicologia sociale, quindi al di fuori del mio solito ambito di studi. Mi concentro sul fenomeno della passività sessuale in Giappone, quindi sulle persone che perdono interesse nelle relazioni e nel sesso. Con degli urbanisti, una sessuologa e uno psicologo stiamo cercando di capire se questo fenomeno è legato alle condizioni di vita delle città giapponesi ad alta densità di popolazione.

Per ridere, ho detto loro che il nostro è uno studio che potrebbe ambire al Premio Ig Nobel e che avrei fatto di tutto per vincerlo. Non sapevo di averlo già vinto per un altro lavoro per il quale non me lo sarei minimamente aspettato. Dei media rinomati come il New York Times avevano parlato in marzo della ricerca sui pedoni. Ma io sono più contento per l’Ig Nobel.

È corretta la motivazione che il comitato Ig Nobel ha utilizzato per descrivere la vostra ricerca?

Diciamo che è un po’ tirata per i capelli, però non è tecnicamente sbagliata. Pensare che nei nostri esperimenti i pedoni collidevano non corrisponde proprio alla realtà. Sarebbe più corretto dire che abbiamo scoperto il meccanismo che porta alla collisione tra i pedoni.

Ufficialmente, lo studio si occupa di capire quali sono i meccanismi a livello individuale che contribuiscono alla creazione di strutture auto-organizzate a livello collettivo.

In cosa consiste dunque l’esperimento?

L’esperimento consiste nell’osservare due gruppi di persone che camminano nel cosiddetto flusso bidirezionale, dunque che si incrociano da direzioni opposte, come accade per esempio in un passaggio pedonale quando scatta il verde.

Pedoni passaggio pedonale
Non lontano da uno dei campus dell’Università di Tokyo, l’incrocio di Shibuya offre sicuramente molti spunti a chi studia il movimento delle folle. Keystone / Kimimasa Mayama

Ogni individuo tende a seguire chi gli sta davanti e, spontaneamente, si formano subito delle file di persone. Noi abbiamo cercato di capire qual è il meccanismo che le fa formare e abbiamo creato delle condizioni che rendessero più difficile questa organizzazione spontanea.

Nello specifico, abbiamo fatto sì che alcuni dei pedoni fossero distratti, chiedendo loro di camminare mentre risolvevano semplici calcoli sul telefonino. Con solo tre persone su 54 concentrate su altro, le file si formano molto meno velocemente, specialmente se i distratti sono in testa al gruppo. E la maggiore attenzione dei non distratti non basta a compensare la mancanza. [Come si osserva nel video qui sotto. La prima parte mostra la formazione di file senza pedoni distratti, la seconda (da 00:22) con i pedoni distratti in testa al gruppo].

Abbiamo scoperto che, per fare in modo che la folla si muova in modo fluido, è necessaria una forma di comunicazione non verbale e mutuale.

È insomma importante che due persone in rotta di collisione anticipino l’una i movimenti dell’altra per evitare la collisione e che, allo stesso tempo, comunichino le proprie intenzioni.

È una conclusione che può sembrare banale, ed è forse per questo che abbiamo vinto. È ovvio che se una persona è distratta è più facile che si scontri con qualcun altro. Ed è ovvio che se c’è della gente che guarda il telefonino servirà più tempo per fare delle cose.

Ma, in realtà, le implicazioni sono abbastanza interessanti.

Quali sono queste implicazioni?

Potrebbero essercene ad esempio nell’ambito della guida automatica o della robotica. Delle ricerche stanno cercando di creare dei robot che possano muoversi tra la folla e che fungano da assistenti, ad esempio, per gli anziani che vanno a fare la spesa, aiutandoli e seguendoli dunque all’interno del traffico quotidiano.

Ovviamente, per funzionare non devono schiantarsi contro le persone, devono muoversi in maniera fluida senza creare più problemi di quanti ne risolvano.

L’opinione diffusa è che questi robot debbano essere delle scatole piene di una marea di sensori che misurano distanze, temperature, eccetera, per far sì che si adattino all’ambiente.

Il problema, come abbiamo fatto notare noi, è che questo principio è fondamentalmente sbagliato. Senza un modo efficace di comunicare le proprie intenzioni e percepire quelle altrui, i robot saranno sempre un ostacolo mobile.   

Lo stesso vale per le automobili a guida automatica. Nelle situazioni in cui devono muoversi lentamente tra la folla, i sensori precisissimi non bastano, ma bisogna fare in modo che dimostrino un’intenzione chiara, altrimenti il traffico rischia di diventare meno fluido di quanto non lo sia al momento.

