Sainte-Croix, capitale degli automi e delle scatole musicali
Il pellegrino o il viaggiatore che percorre la Via Francigena dalla cattedrale di Canterbury a Roma attraversa anche il Giura svizzero. Un'opportunità per allontanarsi un po' dalle chiese medievali e scoprire una storia industriale più recente. La regione di Sainte-Croix nasconde veri e propri tesori di arte meccanica.
In provenienza dalla città francese di Pontarlier, il viaggiatore imbocca la tratta svizzera della Via FrancigenaLink esterno passando dalla regione di Sainte-CroixLink esterno, nel Giura vodese.
Anche in piena canicola, qui le temperature sono clementi; un regalo piacevole per i pellegrini che si spostano a piedi o in bicicletta. È vero che ci troviamo ad oltre 1000 metri di altitudine. Il paesaggio è verdeggiante e i pendii dolci, una caratteristica tipica della catena del Giura, dall'aspetto generalmente meno aggressivo rispetto a quella delle Alpi.
Centro industriale
Immersa tra boschi e pascoli si trova Sainte-Croix, una cittadina di circa 5000 abitanti che stona quasi un po' in questo ambiente bucolico. Molti edifici assomigliano a fabbriche o laboratori e fanno pensare a un'intensa attività industriale. Un'impressione giustificata.
Per decenni Sainte-Croix è stata un vero e proprio centro dell'industria svizzera. La produzione è rallentata considerevolmente a partire dagli anni Ottanta, ma la regione conta ancora numerosi artigiani specializzati nella meccanica d'arte, in particolare la produzione di automi, scatole musicaliLink esterno e orologi d'alta gamma.
Questa attività è ancora molto viva e sia le autorità sia gli artigiani lottano per assicurarne il futuro.
Esperienza visiva e sonora
Grazie anche a queste competenze industriali e artigianali, la regione possiede una ricca collezione di oggetti meccanici, che può essere visitata nei due musei della città: il Centro internazionale della meccanica d'arte (CIMALink esterno) e il Museo BaudLink esterno.
L'originalità di questi due musei è che non si accontentano di presentare semplicemente degli oggetti statici. Molti pezzi funzionano infatti perfettamente e offrono ai visitatori un'esperienza visiva e sonora.
In futuro, questi piccoli e grandi tesori potrebbero essere riuniti in un unico spazio, nell'edificio del museo CIMA. Vi è infatti un progetto di fusione tra il CIMA, il Museo Baud e il Museo delle arti e delle scienze di Sainte-Croix. Le trattative sono in corso. Se tutto andrà come previsto, il progetto potrebbe diventare realtà nel 2020.
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