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Passatempi da brivido

Il bungy jump dalla diga della Verzasca nel canton Ticino è il più alto salto con l'elastico dalla terra ferma del mondo (Switzerland Tourism ) Schweiz Tourismus

Bungy jump, canyoning, rafting, base jump o sky surf. Gli amanti delle emozioni forti possono provare scariche di adrenalina sia in volo che in acqua.

Un salto dal “brivido assicurato” nel mondo degli sport estremi.

Per chi è alla prima volta, la regola essenziale è “non guardare giù”. Perchè guardare di sotto potrebbe accelerare il battito cardiaco, bloccare il respiro e pietrificare le gambe.

Per pura curiosità o per sottile autolesionismo, la tentazione di gettare un’occhiata, e di farci paura, è però troppo forte. Ed allora si scorge la traccia sinuosa del fiume che scorre sul fondovalle, 220 metri più in basso.

Siamo sulla diga della Verzasca, nel canton Ticino, uno dei numerosi posti dove si può provare l’emozione di un tuffo nel vuoto con il bungy jump, il salto con l’elastico.

Reso famoso dal celebre “volo” dell’agente 007 nel film “Goldeneye”, il salto dal parapetto della diga della Verzasca è il più alto del mondo, con partenza dalla terra ferma. Sette secondi e mezzo di brivido.

Prima dell’elastico, le liane

Se oggi si può praticare questo sport in tutta tranquillità, o quasi, in origine il salto comportava molti più rischi.

Il bungy jump è infatti la versione moderna di un rituale d’iniziazione nato 1’500 anni fa in Oceania, nelle Isole Vanuatu.

Per segnare il passaggio all’età adulta, i bambini dell’arcipelago si lanciano da una torre di rami alta fino a 35 metri. Ad assicurare la caduta, due liane robuste ed elastiche legate alle caviglie.

Giunto in Europa attorno agli anni ’70, il salto con l’elastico è un’esperienza che è stata provata da oltre un milione di “spericolati”. In Svizzera, questo sport è molto diffuso e teoricamente ogni ponte, diga o parete verticale si prestano a questa disciplina.

I più coraggiosi possono addirittura salire sulla teleferica della Gemmi a Leukerbad, nel canton vallese, per un salto mozzafiato da 300 metri di altezza.

Salti nel vuoto

Una variante del bungy jump è “il salto del pendolo”: sempre da un ponte, l’elastico è fissato dal lato opposto rispetto alla piattaforma di lancio, ciò che provoca, dopo il volo, un’oscillazione da una parte all’altra.

Oppure il “rump jump”, che prevede la discesa, lungo una doppia corda, di una parete a strapiombo in posizione orizzontale.

Un’ulteriore scarica di adrenalina può essere provata salendo sulla “catapulta”. Non si tratta di un’arma medioevale, anche se il principio è lo stesso, ma di un seggiolino sparato a 50 metri di altezza ad una velocità di 130 chilometri orari.

In caduta libera

Se pochi secondi di caduta libera sono troppo pochi, basta munirsi di un paracadute.

Oltre al parapendio, già di per sé uno sport non per tutti, c’è lo “sky surf”. Una tavola fissata ai piedi – simile a quella usata dagli appassionati di snowboard – permette spettacolari acrobazie durante la caduta.

Coloro che non amano volare in aereo e preferiscono tenere i piedi per terra, se così si può dire, possono provare il “base jump”, dalle iniziali di “buildings, antennas, span, earth”.

La nuova generazione di paracadutisti si lancia infatti dai palazzi, dalle antenne, dai ponti o dighe e dalle montagne.

È in assoluto la disciplina più estrema del paracadutismo ed i rischi sono molto alti. I tempi di reazione devono essere velocissimi – alcuni lanci si effettuano da posizioni a meno di 100 metri dal suolo – e bisogna fare attenzione a non urtare la parete o il muro del palazzo al momento dell’apertura del paracadute.

Avventure acquatiche

Per chi ha paura del vuoto, ma non teme le emozioni forti, la lista degli sport acquatici estremi è lunga.

Dalla “semplice” gita in canotto del “rafting” – che trova origine nelle discese del fiume Colorado nel Grand Canyon da parte dei pionieri del 19esimo secolo – all’esperienza del “canyoning”.

Il canyoning – chiamato anche torrentismo in italiano – è uno sport in parte acquatico ed in parte alpinistico.

Equipaggiati con una tuta in neoprene, caschetto, imbracatura e scarponcini da trekking, si discendono piccoli torrenti di montagna all’interno di strette gole, superando con tecniche speciali gli ostacoli che s’incontrano

“È una sfida impari ma rispettosa delle leggi della natura”, afferma Luca Nizzola, guida presso il gruppo di canyonisti privati Swiss canyons.

Disciplina che si pratica in Svizzera da quasi vent’anni, il canyoning si è diffuso in Europa fin dagli anni ’70, soprattutto in Francia e Spagna.

Con delle temperature miti già a partire da aprile ed un clima favorevole fino ad ottobre, il Ticino si sta delineando come una delle mete favorite dai torrentisti.

“La nostra regione potrebbe presto diventare l’Eldorado europeo per questo sport”, indica Nizzola.

Altra disciplina acquatica è l ”hydrospeed”, che si pratica con un galleggiante sotto la pancia. Gli appassionati che l’hanno provata si sono sentiti “trasformati in una rana con le pinne ai piedi”.

Quando l’elastico non tiene

Parlando di canyoning, il ricordo ritorna sul drammatico incidente del Saxeten, nei pressi di Interlaken, quando 21 turisti stranieri persero la vita travolti da un’improvvisa piena nel luglio del 1999.

“Si è trattato di un problema di cattiva valutazione delle condizioni meteo. Inoltre, il timore di dover annullare l’escursione ha, a mio modo di vedere, messo in secondo piano l’aspetto sicurezza, fatto questo molto grave”, dichiara la guida di canyoning ticinese.

“Posso tuttavia affermare che le compagnie professionali svizzere sono tecnicamente ben preparate e possiedono una buona conoscenza del territorio”, aggiunge Nizzola.

Anche nel bungy jump non sono mancati gli incidenti, sebbene si tratti di casi rarissimi. Si stima che la percentuale degli esiti fatali sia dello 0,006 % del totale dei lanci effettuati nel mondo.

swissinfo, Luigi Jorio

Gli sport estremi sono spesso prove di coraggio o avventure di gruppo.

Il salto con l’elastico più alto è stato effettuato da uno svedese, che si è gettato da una mongolfiera a 5’050 metri di altezza.

Per gli amanti del rafting, le rapide più difficili del mondo sono in Siberia, lungo il fiume Chulishman nel monti Altari.

La più bella discesa è invece considerata quella del Bio-Bio in Cile.

una giornata di canyoning costa attorno ai 200 franchi.
circa 150 franchi per il rafting.
dai 125 ai 250 franchi per un salto con l’elastico.

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