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Più spesa pubblica per aiutare l’economia

Un avviso su una porta con la scritta della chiusura dell attività fino a nuovo avviso.
Lo Stato dovrà mirare i propri campi di spesa laddove c'è un bisogno della popolazione da soddisfare, e laddove c'è anche un potenziale di crescita delle imprese sul territorio. Keystone / Alessandro Crinari

Intervenire in modo mirato sostenendo l'economia, senza essere bloccati dalle cifre rosse. Così due professori ticinesi, Sergio Rossi dell'Università di Friburgo e Massimo Filippini (che insegna all'Università della Svizzera italiana e presso il Politecnico federale di Zurigo) sulla strategia da adottare in Ticino di fronte al disavanzo di 230 milioni preventivato per il 2021 e alle difficoltà con cui le finanze cantonali saranno confrontate per anni.

Il profondo rosso spaventa, ma le casse del Ticino non sono le uniche a essere colpite. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale e quindi anche quella di tutto il cantone. Secondo Sergio Rossi “senza ombra di dubbio il Cantone dovrebbe intervenire aumentando la spesa pubblica, perché questa va direttamente a incidere sulla crescita economica dell’economia cantonale.

Se lo Stato aumenta il proprio dispendio finalmente raccoglierà anche più imposte, perché il tessuto economico sarà ridinamizzato, dovrà mirare i propri campi di spesa laddove c’è un bisogno della popolazione da soddisfare, e laddove c’è anche un potenziale di crescita delle imprese sul territorio, pensiamo, per esempio, a quelle legate allo sviluppo sostenibile”.

Un settore nel quale si dovrebbe investire anche secondo Massimo Filippini. Non si rischia però di lasciare troppi debiti alle generazioni future?

“L’attuale debito pubblico si è formato, soprattutto quest’anno, perché lo Stato è intervenuto per proteggere soprattutto una parte della popolazione, e sarebbe interessante pensare di fare abbattere questo debito pubblico grazie a risorse finanziarie prelevate dalle generazioni che hanno beneficiato di questo intervento in tempi di Covid.

Il rilancio dell’economia, quindi il futuro, è rivolto a tutti, quindi tutti ne beneficeranno e soprattutto se saranno investimenti indirizzati allo sviluppo sostenibile, anche le giovani generazioni avranno dei benefici e per questo può essere interessante anche aumentare il debito pubblico.”

Un altro punto a favore dell’intervento dello Stato sono i tassi di interesse ai minimi storici. L’aumento dell’indebitamento deve però essere mirato.

“Indebitarsi per finanziare la spesa corrente sarebbe un errore, perché è una spesa che non va a vantaggio di altre generazioni di contribuenti oltre quella dell’anno corrente. Se lo Stato, nella spesa corrente, non riesce a far funzionare correttamente – con la base delle risorse che scade nell’anno in corso – vuol dire che dovrà aumentare il carico fiscale”, spiega Rossi.

Come si può farlo senza togliere ai cittadini il denaro da spendere per rilanciare l’economia? “Ci sono diversi modi per aumentare la pressione fiscale, perché ci sono diverse categorie di contribuenti. Si può aumentarla non sul reddito ma sul patrimonio, si può aumentarla sui grandi patrimoni, ma non su quelli medi o piccoli.

E si può aumentare la pressione fiscale sulle imprese che danneggiano l’ambiente in Canton Ticino o che pagano stipendi che non sono all’altezza della situazione, che non permettono di arrivare alla fine del mese”, sottolinea infine Rossi.

Le decisioni spetteranno ora alla politica. Sentiamo il direttore del Dipartimento delle finanze ticinese, nel servizio del Quotidiano:

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tvsvizzera.it/fra con RSI

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