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Piani d’emergenza carenti per tre grandi banche svizzere su cinque

edifici davanti a una piazza
UBS e Credit Suisse (nella foto le rispettive sedi alla Paradeplatz a Zurigo) sono le uniche due banche 'too big to fail' ad avere un piano d'emergenza attuabile. Keystone / Alessandro Della Bella

Dei cinque grandi istituti svizzeri a rischio sistemico, solo due dispongono di un piano d'emergenza che rispetta i requisiti di legge. È quanto rileva l'Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari (Finma) in un rapporto pubblicato martedì.

In caso di problemi – come ad esempio avvenuto nel 2008 con UBS, salvata con un pacchetto di 60 miliardi di franchi da Confederazione e Banca nazionale – le grandi banche rappresentano una mina vagante per l’insieme dell’economia. Per far fronte a questo “rischio sistemico”, sono state varate diverse norme, ad esempio per quanto concerne le esigenze di capitale.

L’esame svolto dalla FinmaCollegamento esterno promuove solo UBS e Credit Suisse, i cui piani d’emergenza sono giudicati attuabili. Per quanto concerne UBS, tuttavia, l’Autorità di vigilanza “esprime la riserva che determinati impegni eventuali siano ancora troppo elevati”.

Con questi piani, le banche devono dimostrare “di poter mantenere senza interruzione le proprie funzioni di rilevanza sistema in una situazione di crisi”.

Per quanto riguarda gli altri tre istituti finanziari, la Finma sottolinea che la Zürcher Kantonabank (ZKB) ha allestito un piano plausibile (ma non ancora attuabile), in cui spiega in che modo, in caso di crisi, le risorse necessarie negli ambiti di capitale e liquidità possono essere integrate.

PostFinance e Raiffeisen sono invece ancora più indietro. In entrambi i casi manca un progetto concernente lo sviluppo dei fondi in grado di assorbire le perdite durante un’ipotetica crisi. Le tre banche stanno continuando a lavorare all’allestimento di un piano d’emergenza attuabile, mentre quelli di recovery (stabilizzazione) sono tutti e cinque stati accettati.

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Secondo il direttore della Finma Mark Branson, citato nel comunicato, “l’attuazione del regime svizzero ‘too big to fail’ (troppo grande per fallire) è cruciale per la stabilità della piazza finanziaria. Con questo rapporto intendiamo fornire un quadro trasparente del processo”, che si trova in fase avanzata.

Sebbene “la meta non sia stata ancora raggiunta”, Branson riconosce “gli sforzi sinora compiuti dalle parti coinvolte”. Per UBS e Credit Suisse la Finma deve inoltre predisporre un cosiddetto “global resolution plan”, che coinvolga non solo la Svizzera ma l’intero gruppo bancario a livello mondiale. Secondo l’autorità entrambe hanno compiuto notevoli progressi riguardo alla loro capacità di risanamento e liquidazione, soprattutto in materia di decentramento strutturale con la creazione di strutture di holding e filiali svizzere.

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