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Itamar, un attivista israeliano con un tocco svizzero

Itamar in Cisgiordania in compagnia di un contadino
Itamar assieme a un contadino palestinese. Sulla collina si trova un avamposto militare israeliano. swissinfo.ch

Itamar è un attivista per la pace israeliano con radici svizzere. Si augura di cuore anche per la sua seconda patria quanto ha conosciuto nel suo paese d’origine.

Se si volessero elencare le cose che in Israele non mancheranno mai, in testa alla classifica troviamo l’humus, i problemi e le organizzazioni per la pace. L’ONG Combatants for PeaceCollegamento esterno (Combattenti della pace) è una delle più importanti del paese. I suoi membri viaggiano nel mondo intero per tenere conferenze, hanno una folta comunità di sostenitori in Israele e sono noti per i loro modi moderati ma determinati.

Il documentario «Disturbing the Peace» uscito l’anno scorso ha reso gli attivisti dell’ONG ancora più conosciuti anche sul piano internazionale. Anche nel più recente romanzo della scrittrice di best-seller israeliana Lizzie Doron, Sweet Occupation, è descritto l’incontro dell’autrice con un attivista palestinese dell’organizzazione. Tuttavia, il risultato più notevole raggiunto dall’ONG è la nomina per il Premio Nobel per la pace 2017.

La maggior parte degli israeliani di Combatants for Peace erano una volta soldati armati che oggi combattono contro l’occupazione israeliana in Cisgiordania. Molti palestinesi e israeliani arabi dell’organizzazione sono stati in prigione per delitti più o meno gravi contro gli ebrei, ma oggi si sono distanziati dalle forme di resistenza violente. Si potrebbe quasi dire che l’organizzazione è un raggruppamento di persone illuminate che si sono trovate.

«In Libano il compito era chiaro. In Cisgiordania no»

Tra i 200 membri attivi vi è anche il tocco svizzero di Itamar Feigenbaum. Il 45enne, figlio di una svizzera e un israeliano, è nato a Berna ed è oggi insegnate di fisica. All’età di quattro anni si trasferì in Israele dove è cresciuto come tutti gli altri: non appena diventò maggiorenne dovette compiere il servizio militare. Itamar è stato paracadutista, ha lottato contro gli Hezbollah nel sud del Libano, ma è anche stato stazionato in Cisgiordania.

Compiti contrastanti che, come ci racconta, lo hanno portato a diventare attivista per la pace. «In Libano i fronti sono chiari. Gli Hezbollah sono il nemico contro cui devi lottare. In Cisgiordania è diverso. Non è una vera lotta, non vi è un compito preciso. Ci sono quasi solo civili». Anche dopo il servizio militare, considerando i fronti in Cisgiordania, ha pensato spesso che né i soldati israeliani né i palestinesi dovrebbero essere nella situazione in cui si trovano.

Oggi, Itamar coordina le operazioni in Cisgiordania di Combatants for Peace. Si occupa per esempio della pianificazione di quale membro israeliano accompagna quale contadino palestinese con il bestiame al pascolo. «Spesso i contadini transitano con il loro bestiame nella regione e si avvicinano molto agli insediamenti israeliani. Anche in generale, si devono spesso confrontare con i soldati. Se è presente un israeliano della nostra organizzazione, spesso è possibile ridurre le tensioni e anche i palestinesi si sentono più sicuri». Itamar vive ad Afula, nel nord di Israele molto vicino alla Cisgiordania. Visita i contadini con frequenza variabile, da più di una volta alla settimana a un paio di volte al mese, a seconda del lavoro.

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L’ONG Combatants for Peace è attiva in molti settori. Organizza manifestazioni comuni, in cui le due parti scandiscono unite slogan contro l’occupazione e a favore di una coesistenza pacifica. In occasione di manifestazioni mensili, israeliani e arabi si incontrano per condividere visioni e discuterne insieme. Tuttavia, la manifestazione più importante è il giorno commemorativo in alternativa al Giorno dell’indipendenza israeliana in primavera: Combatants for Peace non ricorda solo i soldati e le vittime che hanno perso la vita nella guerra e negli attacchi terroristici dalla fondazione dello Stato di Israele, ma richiama anche attivamente l’attenzione sulle sofferenze attuali in entrambe le parti tematizzando la storia di entrambi i popoli. L’anno scorso hanno partecipato quasi 4’500 persone.

La Svizzera come esempio

Sette anni fa, Itamar, sua moglie e i suoi due figli sono tornati per un anno in Svizzera dove hanno vissuto in campagna tra i contadini e la natura. «In Svizzera ho imparato molto sulla vita rurale», ricorda. «Soprattutto quanto sia importante per i contadini potersi muovere liberamente e avere spazio a sufficienza. Sono tante nozioni che oggi mi aiutano molto nella collaborazione con i contadini palestinesi».

Quando in Israele qualcosa non funziona come dovrebbe, spesso si sente dire «non siamo in Svizzera qui!». Anche Itamar ha già sentito questa frase frequentemente. «In realtà vorrei che anche Israele sia un po’ più come la mia seconda casa: in Svizzera molte persone diverse vivono insieme pacificamente rispettandosi a vicenda. Me lo auguro anche per Israele».

L’ONG Combatants for Peace è in visita in Svizzera il 3 e 4 ottobre. A Ginevra si terrà una proiezione del film “Disturbing the Peace”» in presenza degli attivisti e in collaborazione con l’ONG ginevrina B8ofHopeCollegamento esterno.

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Traduzione dal tedesco di Michela Montalbetti

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