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Più linfa nelle relazioni tra Svizzera e India

La presidente indiana Pratibha Patil è giunta in Svizzera con una delegazione di 45 persone. Keystone

Berna e Nuova Delhi potrebbero presto concludere un accordo di libero scambio, anche se ci sono ancora alcune questioni in sospeso. Il potenziale di cooperazione bilaterale tra i due paesi è enorme, ha affermato la presidente indiana Pratibha Patil, in visita in Svizzera.

L’India è tra i quattro principali partner commerciali della Svizzera in Asia. Nel 2010, il volume degli scambi ha totalizzato 3,6 miliardi di franchi, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

Le economie dei due paesi sono unite da «forti complementarità», ha detto lunedì a Berna la presidente indiana Pratibha Patil, secondo cui vi sono molte possibilità per migliorare la cooperazione.

«Le aziende svizzere possono proporre soluzioni innovative in settori chiave quali le tecnologie pulite, la protezione dell’ambiente e la raccolta dei rifiuti urbani», ha detto Patil, accompagnata in Svizzera da una folta delegazione economica.

L’India può dal canto suo vantare un enorme bacino di risorse umane e dispone di un’industria competitiva e di qualità, ha aggiunto la presidente.

Non sorprende quindi che la Svizzera, membro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS), stia negoziando dal 2008 un accordo di libero scambio con l’India. «La conclusione di un accordo globale in materia di investimenti e di commercio è un elemento della strategia di politica economica estera del Consiglio federale, volta a sostenere l’industria svizzera di esportazione», sottolinea un comunicato del Dipartimento federale dell’economia.

Numerose opportunità

Martin Zbinden, responsabile del settore “Accordi di libero scambio” presso la Segreteria di Stato dell’economia, è dell’avviso che si potrebbe giungere a un’intesa con l’India entro la fine dell’anno o l’inizio del 2012. «Stiamo accelerando il ritmo delle trattative. Quest’anno sono previsti ancora due round negoziali», afferma a swissinfo.ch.

I due paesi sono intenzionati a finalizzare l’accordo in tempi brevi anche perché le elezioni in India, previste nel mese di marzo, potrebbero portare a un rimpasto governativo, spiega Zbinden.

I negoziati con Nuova Delhi non sono più difficili di altri, puntualizza Zbinden, che in passato si è occupato di numerosi accordi di libero scambio. Ogni paese difende i propri interessi, Svizzera inclusa, aggiunge. «L’India è però ben consapevole del suo potenziale economico e dell’importanza dei suoi mercati».

Per la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, presidente della Confederazione per l’anno in corso, un accordo globale in materia di investimenti e commercio ridarà «nuovo slancio alle relazioni».

Divergenze

Prima della firma finale andranno però appianate alcune divergenze. La Svizzera vorrebbe ad esempio facilitare l’accesso al mercato indiano dei suoi prodotti chimici e farmaceutici (responsabili di circa il 30% del commercio bilaterale). L’India si mostra tuttavia reticente, rifiutando di abbassare i dazi doganali per tutta una serie di prodotti.

«Le piccole aziende indiane attive nei settori della chimica e della farmaceutica potrebbero essere in pericolo», spiega Isolda Agazzi dell’organizzazione non governativa Alliance Sud. Le piccole e medie imprese potrebbero infatti soffrire eccessivamente della concorrenza dall’estero, ciò che potrebbe comportare la perdita di migliaia di posti di lavoro.

La Svizzera punta inoltre sul rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale e sull’estensione del periodo di protezione dei brevetti. In questo modo Berna intende evitare che i produttori indiani di generici approfittino dei test clinici realizzati da altre aziende.

Rafforzare le regole sui brevetti, avverte Alliance Sud, comprometterebbe la produzione locale di generici. Secondo Agazzi, la Svizzera dovrebbe seguire l’esempio dell’Unione europea, che nelle sue trattative per un accordo di libero scambio con l’India ha rinunciato ad alcune richieste sull’esclusività dei dati.

Aumentare le quote

Un altro punto controverso concerne una maggiore apertura del mercato svizzero ai servizi indiani, in particolare nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

La richiesta indiana si scontra in effetti con la politica migratoria della Confederazione, più restrittiva nei confronti dei paesi non europei. Mentre i cittadini dell’UE e dell’AELS sono liberi di lavorare in Svizzera (in base all’accordo sulla libera circolazione delle persone del 2002), i lavoratori dei paesi Terzi sono invece sottoposti a limitazioni. Solamente le persone altamente qualificate possono ottenere il diritto di lavorare in Svizzera.

Quest’anno sono soltanto 8’500 i permessi previsti dalle autorità elvetiche per i non europei intenzionati a lavorare in Svizzera per un periodo prolungato, ciò che rende difficile la mobilità dei lavoratori ICT.

E mentre il settore ICT indiano continua a crescere, in Svizzera si preannuncia una penuria di specialisti a partire dal 2017. Per Andreas Knöpfli, presidente della federazione delle tecnologie informatiche Swico, si dovrebbe dunque procedere a un aumento controllato delle quote e, al contempo, incitare le aziende a investire in personale IT.

La presidente indiana Pratibha Patil è in Svizzera per una visita di due giorni (3-4 ottobre).

Scopo del viaggio: migliorare le relazioni bilaterali tra i due paesi e rafforzare la cooperazione nel settore finanziario e della ricerca.

Nel discorso tenuto lunedì a Berna, Patil ha ringraziato la Svizzera per aver sostenuto la candidatura dell’India quale membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU per il periodo 2011-2012. La presidente spera di avere il sostegno elvetico anche per ottenere un seggio permanente.

In serata, il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann ha incontrato la delegazione economica per discutere dell’accordo di libero scambio e della sua visita in India avvenuta in aprile.

Le due delegazioni hanno poi sottoscritto un memorandum d’intesa (Memorandum of Understanding) per istaurare un dialogo sulle questioni finanziarie, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra l’India e la Svizzera in questo campo.

Il programma di martedì prevede la firma di una dichiarazione d’intenti all’Università di Losanna per la creazione di una cattedra di Studi indiani intestata al filosofo e premio Nobel della letteratura Rabindranath Tagore.

Le relazioni economiche bilaterali tra la Svizzera e l’India sono in costante evoluzione: il volume degli scambi commerciali è passato da 1,6 miliardi di franchi nel 2004 a 3,6 miliardi nel 2010 (con un’eccedenza a favore della Svizzera di 1,5 miliardi).

  

Tra i principali prodotti elvetici di esportazione vi sono macchine, prodotti chimici e farmaceutici, pietre e metalli preziosi, strumenti di precisione.

Quasi 200 aziende elvetiche dispongono di succursali o filiali in India, che complessivamente occupano circa 60’000 persone. Le imprese indiane presenti nella Confederazione sono un centinaio.

Tra le ditte indiane ICT attive in Svizzera si possono citare Infosys, Cognizant, Polaris e Birlasoft.

Traduzione e adattamento di Luigi Jorio

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