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Più donne ai posti chiave dell’economia

Le donne rappresentano tuttora una piccola minoranza ai vertici delle aziende imagepoint

La consigliera federale Doris Leuthard vuole favorire l'accesso delle donne ai vertici delle imprese. Una maggiore presenza femminile è giustificata non solo per un principio di equità, ma anche per motivi di carattere economico.

In Svizzera la quota di donne nei posti dirigenziali si situa soltanto sul 4% e solo un terzo delle aziende sono dirette da una rappresentante femminile.

“Dobbiamo aumentare la nostra parte nella popolazione attiva”, ha dichiarato lunedì Doris Leuthard a Horgen, nel canton Zurigo, nel corso della giornata di studio intitolata “potentiELLE”, che fa seguito ad un rapporto presentato in dicembre dal governo svizzero.

La ministra dell’economia ha invitato le donne a passare all’azione, dando il loro contributo per promuovere il principio della parità dei sessi, sancito dalla Costituzione federale.

L’esortazione di Doris Leuthard ha però anche motivazioni economiche: la popolazione attiva è infatti destinata a ridursi, mentre aumenta la richiesta di manodopera qualificata. A questo punto rimarranno due alternative: “prolungare la durata della vita attiva oppure migliorare l’integrazione delle donne sul mercato del lavoro”.

“Non possiamo permetterci di rinunciare alla forza lavoro delle donne”, ha aggiunto la responsabile del Dipartimento federale dell’economia (DFE), ricordando che le donne dispongono di un’ottima formazione scolastica e universitaria.

Buon esempio del DFE

Lo stesso DFE intende dare il buon esempio e ha fissato l’obiettivo strategico di rafforzare a medio termine la presenza femminile in tutte le sue direzioni. “L’obiettivo è che la quota parte di donne nelle direzioni del DFE raggiunga il 25% entro il 2015”, ha spiegato Doris Leuthard.

Perché ciò sia possibile saranno necessarie condizioni quadro ottimali per conciliare famiglia e lavoro. “Continueremo inoltre a mettere l’accento sui programmi di accompagnamento professionale (“mentoring” e “management development”) e sui seminari di formazione che permettano alle donne di identificare e di concretizzare i loro potenziali”.

Per Doris Leuthard, lo Stato non deve fissare quote femminili per le direzioni delle imprese o fissare nelle leggi misure per la promozione delle donne.

Il suo compito è invece quello di garantire condizioni quadro che permettano un migliore accesso al mondo del lavoro, ad esempio con possibilità di formazione variabili e accessibili nelle varie situazioni della vita e attraverso infrastrutture d’accoglienza extrafamigliare.

Contributo del padronato

Doris Leuthard ha quindi invitato le imprese ad offrire modelli di lavoro più adeguati ai bisogni delle famiglie e ad accordare alle donne maggiori possibilità di seguire una carriera professionale.

Presente ad Horgen, il direttore dell’Unione padronale svizzera Thomas Daum si è detto favorevole alle richieste avanzate dalla ministra dell’economia.

“In Svizzera circa il 60% delle donne lavorano. Si tratta di un livello molto alto rispetto ai paesi vicini. Ma va anche detto che molte donne lavorano soltanto a tempo parziale. Dobbiamo quindi fare di più per integrare questa manodopera, spesso ben qualificata, nel mondo del lavoro”, ha spiegato Daum.

Reazioni positive sono giunte anche da diversi altri esponenti dell’economia che hanno partecipato alla giornata di studio.

“È la prima volta che dei dirigenti aziendali affermano di voler impegnarsi in questo modo per migliorare l’integrazione delle donne ai livelli dirigenziali più alti. È chiaro che i partecipanti non risolveranno tutti i problemi, ma la discussione continuerà in futuro”.

swissinfo e agenzie

La conferenza “potentiELLE” ha come scopo di promuovere le possibilità di carriera delle donne nel mondo del lavoro. A questo incontro hanno preso parte circa 200 donne di affari.

La giornata di lavoro vuole permettere ai partecipanti di scambiare informazioni sulle loro esperienze e migliorare la visibilità delle donne nel mondo del lavoro.

La conferenza è stata organizzata dal Dipartimento federale dell’economia, dalle autorità cantonali di Zurigo e da alcune associazioni femminili.

Solo il 25% dei membri del Parlamento svizzero sono di sesso femminile. Con questa percentuale, la Svizzera si situa al 31esimo rango a livello mondiale.
Nel 2004, il salario medio delle donne svizzere raggiungeva 4,735 franchi, contro 5’910 degli uomini. La differenza è del 20%.
Tre quarti degli uomini in età lavorativa hanno un’attività professionale, contro il 60% delle donne. Il 57% delle donne che lavorano hanno un impiego a tempo parziale, contro il 12% degli uomini.

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