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Tra resistenze, la Svizzera costruisce verso il cielo

La Torre della fiera, un simbolo della Basilea internazionale imagepoint

Città e agglomerati urbani in Svizzera devono fare i conti con la scarsità di terreni e la dispersione insediativa. Ciò significa perseguire una densificazione, che si è tradotta in un boom di progetti di grattacieli, di cui non si intravvede la fine, nonostante le opposizioni e le lunghissime procedure di autorizzazione.

Nella Svizzera tedesca già da diversi anni i grattacieli spuntano come funghi. Zurigo ha iniziato con la Prime Tower e la Mobimo Tower, Basilea con la Torre della fiera. Nel frattempo, i grattacieli hanno preso piede anche in città e agglomerati più modesti. Da un’indagine della società di consulenza immobiliare Wüest & Partner è emerso che complessivamente in Svizzera sono progettati tra i 140 e i 160 grattacieli.

“Nella Svizzera romanda i grattacieli sono più osteggiati. Eppure il problema della carenza di alloggi è ancora più acuto che nella Svizzera tedesca, perché in generale si costruisce meno”, dice a swissinfo.ch Hervé Froidevaux, socio di Wüest & Partner. “La gente vuole vedere essenzialmente appartamenti e non necessariamente grandi e costosi marchi. Forse ora ci sarà una svolta”.

Svolta nella Svizzera francese

La “svolta” è rappresentata dallo scrutinio popolare del 9 febbraio scorso a Chavannes-près-Renens, un sobborgo a ovest di Losanna, dove i due terzi dei votanti hanno approvato un piano di quartiere, il cui perno è uno spettacolare grattacielo di circa 120 metri di altezza. La torre un giorno diventerà probabilmente un simbolo palese della profonda trasformazione dell’agglomerato losannese e dell’inizio di un boom dei grattacieli nella Svizzera occidentale.

Sono ben 22 anni che lo studio di architettura Richter-Dahl Rocha di Losanna sta lavorando a questo progetto. Il lungo periodo di pianificazione è in parte dovuto alla dimensione della costruzione.

“È stato un processo amministrativo complesso. Inoltre in tutti questi anni il fondo ha cambiato quattro volte di proprietario”, spiega Jacques Richter. “Le autorità comunali fin dall’inizio erano entusiaste all’idea di costruire un punto di riferimento. Ma è stata necessaria una grande opera di persuasione, perché la maggioranza della popolazione inizialmente era contraria”.

Sulla parcella di 112’000 metri quadrati, a ovest di Losanna in futuro dovrebbero complessivamente abitare o lavorare 3500 persone. Richter · Dahl Rocha & Associés architectes SA

Forte polarizzazione

Ora occorre trovare degli investitori. “Non è ancora chiaro se la torre sarà costruita esattamente come l’abbiamo concepita”, dice Richter. “Sin dall’inizio è comunque stato chiaro che in cima dovrà esserci un ristorante e quindi l’edificio dovrà essere aperto al pubblico”.

“Le immagini del grattacielo sono piaciute alla gente, che lo ha sempre definito elegante. Per altre torri, la popolazione aveva espresso più riserve in termini di estetica. Fondamentalmente, l’accettazione è una cosa molto emotiva. O alla gente piacciono i grattacieli o li rifiutano. Ciò è legato all’esperienza personale: chi è stato in cima a un grattacielo a New York e da lì ha guardato la città è entusiasta. Altri rifiutano le torri perché vedono in esse un simbolo di potere e di degenerazione”, sostiene Richter.

Luci e ombre

Una torre ha un simbolismo ambiguo. Chi si trova in basso non vede il sole, chi sta in cima ha una vista panoramica sconfinata. E anche denaro, poiché i prezzi al metro quadrato sono alti. Tuttavia, questo non è di per sé “il problema del grattacielo. Il problema è la situazione. Se la maggioranza vi avesse accesso, allora avremmo un tasso di accettazione più elevato”, dice a swissinfo.ch la sociologa Joëlle Zimmerli.

I più vecchi grattacieli della Svizzera swissinfo.ch

La Svizzera ha già registrato negli anni ’60, soprattutto a Zurigo (Lochergut, Hardau) e Berna (Tscharnergut, Gäbelbach), un boom di grattacieli. A quel tempo, non c’era penuria di spazio e parte di quegli edifici sono stati costruiti al di fuori dei centri, in mezzo al verde. Da alcuni anni sorgono invece nelle aree urbane.

“Dopo il boom edilizio degli anni ’60, c’è stata una grande svalutazione dei grattacieli a causa dei problemi sociali”, dice l’architetto Michael Hirschbichler, dell’Istituto Urban Design del Politecnico federale di Zurigo, alludendo alla ghettizzazione che ha discreditato alcuni grattacieli dell’epoca. “A quel tempo sono state costruite tipologie abitative sociali moderniste. Tuttavia, i nuovi grattacieli sono status symbol metropolitani, che si rivolgono a un tutt’altro ceto della popolazione”.

Un patrimonio storico-culturale frenante

Benché gli sviluppatori immobiliari abbiano annunciato un nuovo boom ed effettivamente siano progettati parecchi grattacieli, la loro accettazione nella popolazione varia, dice Hirschbichler. “In Svizzera, più che in altri paesi, c’è un pronunciato attaccamento alle città tradizionali, piuttosto piccole. Ma anche in Germania e in Austria, nei dibattiti si è constatato che c’è una paura relativamente grande che i grattacieli trasformino troppo drasticamente le città, che sorgano nuove icone che non si sa più esattamente cosa rappresentino”.

A ciò si aggiunge il fatto che in Svizzera –contrariamente a luoghi come Chicago o Dubai – il “patrimonio storico è troppo importante e significativo per attuare con leggerezza modifiche su larga scala”. Tutte le maggiori città svizzere – Zurigo, Basilea, Ginevra, Berna – hanno un centro storico intatto. Il centro storico di Berna dal 1983 è persino interamente incluso nel Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO.

D’altra parte, tra gli esperti è anche controverso quanto contribuiscano in linea di principio i grattacieli alla densificazione, perché – a causa dell’ombra che creano e delle norme di costruzione – devono essere circondati da ampi spazi aperti. “Si tratta di una tipologia preminente, ma ci sono anche altre tipologie che contribuiscono maggiormente alla densificazione”, osserva Hirschbichler.

I grattacieli più alti della Svizzera (quello della Roche è in costruzione, ma in una forma diversa) swissinfo.ch

Illustrative delle svariate ragioni per cui un grattacielo può scontrarsi con l’ostilità di parte della popolazione sono le reazioni negative suscitate dal progetto della torre “Taoua”, sul quale l’elettorato della città di Losanna vota il 13 aprile. Per l’estrema sinistra e i Verdi, il progetto è un “agglomerato del capitale”, frutto di “speculatori indecenti”, che non risolverebbe la crisi dell’alloggio e innescherebbe uno sviluppo della popolazione “fondamentalmente malsano”.

I conservatori di destra, invece, si preoccupano del fatto che il grattacielo toglierebbe la vista ai vicini. E si chiedono: “abbiamo davvero bisogno di un tale simbolo?”

Il sindaco Daniel Brélaz, dei Verdi, ribatte che a Losanna “oggi non ci sarebbero probabilmente né la cattedrale né il Centro ospedaliero universitario cantonale se il popolo avesse votato su ogni progetto”.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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