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Italiano, una lingua svizzera

In Svizzera l’italiano non sta poi così male

Italiani in vespa festeggiano la vittoria dell italia
Quando la nazionale italiana di calcio vince, le strade di molte città svizzere (nella foto a Zurigo nel 2012) si tingono di tricolore. Keystone

L’italiano è spesso presentato come un idioma in crisi in Svizzera. Eppure, anche sulla scia della nuova immigrazione dalla Penisola, la lingua di Dante gode di una grande vitalità.

A volte bastano dei piccoli simboli per rendersi conto di quanto una lingua e una cultura abbiano impregnato una società. Passeggiando per qualunque grande stazione ferroviaria della Svizzera tedesca e francese è un susseguirsi di termini italiani: il caffè si chiama Spettacolo, gli avventori comandano dei cappuccini (anche alle sette di sera, ma questa è un’altra storia…), si può fare la spesa all’Aperto e la carrozza ristorante del treno è gestita dalla società Elvetino.

Spesso però questi simboli sono entrati talmente negli usi che non li si nota più. “L’italiano viene ancora preso troppo poco sul serio in Svizzera. Eppure la sua è una presenza totale”, sottolinea Sandro Cattacin, rilevando come i nuovi mezzi di comunicazione permettano di mantenere un contatto costante con questa lingua. 

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Ed è proprio per sensibilizzare la maggioranza germanofona su questa “presenza totale” che è stato recentemente pubblicato “Italienisch ohne Grenzen – Zur Lage des Italienisch in der Schweiz”, un compendio di uno studio più ampio intitolato “Italiano per caso – Storie di italofonia nella Svizzera non italiana”Collegamento esterno, uscito l’anno scorso.

Una sensibilizzazione più che mai necessaria: alla conferenza stampa indetta lunedì a Berna per presentare il volume i rappresentanti dei mass media d’oltralpe brillavano per la loro assenza.

L’italiano e l’italianità sono però una realtà che “non si può ignorare”, osserva la parlamentare grigionese Silva Semadeni. E soprattutto è una realtà che “non può essere pensata con la territorialità”, gli fa eco il suo collega in Consiglio nazionale Hans Stöckli, presidente del gruppo interparlamentare Plurilinguismo. Su circa 550’000 italofoni che vivono in Svizzera, ben 300’000 risiedono infatti nella Svizzera tedesca e francese.

Negli ultimi anni, i dibattiti sulla soppressione di cattedre di italianistica o sulle scelte di alcuni cantoni di porre l’italiano in secondo piano nel programma di studi hanno spesso occultato un aspetto, ovvero che sulla scia della nuova migrazione dalla Penisola “l’italiano è in ripresa”, rileva Verio Pini, consulente per la politica linguistica della Cancelleria federaleCollegamento esterno.

Questa nuova immigrazione non ha portato solo gli operai di un tempo, ma anche e soprattutto manodopera molto qualificata.

Grazie a questa forte presenza, gli italiani rimangono ancora la comunità straniera più numerosa in Svizzera. Inoltre, quasi un milione di persone – un abitante su otto – ha un legame familiare diretto o indiretto con l’Italia o la Svizzera italiana.

Corsi di lingua e cultura italiana

Un legame che si può ulteriormente rafforzare soprattutto attraverso la scuola. Nella Svizzera francese e tedesca, a livello di elementari e medie l’apprendimento della lingua e della cultura di Dante passa in particolare dai corsi organizzati da differenti associazioni italiane e finanziate in parte dal Ministero degli affari esteri. Corsi che negli ultimi anni sono stati confrontati con una riduzione delle risorse messe a disposizione da Roma.

La Confederazione potrebbe implicarsi maggiormente nell’organizzazione di questi corsi. Idealmente contribuendone al finanziamento, o almeno mettendo a disposizione infrastrutture adeguate. O ancora permettendo – come già avviene ad esempio nel cantone Neuchâtel – agli allievi che vogliono seguire questi corsi di farlo durante l’orario scolastico normale. 


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