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Pinocchio e Collodi

Roberto Benigni, un "eterno bambino" che non si è fatto scappare l'occasione di interpretare Pinocchio (Medusa film) Medusa Pictures

Esce in tutta la Svizzera il film di Roberto Benigni. Se il burattino è uno dei personaggi più conosciuti al mondo, poco si sa dell'autore, Collodi.

Alla sua vita e ai paralleli con la fiaba è dedicato un libro: a colloquio con l’autrice.

È uscito in ottobre, presso Bruno Mondadori, il libro “Pinocchio e Collodi”: l’autrice, Rossana Dedola, vive tra l’Italia e la Svizzera. Insegna infatti Letteratura italiana moderna e contemporanea alla scuola normale di Pisa e contemporaneamente è psicanalista junghiana a Zurigo.

Dietro allo pseudonimo di Collodi, si celava Carlo Lorenzini: “Ho deciso di parlare di Collodi, perché mentre tutti nel mondo conoscono Pinocchio, dell’autore non si sa quasi niente”, spiega Rossana Dedola a swissinfo. “Nello stesso film di Benigni, Collodi non viene menzionato. La stessa cosa l’ho notata anche in diverse versioni del libro. L’autore non compare nemmeno sulla copertina del libro.”

Dopo il Corano e la Bibbia, il libro più tradotto

Sembra proprio che la fama del burattino abbia scacciato dal palcoscenico il suo autore. Pinocchio è infatti il libro più tradotto al mondo dopo il Corano e la Bibbia. Eppure ci sono diversi aspetti interessanti della vita di Collodi che ci possono dare una chiave d’interpretazione di Pinocchio.

“Innanzitutto mi sono chiesta, continua Rossana Dedola, come poteva essere da piccolo l’autore di una storia che riguarda un burattino che non riesce a diventare bambino”.

Collodi era figlio di una famiglia molto modesta, il padre faceva il cuoco e la madre la cameriera. Ma erano il cuoco e la cameriera dei marchesi Ginori, quindi di una delle famiglie aristocratiche più importanti e ricche di Firenze, se non d’Europa.

La favola dei marchesi, la realtà dei genitori

All’età di tre anni, Collodi fu introdotto ufficialmente nel palazzo, perché la sua madrina era proprio la marchesa Ginori. “È interessante pensare che un bambino così piccolo veda con i propri occhi infantili due mondi così opposti”, sottolinea la professoressa Dedola. È il contrasto tra lo sfarzo e la miseria che ritroviamo anche nella storia di Pinocchio.

Anche la morte è un elemento sempre presente nella favola di Pinocchio. Studiando la biografia di Collodi si scopre che la sua infanzia fu segnata dalla morte di ben quattro fratellini nel giro di pochi mesi. Nel film di Benigni, secondo Rossana Dedola, questo confronto è molto serrato, ed è positivo. “Nel nostro tempo è diventato un tabu parlare della morte e i bambini soffrono di questo”.

Un altro momento importante della vita di Collodi è la sua partecipazione alle guerre d’indipendenza, del 1848 e del 1859. “Anche in questa esperienza si trova a contatto con un ambiente sociale molto alto, perché la maggior parte dei giovani, che erano partiti volontari come lui, erano studenti dell’università”.

Collodi aveva dovuto invece abbandonare gli studi per problemi finanziari e in quel momento faceva il commesso in una libreria. Solo successivamente diventò giornalista.

Il film di Benigni e la versione di Disney

Le critiche più spesso portate alla versione cinematografica di Benigni sono il gigantismo, che lascia un po’ perplessi quelli che si aspettavano un’atmosfera più magica e da sogno.

“Per me, dice Rossana Dedola, il film di Benigni ha il grande merito di riportare Pinocchio alle sue radici, perché il film di Walt Disney, negli anni ’40, aveva presentato un Pinocchio molto lontano da Collodi. Addirittura molti americani credono che Pinocchio sia una figura americana”.

Scene considerate troppo drammatiche, come il pianto disperato del burattino sulla tomba della fatina, erano ad esempio state cancellate nella versione di Disney.

Secondo la psicanalista l’altro aspetto azzeccato del film di Benigni è il continuo oscillare tra sentimenti opposti, l’essere insomma in balia degli alti e bassi, che è tipico della dimensione infantile.

“Questa è la grande scoperta dell’autore di Pinocchio: non aver idealizzato l’infanzia, ma averne mostrato anche gli aspetti difficili”.

swissinfo, Raffaella Rossello

“Pinocchio e Collodi”, Rossana Dedola, edito da Bruno Mondadori, Milano.

Il Pinocchio di Benigni, candidato ufficiale dell’Italia, è stato escluso dalle nomination per gli Oscar 2003
Nella Svizzera italiana era già uscito a fine 2002, senza gran successo di pubblico

Carlo Lorenzini, più noto con lo pseudonimo di Collodi (dal nome del paese natale della madre), nacque a Firenze nel 1826, da una famiglia modestissima.

Nel 1848 partecipa, da volontario, alle due guerre di Indipendenza del 1848 e 1859.

Di ingegno versatile, Lorenzini divenne un famoso giornalista e umorista.

La sua attività letteraria, rivolta soprattutto alla letteratura per l’infanzia, si intensificò dopo il pensionamento.

Scrisse Pinocchio a 55 anni.

Morì nel 1890

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