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Il numero tre del Vaticano incriminato per reati sessuali

Il cardinale australiano George Pell è stato incriminato dalla giustizia del suo paese per reati sessuali commessi tra gli anni ’70 e ‘90. Accuse che il prelato respinge con vigore.

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“Il cardinale Pell deve rispondere di diverse accuse legate a crimini sessuali risalenti a diverso tempo fa”, ha dichiarato il vicecommissario della polizia dello Stato di Victoria, Shane Patton, aggiungendo durante una conferenza stampa che vi sono diversi “diversi querelanti”. Non sono però stati comunicati ulteriori dettagli sulle accuse mosse contro di lui. I fatti sarebbero avvenuti tra gli anni ’70 e ’90.

Il tesoriere del Vaticano, 76 anni, comparirà davanti al tribunale di Melbourne il 18 luglio. È la prima volta che un così alto rappresentante del Vaticano deve rispondere di simili accuse.

Prete nelle regioni rurali dello Stato di Victoria negli anni 19790 e 1980, George Pell era stato nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996 e poi di Sydney nel 2001. Nel 2014 era poi entrato in Vaticano.

“Rifiuto in blocco le accuse contro di me – ha reagito Pell – sono false. Aborrisco la sola idea degli abusi sessuali”.

“Queste questioni sono oggetto di indagini ormai da quasi due anni. Sono state fatte filtrare notizie ai media, un accanimento senza tregua”, ha affermato il prelato, che era stato interrogato dalla polizia australiana a Roma lo scorso ottobre. “Adesso sono contento che finalmente potrò difendermi nei tribunali”.

La Santa sede ha comunicato da parte sua che il Papa è stato messo al corrente del provvedimento a cui il cardinale Pell è sottoposto in Australia. E visto che il cardinale “è deciso a fare ritorno nel suo paese per affrontare le accuse”, gli ha “concesso un periodo di congedo per potersi difendere”.

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