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Pieter Bouw lascia Swiss

Pieter Bouw, presidente del consiglio di amministrazione di Swiss dal 2001 Keystone

Alla vigilia della sua partenza, il presidente della compagnia aerea, Pieter Bouw, ammette i suoi errori ma ritiene di poter lasciare il posto a testa alta.

Malgrado le continue e importanti perdite registrate, Bouw si dichiara ottimista sul futuro della compagnia aerea, recentemente rilevata dalla rivale tedesca Lufthansa.

Bouw è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione di Swiss quando la compagnia aerea è stata creata in seguito al crollo di Swissair nel 2001. Dovrebbe lasciare il suo posto giovedì, giorno in cui il consiglio di amministrazione di Swiss sarà riorganizzato.

Quattro anni fa, la sua nomina era stata accolta con scetticismo da alcuni esperti dell’aviazione, che si chiedevano se l’ex-direttore generale della compagnia aerea olandese KLM sarebbe stato in grado di far nascere dalle ceneri di Swissair una nuova compagnia aerea nazionale.

Secondo Bouw, le maggiori sfide dopo l’accordo con Lufthansa consistono nel modo in cui si affrontano le accese discussioni con il sindacato dei piloti, nonché l’aumento del prezzo del carburante.

swissinfo: Nei quattro anni in cui ha rivestito la sua carica direttiva non è riuscito a fare uscire Swiss dalle cifre rosse. Il risultato semestrale 2005 della compagnia aerea è stato particolarmente deludente: le perdite sono in aumento.

Pieter Bouw: I risultati negativi dei primi sei mesi dell’anno sono dovuti in gran parte a fattori incontrollabili, in particolare all’alto prezzo del carburante. Tutti gli altri costi sono invece sotto controllo e i redditi sono aumentati in modo sostanziale. A livello operativo, i risultati del gruppo sono migliori rispetto a quelli dello scorso anno.

Da sola, Swiss non sarebbe stata in grado di ottenere dei profitti. Per questa ragione, penso che la fusione con un’altra entità – in questo caso Lufthansa – fosse necessaria. Ma dobbiamo continuare a ridurre i costi, in particolare quelli dei piloti. Non vogliamo farli guadagnare meno, ma vorremmo che lavorassero più ore.

swissinfo: I costi del carburante sono destinati a rimanere alti. Inoltre, la competizione fra compagnie aeree per il prezzo più basso è sempre più forte. Come può Swiss affrontare queste sfide?

P.B.: Da un lato dobbiamo accettare il fatto di non potere accedere a taluni mercati. D’altro canto non possiamo basare le nostre strategie unicamente sul mercato dei prezzi bassi.

Dobbiamo concentrarci sul valore aggiunto, in particolare sui voli intercontinentali. Per quanto riguarda i voli europei, possiamo migliorare il prodotto, rendendo più attraenti i viaggi d’affari. Ma anche in questo settore è necessario diminuire i costi in modo sostanziale. Il tema è sul tavolo delle discussioni con il sindacato dei piloti da tre o quattro anni. Prevedo sarà così anche in futuro.

swissinfo: Si è parlato di una possibile separazione di Swiss dalle sue operazioni regionali europee. È una possibilità da seguire?

P.B.: Non è solo una possibilità, bensì l’unica via da seguire in futuro, ma nessuna decisione è stata presa, per il momento. Abbiamo già lanciato questa proposta due o tre anni fa, ma l’unione dei piloti vi si è totalmente opposta. Abbiamo quindi dovuto ritirarla. Non potevamo permetterci di correre rischi. In quel periodo, uno sciopero avrebbe significato la morte dell’intera compagnia. Se ci avessero lasciato portare avanti la nostra proposta avremmo potuto salvaguardare centinaia di posti di lavoro.

I contratti con i piloti stanno per scadere e ora vogliamo creare una nuova entità, Swiss European Airlines, che sarà legata ai piloti da nuovi contratti.

swissinfo: Questa compagnia continuerà ad essere controllata da Swiss/Lufthansa?

P.B.: Sì.

swissinfo: Se potesse ricominciare da capo, cosa cambierebbe?

P.B.: All’inizio, il nostro scopo principale era quello di fare continuare a volare gli aerei e di ristrutturare poco a poco. Con il senno di poi, mi rendo conto che avrei dovuto agire più in fretta, mettendo fine alla simulazione orchestrata dai piloti.

Per il resto, siamo riusciti a mantenere il marchio Swiss e il nostro accordo con Lufthansa è positivo. Chiaramente non potevamo aspettarci la crisi provocata dalla SARS (polmonite atipica), il peggioramento generale della situazione di mercato per le compagnie aeree e l’aumento del prezzo del carburante. Inoltre, il fatto di aver sottovalutato l’impatto delle compagnie a basso costo è stato un errore professionale.

intervista swissinfo: Vanessa Mock
traduzione e adattamento: Anna Passera

Pieter Bouw è nato in Olanda nel 1941.
Ha lavorato per la compagnia aerea olandese KLM dal 1967 al 1997.
Dal 1991 al 1997 è stato presidente e CEO della KLM.
È stato eletto presidente del consiglio di amministrazione di Swiss nel novembre 2001.
Durante il periodo fra marzo e ottobre del 2004 ha occupato il ruolo di CEO del gruppo, al posto del dimissionario André Dosé e prima dell’arrivo dell’attuale CEO Christoph Franz.
Lascerà il posto il 22 settembre quando, a seguito della recente acquisizione di Swiss da parte di Lufthansa, il consiglio di amministrazione del gruppo sarà riorganizzato.

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