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Per il Grand Hotel sono tempi di “amarcord”

Ultima stagione per il Grand Hotel di Locarno, primo grande ritrovo glamour del Ticino swissinfo.ch

Ritrovo chic dei cinefili del Festival del film di Locarno, fu il primo albergo di lusso del Ticino. Ospitò, dalla sua nascita, politici, artisti, intellettuali di mezzo mondo.

Ma la sua fine è ormai segnata: terminata la stagione estiva, il Grand Hotel chiuderà i battenti.

Un brutto colpo. Per il Cantone e per Locarno. La città ha già perso l’Hotel Muralto e il Beau Rivage e dovrà dire addio anche al famoso Hotel Reber. Tutti alberghi di prestigio che per anni hanno dato ospitalità anche agli ospiti illustri del Festival internazionale del film di Locarno.

Il Festival perde l’ anima più scintillante

“La probabile chiusura del Grand Hotel – commenta a swissinfo il presidente del Festival internazionale del film di Locarno Marco Solari – è un disastro”.

“Non tanto per le camere, a quello si potrà rimediare. Ma per ciò che l’albergo offriva e rappresentava in termini di accoglienza”.

“Per molti festivalieri, soprattutto nordici, il Grand Hotel – continua Solari – ha sempre esercitato un irresistibile fascino, costituiva l’anima del dopo festival. Luogo di mondanità chic, ma non lussuoso. Luogo di incontro, dover perdersi anche in magnifiche illusioni”.

Non dimentichiamoci, inoltre, che il Festival internazionale del film mosse i suoi primi passi proprio al Grand Hotel, trasformando il giardino inclinato nel primo salotto di proiezione all’aperto. Era la sera del 23 agosto del 1946.

“Se penso anche alla chiusura di altri alberghi – aggiunge il presidente – c’è solo un commento possibile: le luci del lungolago di Muralto, con il loro glamour, si spengono”.

“Occorre però guardare avanti e siamo già in contatto con gli operatori di Ascona. Ma è certo – conclude Solari – che cambierà il modo di vivere e di sentire il Festival”.

Passato glorioso e futuro incerto

E ora? Che ne sarà dell’Albergo simbolo del fasti della “Belle époque”, luogo di incontro dei Grandi di Europa che nel 1925 parteciparono alla Conferenza internazionale di pace e che determinò l’ascesa di Locarno a centro di villeggiatura?

Il Grand Hotel sta a Locarno, come la Croisette a Cannes: ricevimenti, mondanità, ritrovo prediletto di registi, star del cinema, consiglieri federali, politici.

Passarono da lì Marcello Mastroianni, Roberto Rossellini, Alida Valli, Marlène Dietrich, Alberdo Sordi, Jean-Luc Godard. La lista è lunga.

“E’ da un paio d’anni – dichiara a swissinfo lo storico Francesco Mismirigo – che il destino del Grand Hôtel è segnato: tuttavia, politici e intellettuali locali non brillano per le loro prese di posizione in difesa della storica struttura, e le numerose proposte concrete di recupero non hanno avuto esito positivo”.

“E’ indiscutibile che mantenere e ristrutturare il Grand Hôtel comporta importanti investimenti. Ma quest’albergo li merita perché è un importante componente della nostra memoria storica”.

“Non è un albergo qualunque: è stato – sottolinea Mismirigo – il primo vero Palace del Cantone e il testimone di 130 anni di Storia ticinese, svizzera e internazionale. E’ stato il primo luogo con glamour internazionale”.

Ripensare l’offerta turistica

La chiusura di questi alberghi pone inevitabilmente l’ente del turismo di fronte a nuove sfide. Ne è perfettamente consapevole il giovane e dinamico direttore Fabio Bonetti:

“Sebbene la stagione attuale stia andando bene – dichiara a swissinfo Bonetti – la chiusura delle strutture si fa sentire con un calo di pernottamenti”.

“L’Hotel Muralto, per esempio, era molto attivo sul mercato internazionale e con i “tour operator”. La sua mancanza è tangibile. Già adesso. Un gruppo inglese ci ha contatto per cercare delle alternative, che non si trovano però”.

Con la trasformazione degli alberghi in appartamenti di vacanza, vengono a cadere per l’ente turistico importanti entrate finanziarie. “Meno alberghi – spiega Bonetti – significa meno entrate, che influiscono inevitabilmente anche sulla politica turistica”.

Il rischio è che la clientela medio-alta, che puntava sui 4 stelle – eleganti ma non lussuosi –, non ci sarà più. E non è detto che questa clientela si trasferisca nei celebri 5 stelle di Ascona. Il turismo sembra dunque destinato a cambiare.

Come? Non è possibile azzardare previsioni, anche perché Locarno è sempre stata meta di un turismo di un certo livello. Certo è che Locarno continuerà a puntare anche sulle famiglie e sui giovani.

Locarno non è comunque un caso a parte. “Secondo uno studio dell’Università di San Gallo – commenta Bonetti – nei prossimi anni in Svizzera chiuderanno almeno mille alberghi. Lugano, per esempio, ci ha preceduto di qualche anno. Ma la tendenza a livello nazionale deve far riflettere”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

La superficie del Grand Hotel si stende su 9 mila 791 metri quadri
Al suo interno una celebrità di Murano: il più grande lampadario del mondo
Anni di costruzione 1874-1876
E’situato sul territorio di Muralto, dietro la stazione ferroviaria di Locarno
Chiusura prevista 31 dicembre 2005
Con la chiusura a Locarno dei 4 alberghi restano nella regione 8 mila posti letto disponibili
Secondo uno studio nazionale nei prossimi anni chiuderanno in Svizzera oltre mille alberghi

Proprietà di Gianfranco Cotti (già consigliere nazionale) e di Giorgio Laudi, il Grand Hotel potrebbe essere trasformato, secondo appunto le idee dei proprietari, in un centro residenziale a cinque stelle, con un albergo di lusso di dimensioni ridotte, sale congressi, abitazioni private.

Per ristrutturare l’albergo ci vorrebbero dai 25 ai 30 milioni di franchi. Una cifra enorme. Occorre dunque dare spazio a nuove idee.

I proprietari, è stato detto, sono stanchi di continuare ad essere identificati alla fine ingloriosa di un edificio storico. E con la chiusura si concedono una pausa di riflessione.

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