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Più morti sulle strade italiane che nell’attacco alle Torri gemelle

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Hypercorsivo di Massimo Donelli

I dati del 2014 non sono ancora disponibili, ma, secondo i primi calcoli, potrebbero essere addirittura peggiorativi rispetto a quelli del 2013Collegamento esterno. Che hanno avuto l’effetto di un pugno nello stomaco: 3.385 morti per incidente sulle strade italiane.

Una strage.

Peggio, in termini dimensionali, dell’attacco suicida alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001Collegamento esterno, in cui si contarono 2.752 vittime.

Pazzesco, no?

Pazzesco.

E inaccettabile.

Tantopiù inaccettabile perché, in questo paesaggio di morte, come se l’orrore non bastasse, aumentano i casi di pirateriaCollegamento esterno. Ossia di incidenti in cui il colpevole scappa, spesso lasciandosi alle spalle un essere umano ferito e, in molti casi, agonizzante. Negandogli, così, un soccorso immediato. E spesso, di fatto, condannandolo a morte.

L’anno scorso i pirati della strada sono stati più di mille. Ad essere precisi, 1.009.

Per una volta, peggio il Nord del Sud: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono le tre regioni in cui si è registrato il numero più alto di omissioni di soccorso.

Purtroppo, solo un colpevole su due è stato identificato. E in tre casi su quattro si tratta di un italiano. Nessuno di loro, però, ha da temere più di tanto. Come è capitato di raccontare scrivendo delle peripezie giudiziarie di Fabrizio Corona, in Italia gli assassini fanno poca galera. E i killer della strada ancora meno.

Ma torniamo ai pirati.

Spesso guidano ubriachi. O drogati. O tutt’e due. E non di rado sono senza patente perché gli è già stata ritirata per un altro incidente. Molti, poi, scappano perché non sono assicurati.

Gentaglia, insomma.

Che quasi sempre la fa franca. E, invece, meriterebbe punizioni dure, esemplari: sarebbero la miglior forma di persuasione per indurre tutti a una maggiore prudenza.

Direte: e il governo che cosa fa? Si volta dall’altra parte come tutti i governi che lo hanno preceduto? La politica non si… abbassa a occuparsi di incidenti stradali? Possibile che nessuno abbia letto il testo di Via sicuraCollegamento esterno giusto per farsi un’idea o, magari, per copiarlo paro paro?

Appena diventato presidente del Consiglio, Matteo RenziCollegamento esterno aveva promesso di andare ogni mercoledì in una scuola. L’ha fatto quattro volte, poi ha smessoCollegamento esterno.

Renzi, fra le tanteCollegamento esterno, aveva fatto anche un’altra promessa, sigillata, addirittura, nel discorso di insediamento al Senato tenuto a febbraio: istituire il reato di omicidio stradaleCollegamento esterno.

Perso un anno senza aver mantenuto la parola, a dicembre, con un videomessaggio, ha pensato bene di chiedere una proroga: la legge arriverà, ha detto solennemente, entro il 2015.

Sono già passati cinque mesi.

Nel frattempo, è drammaticamente cresciuto il numero di bambini morti sulle stradeCollegamento esterno (65 nel 2014 contro i 13 del 2013) e solo sotto la spinta dell’ennesimo caso di pirateriaCollegamento esterno il 20 maggio la Commissione Giustizia del Senato ha varato il disegno di leggeCollegamento esterno che prevede 12 anni di galera per gli assassini al volante.

Quando sarà approvato dal Parlamento?

Mentre pochi giorni fa un altro omicidio stradaleCollegamento esterno nel cuore di Roma ha sconvolto gli italiani provocando nuove polemiche, nessuno oggi è in grado di garantire una data certa all’opinione pubblica.

Non resta, perciò, che affidarsi all’impegno di Renzi.

Che ha ancora sette mesi per poter proclamare: “Promessa mantenuta!”.

Non vediamo l’ora di ascoltare queste due parole: saremmo i primi ad applaudirlo.

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