Due persone al ristorante
Quando si dice il caso! In questa foto Claudio Feliciani (a destra) con Alessandro Corbetta, in occasione della conferenza TGF2019 in Spagna. Corbetta è l’autore principale dell’altra ricerca sui pedoni che quest’anno ha vinto l’Ig Nobel per la fisica. Studiare le persone che si scontrano fa incontrare le persone, pare. Attualmente i due stanno lavorando insieme su un altro progetto. Granular Lab, University of Navarra, Spain.

Quali sono i prossimi passi?

Dal nostro esperimento abbiamo capito che le persone all’interno di una situazione di flusso bidirezionale si scambiano messaggi impliciti per far capire alle altre in che direzione vogliono muoversi. Non è però ancora completamente chiaro qual è la forma di comunicazione di questo messaggio.

Potrebbe forse trattarsi del movimento degli occhi. Magari, invece, è la posizione che assume il corpo. Per capirlo, abbiamo iniziato a utilizzare nei nostri esperimenti degli occhiali che tracciano lo sguardo delle persone.  Speriamo di trovare una risposta.

  • Biologia (Svezia) – Susanne Schötz per aver analizzato le variazioni nella comunicazione umano-gatto, comprese quelle di miagolio, fusa e cinguettio.
  • Ecologia (Spagna, Iran) – Leila Satari, Alba Guillén, Àngela Vidal-Verdú, e Manuel Porcar per aver utilizzato le analisi genetiche per identificare le differenti specie di batteri nelle gomme da masticare appicciate al suolo in vari Paesi.
  • Chimica (Germania, Regno Unito, Nuova Zelanda, Grecia, Cipro, Austria) – Jörg Wicker, Nicolas Krauter, Bettina Derstroff, Christof Stönner, Efstratios Bourtsoukidis, Achim Edtbauer, Jochen Wulf, Thomas Klüpfel, Stefan Kramer, e Jonathan Williams per aver analizzato chimicamente l’aria all’interno delle sale cinematografiche per scoprire se gli odori prodotti dal pubblico diano indicazioni sui livelli di violenza, sesso, comportamenti antisociali, uso di droga e linguaggio volgare del film proiettato.
  • Economia (Francia, Svizzera, Australia, Austria, Repubblica Ceca, Regno Unito) – Pavlo Blavatskyy per aver scoperto che l’obesità degli esponenti della classe politica di un Paese potrebbe essere un buon indicatore del livello di corruzione dello stesso.
  • Medicina (Germania, Turchia, Regno Unito) – Olcay Cem Bulut, Dare Oladokun, Burkard Lippert, e Ralph Hohenberger per aver dimostrato che gli orgasmi possono essere efficaci quanto i farmaci decongestionanti per migliorare la respirazione nasale.
  • Pace (Stati Uniti) – Ethan Beseris, Steven Naleway, e David Carrier per aver testato l’ipotesi che gli esseri umani hanno evoluto la barba per proteggersi dai pugni in faccia.
  • Fisica (Paesi Bassi, Italia, Taiwan, Stati Uniti) – Alessandro Corbetta, Jasper Meeusen, Chung-min Lee, Roberto Benzi, and Federico Toschi per aver condotto esperimenti per capire perché i pedoni non collidono costantemente con altri pedoni.
  • Cinetica (Giappone, Svizzera, Italia) – Hisashi Murakami, Claudio Feliciani, Yuta Nishiyama, e Katsuhiro Nishinari per aver condotto esperimenti per capire perché alcuni pedoni collidono con altri pedoni.
  • Entomologia (Stati Uniti) – John Mulrennan, Jr., Roger Grothaus, Charles Hammond, e Jay Lamdin per la loro ricerca: “Un nuovo metodo di disinfestazione dagli scarafaggi nei sottomarini”.
  • Trasporti (Namibia, Sudafrica, Tanzania, Zimbabwe, Brasile, Regno Unito, Stati Uniti) – Robin Radcliffe, Mark Jago, Peter Morkel, Estelle Morkel, Pierre du Preez, Piet Beytell, Birgit Kotting, Bakker Manuel, Jan Hendrik du Preez, Michele Miller, Julia Felippe, Stephen Parry, e Robin Gleed per aver cercato di capire con degli esperimenti se è più sicuro trasportare per via aerea un rinoceronte quando l’animale è capovolto.

Fonte: Improbable Science 

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