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Per un’azione coordinata contro la violenza coniugale

Anche in Svizzera le donne non sono al riparo dalla violenza domestica Keystone

La violenza nella coppia, in Svizzera, è un fenomeno diffuso, con cause e rimedi complessi. Per prevenirla e contrastarla in modo efficace e duraturo, la Confederazione ha elaborato un rapporto sulle cause e le misure. Nonostante i progressi, molto resta ancora da fare.

Da inchieste rappresentative è emerso che in Svizzera circa il 20% delle donne subisce violenza fisica o sessuale esercitata dall’uomo all’interno della coppia. Tra il 20 e il 40% subisce violenza psicologica. In media, tra il 2001 e il 2004, la violenza nella coppia ha provocato la morte di 22 donne e di 4 uomini all’anno.

Su questo fenomeno “è molto difficile fornire cifre, poiché per ora non esiste alcuna statistica nazionale. Perciò si è cercato di quantificarlo tramite ricerche di prevalenza”, spiega Marianne Schär Moser, coautrice dello studio “Violenza nei rapporti di coppia – Cause e misure adottate in Svizzera”, su cui è basato il rapporto approvato il 13 maggio dal governo elvetico.

Questa lacuna sarà colmata l’anno prossimo dalla nuova Statistica criminale di polizia, nella quale saranno integrati i dati sulla violenza domestica, ha precisato la direttrice dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU) Patrizia Schulz nella conferenza stampa di presentazione del rapporto a Berna.

Quel che celano le statistiche

La statistica è certamente un elemento essenziale per analizzare il fenomeno. Però non dice tutto. Infatti, “riporta solo i casi registrati dalle polizie. E questi rappresentano soltanto una minima parte. La maggior parte dei casi resta nascosta”, osserva Marianne Schär Moser.

La ricercatrice invita anche alla prudenza nell’interpretazione delle statistiche. Queste indicano che la violenza nelle coppie è più frequente nelle fasce meno abbienti della popolazione e fra i migranti. “Non bisogna però dimenticare che è più facile che la polizia sia allertata perché i vicini si accorgono di quanto succede nell’appartamento accanto, piuttosto che da qualcuno che si accorge di quel che accade all’interno di una villa in mezzo a un giardino”.

Nessuna distinzione di classe e cause molteplici

Studi e statistiche hanno dimostrato che “la violenza di coppia esiste in tutte le fasce della popolazione. Non c’è nessuna classe sociale al riparo”, sottolinea la Schär Moser.

La ricercatrice è tassativa anche sul fatto che non c’è una sola causa e non ci sono nemmeno fattori che portano inesorabilmente alla violenza domestica. Questa è invece piuttosto il prodotto di “una rete complessa di cause e fattori di rischio che interagiscono a vari livelli, da quello del singolo autore di violenza, passando per la coppia, fino all’intera società”.

Fra i fattori a rischio individuati dai ricercatori vi sono per esempio esperienze di violenza vissuta come vittima o testimone nell’infanzia, abuso di alcool e consumo di droghe, comportamenti antisociali o criminali, ma anche stress, disparità di potere nella coppia, isolamento sociale della coppia, disuguaglianze fra i sessi nella società.

Una violazione dei diritti umani

In ogni caso la violenza domestica non è una fatalità: può e deve essere prevenuta e combattuta. La modifica legislativa che, dal 2004, in Svizzera consente di perseguire d’ufficio tali atti è stato un segnale importante per l’opinione pubblica: le “fa capire che la violenza all’interno della coppia non è una questione che appartiene alla sfera privata, bensì una violazione dei diritti umani”, sottolinea Marianne Schär Moser. Tale consapevolezza agevola anche la denuncia.

Poiché le cause sono complesse, anche le misure di lotta lo sono. “Occorre costruire una vera rete che permetta di agire contemporaneamente a diversi livelli”, dice la studiosa. “L’ideale naturalmente è prevenire. Ma quando ciò non è stato possibile, è essenziale almeno intervenire tempestivamente per impedire che la violenza continui”.

Più bravi i poliziotti dei dottori

Il rapporto valuta positivamente l’operato delle polizie. Qui sono stati conseguiti notevoli progressi, grazie alle campagne di sensibilizzazione e soprattutto alla formazione permanente.

“La polizia svolge un ruolo centrale, perché solitamente è la prima a intervenire. Perciò è fondamentale che agisca correttamente”, afferma Patricia Schulz.

Lo studio mette invece in luce carenze nel lavoro dei medici, che pure hanno un ruolo fondamentale nell’individuazione precoce della violenza domestica. Secondo le ricercatrici, sono necessari programmi specifici nella formazione dei medici.

Fra i punti negativi, si denuncia l’assenza di studi in Svizzera sulla violenza perpetrata da donne su uomini all’interno della coppia e si lamenta la mancanza in Ticino di un’offerta di consulenza e programmi per persone violente in ambito familiare. “Per risolvere il problema in modo duraturo è fondamentale che l’autore sia aiutato a interrompere la spirale di violenza”, spiega Marianne Schär Moser.

Un rapporto per rafforzare le sinergie

Globalmente in Svizzera ci sono “molte e valide offerte” in materia di prevenzione e di aiuto alle vittime e, ad eccezione del Ticino, degli autori di violenza domestica. “Nonostante gli sforzi di coordinamento, però, si approfitta ancora troppo poco gli uni degli altri. Soprattutto fra le diverse regioni linguistiche gli scambi sono insufficienti”, rileva la ricercatrice.

Un rafforzamento della cooperazione e un’ottimizzazione del coordinamento fra operatori, Cantoni e Confederazione, cui dovrebbe dare un impulso questo rapporto, ha auspicato la Schär Moser.

Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

Nel 2005, la Camera del popolo ha approvato un postulato della deputata socialista Doris Stump che chiedeva al governo federale un rapporto sulle cause della violenza nello spazio sociale di prossimità.

Incaricato all’inizio del 2008 di redigere il rapporto, l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo ha focalizzato l’inchiesta sulla violenza maschile sulle donne all’interno della coppia.

La ricerca su cause e misure è stata affidata a due ricercatrici, Theres Egger e Marianne Schär Moser, che hanno consegnato lo studio nell’autunno 2008.

Il documento offre una panoramica delle possibili cause della violenza nella coppia, documenta lo stato attuale della ricerca e fornisce un quadro e una valutazione delle misure legislative e istituzionali adottate negli ultimi anni in Svizzera.

Sulla base dello studio è stato stilato il relativo rapporto, approvato il 13 maggio 2009 dall’esecutivo federale, che si impegna a proseguire, ampliare e ottimizzare il lavoro di coordinamento e di sostegno dei diversi servizi della Confederazione in materia di prevenzione.

In futuro il governo intende commissionare un’analisi dei costi economici della violenza. Prevede pure di evidenziare le lacune nella ricerca sulla violenza nello spazio sociale di prossimità e porvi rimedio incentivando la realizzazione di studi specifici.

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