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Pazienti svizzeri sotto ferri tedeschi?

Interventi chirurgici oltre confine: un'idea che piace agli assicuratori malattia Keystone

Molto presto i pazienti svizzeri potrebbero essere operati in cliniche tedesche. L'opzione «Germania» è nei piani dell'assicurazione malattia CSS.

La CSS afferma che l’impennata dei prezzi per la salute in Svizzera sta costringendo gli assicuratori a gettare uno sguardo al di là delle frontiere.

La CSS, che ha sede a Lucerna, sta studiando il modo di fare eseguire all’estero alcuni interventi chirurgici, in particolare le applicazioni di bypass, le isterectomie e le operazioni all’anca.

Il potenziale di risparmio racchiuso in questo piano è tutt’altro che irrilevante. All’ospedale universitario di Losanna, per esempio, un intervento di chirurgia ortopedica costa 28’400 franchi, mentre nella cittadina tedesca di Rheinfelden si dovrebbero sborsare 19’900 franchi, e in quest’ultima cifra sono comprese anche due settimane di convalescenza.

La CSS è già riuscita a realizzare dei risparmi mandando i pazienti in convalescenza nelle cliniche tedesche della Foresta Nera.

Il fatto d’inviare dei pazienti all’estero per degli interventi chirurgici è però problematico. La legge svizzera proibisce agli assicuratori di rimborsare le operazioni effettuate all’estero, a meno che si tratti di casi di emergenza o che il paziente abbia sottoscritto una polizza supplementare.

Dunque, per poter subire dei trattamenti all’estero, i pazienti dovranno avere delle assicurazioni complementari che coprano le prestazioni non previste dall’assicurazione di base.

Non da soli in ospedale

Il portavoce della CSS, Stephan Michel, ha dichiarato a swissinfo che la compagnia è già in contatto con una clinica tedesca di Bad Säckingen per dei trattamenti di riabilitazione. Prezzo: 187 franchi al giorno. In Svizzera, lo stesso trattamento può costare anche 600 franchi al giorno.

Grazie ad un’offerta speciale, nel 2005 la CSS spera di riuscire a convincere più di 180’000 persone, che pagano i premi per un’assicurazione nel reparto privato, a trascorrere il loro periodo di convalescenza in Germania.

«Visti i prezzi tedeschi», commenta Michel, «possiamo concedere al paziente di essere accompagnato da una persona e questo senza che debba sopportare dei costi supplementari».

La CSS afferma che i risparmi realizzati andranno in favore dei detentori delle polizze assicurative più dispendiose, le uniche, tra l’altro, che autorizzerebbero un ricovero all’estero.

Secondo Michel l’iniziativa della compagnia d’assicurazione avrebbe già avuto un influsso positivo sugli ospedali elvetici che avrebbero cominciato ad analizzare la loro struttura dei costi.

Operazioni meno costose

«Attualmente in Svizzera, tutte le operazioni sono molto costose. È difficile fare una distinzione tra le cosiddette operazioni “a buon mercato” e quelle “salate”. Stiamo discutendo con alcuni fornitori di prestazioni che hanno segnalato la volontà di ridurre il prezzo delle operazioni meno complesse»

Margrit Kessler, presidente dell’Associazione svizzera dei pazienti, è d’accordo sul fatto che sia necessario offrire delle alternative meno costose, ma esprime il timore che i pazienti possano essere costretti a recarsi all’estero per subire delle operazioni.

La Kessler è preoccupata anche dalle complicazioni tecniche e legali. «Cosa succede se qualcosa va male e il paziente è in Germania mentre i suoi parenti sono in Svizzera? Da un punto di vista legale, sarebbe un giudice svizzero o tedesco a dover prendere in mano il dossier?»

Dal canto suo, Michel concorda sul fatto che la compagnia deve ora analizzare più da vicino le questioni legali. Ritiene però che non presenteranno troppi problemi, visto che già ora molti pazienti dispongono della copertura assicurativa necessaria.

L’Ufficio federale della sanità sta studiando la situazione e ha formato un gruppo di lavoro incaricato di definire in quale modo la legge debba essere cambiata al fine di permettere ai pazienti di varcare il confine per sottoporsi a dei trattamenti medici.

Troppi ospedali

La ragioni degli alti costi della salute in Svizzera sono da ricercare nei costi delle infrastrutture e nell’ammontare dei salari, ma, secondo Michel, il vero problema sono le capacità in eccedenza.

«Ci sono molte cliniche per la riabilitazione che hanno dei tassi d’occupazione del 60%. I prezzi scendono solo se si arriva ad occupare l’80-90% dei posti letto».

Michel aggiunge che in Svizzera ci sono troppi ospedali, molti dei quali troppo piccoli per essere redditizi.

L’Associazione dei primari svizzeri (VLSS) ha reagito con molto scetticismo alle proposte della CSS. «È un gioco che gli assicuratori stanno facendo con i media», afferma il dottor Hans-Ueli Würsten, presidente del VLSS. «Hanno buttato un sassolino nell’acqua e ora stanno a guardare le onde che provoca».

Chi paga?

«La salute ha un prezzo e gli assicuratori malattia non vogliono pagarlo», afferma Würsten. Eppure buona parte dei costi è sostenuta proprio dalla gente, che è disposta a pagare i premi assicurativi per avere poi dei trattamenti in caso di necessità.

Il dottor Würsten aggiunge che non ritiene facile convincere i pazienti a farsi operare all’estero: «Non andranno in Germania, è già difficile trasferirli da Biel a Montana!».

C’è inoltre da dubitare che gli assicurati beneficino dei risparmi realizzati dagli assicuratori. A diminuire sarebbe solo il prezzo delle assicurazioni complementari, non quello della polizza di base.

swissinfo, Faryal Mirza
(traduzione: Doris Lucini)

Tra il 1999 e il 2003 il prezzo dell’assicurazione malattia di base (obbligatoria) è aumentato del 24%
Quest’anno i premi sono stati alzati del 4% circa
La CSS ha 1,2 milioni di assicurati
Ogni settima persona in Svizzera ha sottoscritto una polizza presso la CSS

La compagnia di assicurazione malattia CSS vorrebbe poter far operare i suoi assicurati in Germania.

In questo modo risparmierebbe sui costi. Le operazioni in Svizzera possono costare il doppio di quelle effettuate in Germania.

Solo chi dispone di un’assicurazione complementare può farsi operare all’estero.

L’Associazione svizzera dei pazienti e l’Associazione dei primari svizzeri hanno espresso scetticismo nei confronti della proposta della CSS.

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