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Polanski agli arresti domiciliari

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Il regista Roman Polanski è stato rilasciato venerdì dal carcere di Winterthur e ha raggiunto Gstaad, dove attenderà una decisione delle autorità giudiziarie elvetiche sull'estradizione negli Stati Uniti.

Due vetture nere con i vetri oscurati hanno raggiunto nel primo pomeriggio la casa di vacanza che il regista possiede a Gstaad: sul posto erano presenti numerosissimi giornalisti. L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha confermato venerdì la notizia, aggiungendo che il regista franco-polacco si è impegnato a non lasciare la proprietà.

Prima della scarcerazione sono state attuate le misure ordinate dal Tribunale penale federale, rileva l’UFG: Polanski ha versato una cauzione di 4,5 milioni di franchi e ha depositato tutti i documenti d’identità presso la polizia cantonale zurighese.

Dispositivo speciale

Nella sua abitazione sono inoltre stati installati e attivati i dispositivi di sorveglianza elettronica, che innescano un allarme in caso di allontanamento dalla proprietà o di rimozione del braccialetto elettronico. Se Polanski non dovesse rispettare gli impegni presi, la cauzione andrebbe alla Confederazione, ha precisato l’UFG.

Polanksi non potrà allontanarsi dal giardino della sua casa di vacanza, all’interno della quale egli può comunque fare ciò che vuole. Il noto regista è il primo detenuto in attesa di estradizione a poter beneficiare del braccialetto elettronico. In quanto tale, è stato precisato, egli non è tenuto a seguire un piano settimanale fissato in accordo con le autorità, come è il caso per chi sconta una pena a domicilio.

Se estradato, negli Stati Uniti il regista rischia una pena non superiore ai due anni: «Secondo la legge americana, la pena massima per il reato in questione è di due anni di carcere»; inoltre, «una persona può essere giudicata solo per i delitti per i quali è stata concessa l’estradizione», ha precisato Folco Galli, portavoce dell’UFG.

Una lunga storia

La vicenda è iniziata nel febbraio 1978 a Los Angeles, quando il regista polacco Roman Polanski è stato accusato di aver stuprato una ragazza di 13 anni, di perversione, sodomia e uso di stupefacenti.

Il regista ha riconosciuto parzialmente i fatti, cioè di aver fatto sesso con l’allora modella minorenne Samantha Gailey, e ha quindi patteggiato con il tribunale di Santa Monica, dichiarandosi pronto a seguire una terapia.

Il giudice ha accettato – lasciando cadere le altre accuse – e si è preparato a far arrestare Polanski, che però nel frattempo ha lasciato il paese. Polanski – che ha sempre sostenuto di essere finito in una trappola tesa dalla madre della ragazza – non è più tornato negli Stati Uniti.

Archiviazione respinta

Per evitare l’estradizione, all’inizio del 1978 Polanski ha lasciato Londra, dove risiedeva, e si è trasferito Parigi. Il regista è in seguito diventato cittadino francese.

Nel maggio del 2009, un tribunale di Los Angeles ha respinto il ricorso in cui Polanski chiedeva l’archiviazione delle accuse.

Anni dopo il fatto, la vittima ha dichiarato pubblicamente di non auspicare ulteriori sviluppi giudiziari, ma il mandato di arresto nei confronti di Polanski è rimasto pendente.

Roman Polanski è stato arrestato il 26 settembre 2009 all’aeroporto di Zurigo, in esecuzione di un mandato di cattura spiccato dalla Procura di Los Angelese. Il giorno seguente avrebbe dovuto ricevere un premio alla carriera nell’ambito del Festival del film di Zurigo.

swissinfo.ch e agenzie

Il cantone di Berna, come Ginevra, Vaud, Basilea (Città e Campagna) e il Ticino sta sperimentando il braccialetto elettronico per gli arresti domiciliari dal 1999, Soletta lo fa dal 2003.

Il governo svizzero ha approvato venerdì il proseguimento della fase test fino al 2015. Nel primo semestre 2010, il governo valuterà se questo metodo di sorveglianza deve essere ancorato in una legge e introdotto su scala nazionale.

Lo scorso 22 ottobre, l’ambasciata americana a Berna ha richiesto formalmente l’estradizione di Polanski. La domanda era poi stata inoltrata al cantone Zurigo. Sarà comunque l’UFG a decidere se accordare o meno l’estradizione, dopo aver ascoltato il parere di Roman Polanski e del suo avvocato.

Il regista e attore – detenuto nel cantone di Zurigo dal 26 settembre – potrà impugnare la decisione presso il Tribunale penale federale di Bellinzona e, in un ultima istanza, presso il Tribunale federale. Hervé Temime, avvocato francese del regista, ha affermato che il suo assistito continuerà ad opporsi all’estradizione con tutti i mezzi.

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