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Periodo intenso per l’italianità in Svizzera

Una ricostruzione del volto di Dante Alighieri esposta nel 2007 all'Università di Bologna Reuters

Tra settembre e novembre la Confederazione è stata teatro di svariate manifestazioni legate alla lingua italiana. Swissinfo.ch ha stilato un bilancio con Piero Di Pretoro, direttore dell'Istituto italiano di cultura di Zurigo.

In questo periodo dell’anno in Svizzera, e a Zurigo in particolare, le attività culturali italiane diventano più numerose e visibili.

Succede da quando l’Italia ha deciso di collocare nel mese di ottobre la «Settimana della lingua italiana nel mondo» attraverso gli Istituti Italiani di Cultura sparsi nel mondo, concentrando così nel periodo che va da settembre a novembre molti notevoli sforzi promozionali.

Si tratta di conferenze, mostre, concerti, spesso di elevata qualità, che però non riescono a frenare il calo d’interesse da più parti segnalato soprattutto nei confronti della lingua italiana.

Un fenomeno riscontrato anche in Svizzera, dove l’inglese è ormai più insegnato e, almeno sul posto di lavoro, più parlato dell’italiano, che pure è una delle lingue nazionali.

Di tale problema, e di come ci si muove per affrontarlo, swissinfo.ch ha parlato con Piero Di Pretoro, direttore dell’Istituto italiano di cultura in Svizzera, che ha sede a Zurigo.

swissinfo.ch: l’Italia ha in Svizzera, al contrario della Francia e della Germania, un proprio Istituto di promozione culturale. Nonostante questo vantaggio, la conoscenza della lingua italiana si va riducendo nella Svizzera tedesca e francese. Che succede?

Piero Di Pretoro: In termini generali, negli ultimi vent’anni c’è stata una perdita di posizioni dell’italiano in tutta Europa, soprattutto nei Paesi di lingua tedesca.

Tale arretramento, secondo il Ministero degli Esteri italiano, viene però ampiamente compensato dall’espansione della lingua nelle due Americhe e in Asia. In Svizzera la situazione è sicuramente migliore che in Germania, ma anche qui si avverte una crisi dell’italiano.

swissinfo.ch: E l’Istituto Italiano di Cultura come reagisce?

P.D.P.: Oltre che organizzando corsi di lingua italiana, ricercando il contatto e la collaborazione soprattutto con gli insegnanti di italiano nei licei svizzeri, per unire le forze ed offrir loro quel che possiamo.

Per esempio: organizzare seminari di aggiornamento per insegnanti; portare nelle classi di italiano scrittori, poeti, registi, cantautori e giornalisti; offrire anche piccoli premi o piccole borse di studio agli studenti.

È un lavoro invisibile, che speriamo serva a puntellare la situazione. Naturalmente devono anche attivarsi la Svizzera italiana e le autorità federali. C’è poi la numerosa comunità di immigrati italiani, per la quale hanno luogo e vengono finanziati dall’Italia i corsi di lingua e cultura.

swissinfo.ch: Come valuta la collaborazione con le autorità svizzere, in particolare con quelle cantonali del Ticino?

P.D.P.: Il grosso della nostra attività si svolge nella Svizzera tedesca e francese. Vorrei comunque intensificare i rapporti col Ticino, finora piuttosto scarsi. Pensiamo che il Ticino, avendo un filo diretto con l’Italia e la Lombardia, non abbia molto bisogno di noi. E con il misero budget che mi ritrovo, temo di non avere molto da offrire.

Uno spunto mi è però venuto dalla Pro Helvetia, che mi ha parlato del progetto di organizzare uno scambio di artisti tra il Ticino e la Lombardia, da realizzare nel 2012. Questo significherebbe fare del Ticino un ponte, per gli artisti italiani, verso la Svizzera tedesca e, per gli artisti svizzeri, verso l’Italia. Il mio Istituto di Cultura fornirà a tale progetto tutto l’aiuto possibile.

swissinfo.ch: La Settimana della lingua italiana propone ogni anno in autunno un’indigestione di manifestazioni. Ma non si dovrebbe fare promozione culturale tutto l’anno?

P.D.P.: L’idea della Settimana della lingua italiana nel mondo è nata dall’ex presidente e ora presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, con l’intento di realizzare un ciclo di manifestazioni che richiamasse l’attenzione generale sulla lingua italiana, i suoi molteplici aspetti e i suoi agganci con la storia e la civiltà.

Naturalmente, non basta una settimana all’anno. Per il resto, la promozione della lingua e della cultura italiana è primario compito istituzionale degli Istituti di cultura durante tutto l’anno.

swissinfo.ch: Nonostante la ricchezza di collaborazioni e di programmi, l’italiano continua a regredire a favore dell’inglese. Come mai?

P.D.P.: L’inglese è oggi la lingua mondiale; e sarebbe ridicolo pensare che l’italiano o il francese o il tedesco possano farle concorrenza. L’italiano resta comunque una grande lingua di cultura, ha un glorioso passato ed ha influenzato fortemente il lessico di tutte le altre lingue europee.

È inoltre indispensabile per chi studia l’antichità classica (archeologi, filologi classici), la musica, la storia dell’arte e s’interessa di moda. Ma non si può qualificare lingua mondiale.

Certo, l’italiano potrebbe essere molto meglio sostenuto e promosso all’estero; e un’alleanza a tal fine fra l’Italia e la Svizzera sarebbe molto utile. Diciamo che l’Italia ha percepito un po’ tardi l’importanza di promuovere e sostenere la lingua.

Va anche detto che negli ultimi anni c’è stata la crescita dello spagnolo, che per esempio in Germania sta superando ampiamente il francese. Le lingue, come i vestiti, sono anche una questione di moda. Lo spagnolo ha il suo fascino, ed è a suo modo anche una lingua mondiale.

swissinfo.ch: C’è stata anche una perdita d’immagine dell’Italia?

P.D.P.: Certo. E per molte ragioni che non sono solo politiche, ma anche storiche. E questo si riflette nel parziale declino dello studio dell’italiano.

Silvano De Pietro, swissinfo.ch

L’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, aperto il 18 febbraio 1950, è la rappresentanza culturale dello Stato italiano in Svizzera. È un ente pubblico, Ufficio all’estero del Ministero italiano degli Affari Esteri ed appartenente alla rete dei circa novanta Istituti Italiani di Cultura nel mondo.

Il suo obiettivo prioritario è costituito dal sostegno e dalla diffusione della lingua e della cultura italiane.

Con un budget di 125 mila euro all’anno e uno staff di quattro persone, l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo organizza e promuove, possibilmente con la collaborazione e la partecipazione di enti ed istituzioni cultuali elvetici, ogni forma di iniziative nei vari settori della cultura.

Esso offre inoltre corsi di lingua e cultura italiana, una biblioteca (circa 9’000 volumi) e una mediateca.

Fra gli altri compiti di informazione e documentazione al pubblico, vi é anche quello della concessione di borse di studio a studenti di lingua italiana nelle diverse istituzioni, ed a persone interessate alla cultura italiana.

Quest’anno ha suscitato un vasto apprezzamento il convegno internazionale su «Galileo scienziato, filosofo e scrittore», tenuto a metà ottobre al Politecnico federale di Zurigo.

Da segnalare inoltre, tra le tante iniziative, il concerto del celebre violinista italiano Uto Ughi e la tavola rotonda «Italiano: a che punto è la notte?», organizzata all’ateneo zurighese.

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