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La Svizzera estende in Asia il modello di partnership migratoria

La ministra svizzera Simonetta Sommaruga e il suo omonimo srilankese Seneviratne Bandara Nawinne firmano l intesa.
La ministra di giustizia Simonetta Sommaruga e il ministro dell'interno Seneviratne B. Nawinne hanno firmato una dichiarazione d'intenti per un partenariato migratorio tra Svizzera e Sri Lanka. Keystone

Lo Sri Lanka è il sesto paese con il quale la Svizzera conclude un partenariato in materia di migrazione. L'obiettivo di Berna è di istituzionalizzare il dialogo con Colombo e approfondire la cooperazione in materia di migrazione e sviluppo. Le organizzazioni per i diritti umani sono scettiche.

Ancora due anni fa, la ministra della giustizia svizzera Simonetta Sommaruga escludeva la conclusione di una partnership in materia di migrazione con questo paese dell’Oceano indiano a causa della situazione problematica dei diritti. del link uomo esterno sul posto.

Ora, la consigliera federale – che ha compiuto una visita di lavoro di quattro giorni sull’isola, dal 5 all’8 agosto – ha constatato che sono stati compiuti progressi, secondo quanto ha dichiarato a diversi media svizzeri. Benché persistano ancora determinate carenze, la conclusione di tale accordo è nell’interesse di entrambi i paesi, ha affermato la ministra.

Visita ministeriale elvetica in Sri Lanka

La Svizzera e lo Sri Lanka hanno firmato lunedì 6 agosto a Colombo una dichiarazione d’intenti per istituire un partenariato in materia di migrazione. I due paesi ribadiscono così “la loro intenzione di incoraggiare e intensificare la cooperazione”, ha precisato in un comunicatoCollegamento esterno il Ministero svizzero di giustizia e polizia (DFGP).

Attraverso la visita di lavoro di quattro giorniCollegamento esterno, terminata l’8 agosto, la ministra elvetica Simonetta Sommaruga ha voluto farsi la propria opinione sulla situazione dei diritti umani e lo stato del processo di riconciliazione nel paese dell’Oceano indiano. La consigliera federale ha incontrato i vertici del governo di Colombo, ma anche rappresentanti dell’opposizione e della società civile.

Secondo il DFGP, il partenariato migratorio con la Svizzera, per lo Sri Lanka è una base per proseguire il processo di riappacificazione, rafforzare i diritti umani, creare prospettive per i giovani grazie alla formazione professionale e favorire una migrazione sicura.

L’intesa tra Berna e Colombo non si concentra sulle questioni inerenti al ritorno dei richiedenti l’asilo, ma predilige un approccio globale. I rimpatri di srilankesi continueranno ad avvenire sulla base dell’accordo del 2016. La dichiarazione d’intenti non modifica neppure “la prassi della Segreteria di Stato della migrazione che, nell’esaminare ogni singola domanda d’asilo, continuerà a tenere conto della situazione concreta e delle carenze tuttora presenti nell’ambito dei diritti dell’uomo”, ha puntualizzato il DFGP.

Fonte: ats

L’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) in una notaCollegamento esterno apprezza il rafforzamento dell’impegno della Svizzera nello Sri Lanka, ma critica questo partenariato in materia di migrazione. Il processo di riconciliazione nello Sri Lanka è insufficiente e la situazione dei diritti umani rimane un problema, afferma l’OSAR. Sulla stessa linea è Amnesty International (AICollegamento esterno): nonostante le ripetute smentite da parte del governo di Colombo, la situazione dei diritti umani rimane critica sull’isola del subcontinente indiano. I progressi in questo campo dovrebbero quindi essere un obiettivo centrale di una partnership in materia di migrazione, afferma Amnesty.

Questo è il primo accordo del genere firmato con un paese asiatico. Eppure, da decenni lo Sri Lanka occupa un posto di rilievo nella politica migratoria svizzera: durante la guerra civile durata trent’anni e conclusasi nel 2009, molti sfollati hanno cercato rifugio in Svizzera. Oggi, la diaspora dello Sri Lanka in Svizzera conta più oltre 50’000 membri, di cui circa la metà ha acquisito la cittadinanza elvetica. Sebbene il numero di domande d’asilo di cittadini dell’isola asiatica sia in calo da diversi anni, lo Sri Lanka l’anno scorso era ancora al sesto posto dei paesi di origine dei richiedenti asilo.

Più di un accordo di riammissione

I partenariati in materia di migrazioneCollegamento esterno sono uno strumento relativamente nuovo della politica svizzera in questo campo. Ancorati nella legge dal 2006 (articolo 100Collegamento esterno della legge federale sugli stranieri), riguardano la politica estera, interna e di sviluppo. L’obiettivo è stabilire una migliore cooperazione nel campo della migrazione con i paesi di origine dei migranti.

Questa cooperazione va oltre la semplice questione del rimpatrio dei richiedenti asilo respinti, che la Svizzera stabilisce in accordi di riammissioneCollegamento esterno o, come nel caso dello Sri Lanka dal 2016, in accordi di cooperazione in materia di migrazioneCollegamento esterno. Ad esempio, possono essere previsti progetti di collaborazione per quanto riguarda la protezione dei rifugiati e dei migranti, la lotta contro la tratta di esseri umani, l’istituzione di strutture di asilo funzionali, d’istruzione e di formazione professionale dei futuri migranti legali, oppure il rimpatrio e il reinserimento dei migranti respinti.

La Svizzera ha già concluso tali partenariati con Bosnia ed Erzegovina (2009), Serbia (2009), Kosovo (2010), Nigeria (2011) e Tunisia (2012). Nel caso della Nigeria, ad esempio, lo scambio di esperienze tra le autorità di polizia dei due paesi nell’ambito della tratta di esseri umani e dell’immigrazione clandestina si è intensificato. In Tunisia, la partnership mira in particolare a promuovere il rientro e la formazione professionale dei giovani tunisini.

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(Traduzione: Sonia Fenazzi)

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