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Più passeggiate e meno mezzi pubblici durante la pandemia

Ciclisti a Zurigo.
A differenza del traffico motorizzato, la mobilità "dolce" è rimasta sostanzialmente invariata durante i periodi critici della pandemia. Keystone / Walter Bieri

La pandemia si è pesantemente riflettuta sulla mobilità degli svizzeri. In media, secondo quanto emerge da uno studioCollegamento esterno condotto dagli Uffici federali di statistica e sviluppo territoriale, gli spostamenti si sono ridotti di un terzo e l'uso dei mezzi pubblici si è addirittura dimezzato rispetto al periodo precedente all'ondata di contagi da coronavirus.

Più precisamente i rilievi effettuati tra il 10 gennaio e il 6 marzo di quest’anno hanno evidenziato un regresso dei chilometri giornalieri percorsi mediamente da ogni persona con veicoli a motore (-27%) nel confronto con lo stesso periodo del 2020.

Le distanze percorse sui mezzi di trasporto pubblico sono calati addirittura del 52%, da 7,5 a 3,6 km in media al giorno mentre sono rimasti sostanzialmente stabili i tragitti percorsi a piedi o in bicicletta.

Il 18% delle persone è rimasto a casa

Dallo studio emerge che, prendendo in considerazione solo i percorsi all’interno della Svizzera, le persone intervistate all’inizio del 2021 hanno percorso in media 21,8 km al giorno. La distanza media giornaliera per persona è diminuita quindi di 9,8 km (-31%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (31,6 km).

Da notare che il 18% dei residenti (dai sei anni in su) è rimasto a casa durante il secondo confinamento, una percentuale superiore di 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Il calo maggiore, pari al 39% (17 km in meno), si riferisce alle distanze giornaliere percorse dei giovani dai 18 ai 24 anni. Secondo gli esperti dell’Ufficio federale di statistica, ciò sarebbe riconducibile all’introduzione dell’insegnamento a distanza nelle scuole universitarie e alla chiusura delle strutture per il tempo libero.

L’influenza del telelavoro

Sulla riduzione degli spostamenti quotidiani ha evidentemente pesato anche il telelavoro, che ha stato imposto nuovamente, in modo parziale, durante il secondo confinamento decretato dal Consiglio federale lo scorso gennaio. Il 50% delle persone intervistate ha quindi potuto svolgere, almeno in parte, svolgere la sua attività da casa. Precedentemente solo al 38% dei dipendenti era stata concessa questa facoltà. I chilometri percorsi da questa categoria di persone sono quindi scesi da 18,3 a 9,5 km giornalieri.

Più passeggiate durante il semi-lockdown

Ma c’è fenomeno interessante che è stato registrato dai ricercatori federali: durante il “secondo lockdown” sono sensibilmente aumentate le attività non sportive effettuate all’aperto, in un periodo peraltro non del tutto gradevole dal profilo meteorologico.

Le distanze percorse per passeggiate ed escursioni sono progredite di oltre la metà, anche se complessivamente i chilometri totali effettuati nel tempo libero sono scesi del 34%. In ogni caso il tempo libero è rimasta la principale ragione degli spostamenti (38%), davanti ai viaggi di lavoro, calati “solo” del 29%.

Un secondo aspetto curioso è dato dal fatto che, nonostante le chiusure parziali dei negozi e il successo indiscutibile del commercio online, le distanze percorse per fare acquisti non sono diminuite significativamente durante la pandemia.

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