Prospettive svizzere in 10 lingue

Plurilinguismo promosso, almeno in teoria

Il governo ha varato la tanto sospirata ordinanza d'applicazione della legge sulle lingue. Alcune misure concrete per la promozione del plurilinguismo nell'amministrazione federale devono però ancora essere confermate.

L’ordinanza volta a promuovere il plurilinguismo e la coesione nazionale entrerà in vigore il 1° luglio. Essa fissa una quota di rappresentanza che i dipartimenti e la Cancelleria federale dovranno rispettare per i loro impiegati: 70% germanofoni, 22% francofoni, 7% italofoni e 1% romanciofoni. Le soglie per le minoranze latine potranno anche essere superate.

È soprattutto per i costi ad essa legati che l’esecutivo federale ha tardato ad elaborare l’ordinanza. Per promuovere il plurilinguismo in futuro saranno stanziati 15 milioni di franchi all’anno: 5,5 sono destinati ai partner esterni, per esempio alle organizzazioni che favoriscono i contatti tra regioni linguistiche.

“Entro cinque anni vogliamo raddoppiare gli scambi scolastici”, ha detto venerdì illustrando il testo il ministro dell’educazione e della cultura Didier Burkhalter. “Sapere molte lingue è un’opportunità per il paese e un vantaggio sul mercato del lavoro”, ha aggiunto il ministro, lui stesso rappresentante di una minoranza linguistica, quella francofona.

A Friburgo sarà sostenuta l’istituzione di un centro di competenze per il plurilinguismo, mentre i cantoni Ticino e Grigioni continueranno a ricevere complessivamente 7 milioni per promuovere l’italiano e il romancio.

Per migliorare la situazione nell’amministrazione federale è prevista la creazione di 16 posti di traduttori, in particolare di lingua italiana, e un posto di delegato al plurilinguismo. Il costo è di 2,5 milioni di franchi all’anno. Tali misure devono però ancora essere confermate dall’esecutivo federale.

In tal modo si dovrebbe porre fine alla disparità di trattamento dell’italiano rispetto alle altre lingue ufficiali. Per i rappresentanti delle minoranze dovrebbe infatti risultare più facile lavorare nell’idioma materno, un diritto sancito dalla legge sulle lingue.

In quest’ottica saranno anche promosse le competenze linguistiche dei dipendenti dell’amministrazione federale. I quadri, dal canto loro, dovranno avere conoscenze attive di due lingue ufficiali e conoscenze passive della terza. Il romancio verrà inoltre sostenuto quale lingua parzialmente ufficiale della Confederazione.

Circa le quote linguistiche per il personale della Confederazione, il direttore supplente dell’Ufficio federale della cultura Yves Fischer ha detto che “ciò rispetta la situazione attuale”.Ma un recente studio del Fondo nazionale per la ricerca scientifica ha evidenziato che sussistono ancora notevoli disparità in alcuni dipartimenti e soprattutto tra le funzioni dirigenti.

A questo proposito Burkhalter ha invitato le minoranze linguistiche a farsi avanti e a candidarsi per i posti in seno all’amministrazione federale. “Tuttavia, non vi sarà alcun bando di concorso riservato a determinate regioni linguistiche”, ha aggiunto.

swissinfo.ch e agenzie

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