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Pasqua tra misticismo e turismo

Un antico 'quadro notturno': la sua luce calda illumina le processioni. www.mendrisiotourism.ch

Religione e Storia si fondono giovedì e venerdì alle Processioni di Mendrisio, per rivivere Passione e morte di Cristo.

La solenne manifestazione richiama in Ticino migliaia di persone anche dall’Italia.

Ogni anno risuona, tra le vie di Mendrisio, il grido “crocifiggilo!”; da 200 anni i Giudei reclamano, davanti a migliaia di persone, la condanna a morte di Gesù nella giornata di Giovedì Santo. E ogni anno, il giorno dopo, Mendrisio tutta accompagna la Madonna, dolente per la morte del figlio.

Niente a che vedere con la crudezza delle crocifissioni rituali – duramente criticate da Papa Giovanni Paolo II – nelle Filippine: nelle due processioni ticinesi spiccano soprattutto l’aura di misticismo e la delicatezza espositiva.

“È un avvenimento di grande portata e di notevole richiamo per tutta la Svizzera”, spiega a swissinfo Giovanni Turati di Mendrisio Turismo. “La nostra tradizione risale al 1600, e si è consolidata in questa forma più di 200 anni fa.”

Giovedì Santo

“La tradizione cattolica di rivivere a livello popolare la Passione di Cristo risale al medioevo” ci racconta don Simone Bernasconi, originario di Riva San Vitale e quindi in “piena zona” processioni.

La processione del Giovedì Santo è una rappresentazione di tipo storico con attori e figuranti che rivivono la Via Crucis di Cristo che sale al Calvario. Chiamata anche “Funziun di Giüdee” spesso degenerava al punto che nel 1898 fu nominata una Commissione di cittadini per riorganizzarla.

Gli attori – “tutta gente della regione, si arriva anche al sorteggio per partecipare” puntualizza don Bernasconi – ancora oggi indossano i ricchi costumi acquistati in quell’anno al Teatro alla Scala di Milano.

“Pur assistendo ora ad una pura rappresentazione storica, è in ogni caso evidente che non si può parlare di sacro e profano”.

Venerdì Santo

“Venerdì viviamo invece un vero culto devozionale, alla presenza di sacerdoti”, continua don Bernasconi. I Padri Serviti – presenti a Mendrisio già nel 1451 – idearono questa processione per venerare la Madonna dei Sette Dolori.

“La sua statua, che trasuda sofferenza, si staglia nel buio, dietro il Cristo morto. È commovente.” Spenta l’illuminazione elettrica, le vie del Borgo vengono morbidamente avvolte dalla calda luce dei lampioni.

Musica funebre e meditativa accompagna il suggestivo sfilare dei simulacri del Cristo morto e della Vergine Addolorata, portati a spalla.

“Difficile non farsi coinvolgere, soprattutto al momento dello Stabat Mater: l’esposizione del dolore della madre attonita ai piedi del figlio crocefisso. Fa venire i brividi.”

Lampioni, croci e simboli in mano, alla processione prendono parte confraternite e associazioni. In tutto oltre 600 persone.

Ornamenti di luce

La città è addobbata coi Trasparenti, quadri notturni accesi di luce dorata palpitante che illustrano fatti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Alcuni formano grandi archi che sormontano le contrade attraverso le quali passano le due sfilate.

Un tempo i Trasparenti, imbevuti di cera e trementina, erano illuminati da candele; ora da lampade ma l’effetto coreografico non è affatto cambiato.

“Sono vere e proprie opere d’arte. Ne abbiamo anche di antichi, risalenti al 1700”, continua Turati.

Dalla fine del Seicento ai giorni nostri la tradizione continua, ogni anno vengono creati nuovi trasparenti, anche se la tecnica di allora è rimasta un segreto.

Zona strategica

Il mendrisiotto si ritaglia in un triangolo di terra delimitato verso sud dal confine italo-svizzero, a breve distanza da Lugano, da Como e dai centri turistici e industriali dell’Italia del Nord.

Per la sua posizione alle porte della Svizzera, questo lembo di terra insubrica – sull’asse viario europeo ad altissima percorrenza Nord-Sud – è diventato luogo di importante traffico commerciale e turistico e le Processioni ne approfittano.

“Ci sono bus organizzati appositamente per questa occasione da tutta la Svizzera, dalla Germania e dall’Italia”, prosegue Turati. “Anche quest’anno si parla di migliaia di partecipanti alle Processioni Storiche, almeno 10mila persone.”

Già le cronache dei secoli scorsi parlavano della “marea umana” che dal Canton Ticino e dalla Lombardia arrivava a Mendrisio per assistere ai due spettacolari cortei, tanto che “ad una data ora della sera, nel paese non si riusciva a trovare un pezzo di pane e un bicchiere di vino.”

L’Ufficio del turismo di Mendrisio ha promosso le Processioni Storiche con un centinaio di spot televisivi su diverse emittenti private, anche italiane.

In termini di indotto, il direttore dell’Ente Antonio Bianchi ha paragonato questo evento al Festival del cinema di Locarno.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Mendrisio

Le Processioni Storiche di Mendrisio risalgono al 1600. Ancora oggi sfilano nelle vie del Magnifico Borgo Giovedì e Venerdì Santo.

Il buio della notte, che avvolge la città, viene spezzato da quadri illuminati, che accompagnano il passaggio dei due Cortei.

L’avvenimento richiama nella regione migliaia tra fedeli e turisti soprattutto da Svizzera e Italia.

Le processioni si tengono il 17 e 18 aprile
Sono immutate da secoli
10mila le persone attese quest’anno

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