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Più pesce, meno latte, a ritmi frenetici

Pausa pranzo significa sempre più spesso spuntino per strada Keystone

Tutto evolve, anche le abitudini alimentari. E non sempre in bene. Oggi i giovani svizzeri si nutrono in modo meno salutare degli anziani.

È la conclusione a cui giunge un’indagine dell’Ufficio federale di statistica, che aggiunge: quando mangia, un terzo della popolazione non bada alla propria salute.

Nella sua fotografia delle abitudini alimentari degli svizzeri, l’Ufficio federale di statistica (UST) ha constatato che un terzo della popolazione non bada alla propria salute quando si mette a tavola. Tavola? Non proprio, visto che vita frenetica, pause pranzo brevi e lunghi tragitti casa–lavoro–scuola spingono molta gente, soprattutto i giovani, verso uno stile «mordi e fuggi» fatto di fast food, take away e pasti consumati in piedi.

Mangia regolarmente «per strada» il 27% degli svizzeri italiani e francesi. Il fenomeno è meno diffuso nella Svizzera tedesca, dove la percentuale scende al 19%. La ristorazione veloce è inoltre più diffusa nelle zone urbane (22%) che in campagna (17%).

Veloce

Secondo i dati dell’UST – che coprono il decennio 1992-2002 – cibarsi al fast food almeno una volta la settimana è una realtà per il 54% dei giovani tra i 15 e i 24 anni. In queste occasioni, il 40% di loro non consuma né frutta, né verdura.

Ma perché i giovani amano il fast food? «Le ragioni sono molteplici», spiega a swissinfo l’etnologa Isabelle Raboud, curatrice del Museo dell’alimentazione di Vevey. «Non costano molto, offrono un quadro diverso da quello famigliare, ci si può andare a qualsiasi ora e si sa cosa si mangerà, senza sorprese».

Isabelle Raboud mette in guardia dalle equazioni troppo facili. «Rapido e malsano è senza dubbio una verità per certi tipi di fast food, ma non bisogna generalizzare. Già nel corso dell’antichità si vendevano delle gallette di pane per le strade delle città a persone alle quali faceva comodo consumarle sul posto. Si può mangiare del buon pane, del formaggio e una mela senza perdere troppo tempo, mentre non è affatto certo che i ristoranti propongano dei piatti del giorno equilibrati e poco grassi».

Mangiare fuori casa non è un vezzo, ma una necessità imposta dal nostro stile di vita. «Le nostre scuole, che non offrono dei pasti ai ragazzi, sono in ritardo sull’evoluzione della società», commenta Isabelle Raboud. «Le donne che lavorano non possono essere a casa a preparare il pranzo». Ma invece di tener conto di questa realtà e di istituzionalizzare le mense scolastiche, «si accusano i genitori di non insegnare ai figli a nutrirsi correttamente! È ovvio che in questo contesto i fast food abbiano la vita facile».

Meglio gli anziani

Il cibo oggi è ovunque, dalle stazioni di servizio agli uffici postali. «È l’esaltazione dell’individuo che sceglie», commenta Isabelle Raboud. E scegliere, soprattutto per degli adolescenti, non è sempre facile.

«È vero», dice a swissinfo Roland Calmonte, esperto dell’UST, «le abitudini alimentari dei giovani sono peggiorate. «In compenso, quelle delle persone anziane sono migliorate di molto». Gli anziani mangiano molta più frutta e verdura rispetto a dieci anni fa, mentre i giovani ne consumano sempre meno.

Tutti sembrano invece aver capito quanto sia importante assumere una buona quantità di liquidi. Solo il 4% beve meno di un litro al giorno che è la quantità minima consigliata dalla Società svizzera di nutrizione (alcolici esclusi, ben inteso!).

Pesce, di più ma poco

Tra gli altri dati presentati dall’UST spicca la diminuzione della percentuale di persone che consumano spesso prodotti a base di carne (dal 43 al 36%). Sale invece la percentuale di chi mangia pesce almeno una volta la settimana (dal 60 al 66%).

Quasi tutta la popolazione consuma quotidianamente latticini, ma il latte di per sé sta perdendo popolarità, soprattutto tra i giovani. Il 38% della popolazione non ne beve mai.

Per Isabelle Raboud, non si tratterebbe però di cambiamenti veramente importanti. «Dieci anni sono poca cosa al confronto della storia… Bisogna fare le debite proporzioni. In percentuale si mangia più pesce, è vero, ma in termini di chili la differenza è quasi insignificante…».

Donne più attente

Rispetto agli uomini (61%), le donne (76%) fanno più attenzione a quello che mangiano. In parte si tratta di un’eredità storica, in parte di pressioni sociali che costringono soprattutto le donne a confrontarsi con il loro aspetto fisico.

Tra i fattori che rendono più difficile seguire un’alimentazione sana vi sono i costi elevati, le abitudini, le costrizioni della vita quotidiana e il tempo necessario all’acquisto e alla preparazione dei pasti.

L’UST osserva che gli uomini che vivono in una famiglia consumano molta più frutta, verdura, formaggio, latte e pesce e frequentano meno i locali di ristorazione rispetto ai single. Nelle donne la differenza è meno marcata.

swissinfo, Doris Lucini

Abitudini sane? Il 18% degli svizzeri non mangia verdura tutti i giorni.
Il 34% non consuma frutta quotidianamente.
Il 36% mangia carne o salumi almeno una volta al giorno per almeno cinque giorni la settimana.
Il 4% beve meno di un litro al giorno.
Il 12% mangia più volte la settimana in un fast food.
Il 31% dice di non prestare alcuna attenzione all’alimentazione.
Il 37% è in sovrappeso.

L’inchiesta sulle abitudini alimentari fa parte del programma svizzero di rilevamento dello stato di salute della popolazione.

Si tratta d’indagini statistiche svolte a ritmo quinquennale. Prendono in considerazione persone con più di 15 anni che vivono in un’economia domestica.

I risultati pubblicati recentemente si basano sui dati raccolti nel 2002 presso 19’700 persone. Le precedenti indagini si sono svolte nel 1992/93 e nel 1997.

Il programma prevede domande sullo stato di salute, sulle condizioni e sullo stile di vita, sul rapporto col sistema sanitario (assicurazione malattia, visite mediche, bisogno di prestazioni sanitarie).

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