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Nascere tra le mura di casa

In Svizzera, solo l'1% circa dei bambini nasce tra le mura domestiche. Eppure vari studi dimostrano che, a determinate condizioni, i parti in casa sono altrettanto sicuri di quelli in ospedale, costano meno e sono vissuti meglio dalle madri.

Il parto in casa: in un passato neppure tanto lontano era un evento normale, oggi è un fatto raro, almeno nella maggior parte dei paesi industrializzati. In Svizzera, oltre il 97% dei parti avviene all’ospedale. Nel 2006 sono nati 73’371 bambini; di questi, solo 636 sono venuti alla luce in casa. Altri 1027 sono nati in una casa parto.

Il fenomeno dei parti in casa in Svizzera rimane piuttosto marginale, tanto che l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), richiesto di un commento, fa sapere di non disporre di alcun interlocutore che si sia occupato in maniera approfondita dell’argomento.

Eppure le donne che hanno scelto di mettere alla luce i loro figli tra le mura domestiche, con l’assistenza di una levatrice, ne parlano spesso in termini molto positivi. Per la maggior parte di loro, è preferibile affrontare i travagli del parto in un ambiente familiare.

«Il parto in casa è la forma più naturale di parto», osserva Doris Güttinger, direttrice della Federazione svizzera delle levatrici. «Corrisponde perfettamente ad un bisogno diffuso di un parto non medicalizzato, in un’atmosfera intima».

Forse c’è anche qualcosa in più, come suggerisce il recente documentario statunitense «The businnes of being born». In una scena del film, una levatrice afferma che il parto in casa è un modo per le donne di riappropriarsi del «potere di partorire». «Se posso fare questo, so di poter fare tutto», aggiunge la donna nel documentario.

I parti in casa sono sicuri

A questi argomenti, di carattere psicologico e sociale, se ne aggiungono altri di carattere più strettamente medico e sanitario. In uno studio dell’ottobre 2007 dedicato ai possibili vantaggi dell’impiego di personale paramedico nell’assistenza sanitaria di base, l’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) ha analizzato tra le altre cose gli studi internazionali sul ruolo delle levatrici prima, durante e dopo il parto.

Il risultato è univoco: l’assistenza continua delle partorienti da parte delle levatrici ha effetti positivi dal punto di vista dell’efficacia, della soddisfazione delle pazienti e dei costi.

«Le donne seguite in questo modo subiscono in genere meno interventi medici (anestesia epidurale, episiotomie, ecc.)», si legge nello studio. «Lo stato di salute di madre e bambino è altrettanto buono di quello riscontrato nelle gravidanze seguite da un medico».

Questo vale anche per i parti in casa. Già uno studio del Fondo nazionale svizzero del 1993 era del resto giunto alla conclusione che i parti in casa seguiti da una levatrice non comportano rischi maggiori rispetto ai parti in ospedale e che la probabilità di un intervento medico è minore.

La normalità del parto

Ci si potrebbe chiedere dunque perché la percentuale di parti in casa in Svizzera sia tanto bassa. Una domanda tanto più legittima, se si pensa che nei Paesi Bassi il 30% dei parti avviene fra le mura domestiche. Pur trattandosi di un’eccezione, il modello olandese è guardato con interesse anche in altri paesi d’Europa.

«È anche una questione di società: nei Paesi Bassi il parto in casa è considerato la normalità, il ricorso all’ospedale avviene quando si temono complicazioni. In Svizzera e in altri paesi la normalità è invece il parto in ospedale», osserva Doris Güttinger.

«In Svizzera per i medici è chiaro che il parto deve avvenire in ospedale», aggiunge la direttrice della Federazione svizzera delle levatrici. «Le cose potrebbero cambiare se le donne incinte consultassero una levatrice prima di andare dal medico».

Case parto, una possibile alternativa

Se i parti fuori dagli ospedali rimangono un fenomeno marginale, Doris Güttinger osserva però che lo sviluppo delle case parto – in Svizzera sono ormai una ventina – potrebbe rappresentare una valida alternativa per le donne che optano per un parto non medicalizzato ma che preferiscono non partorire in casa.

Gestite da levatrici, le case parto hanno il vantaggio di permettere il parto in un ambiente protetto e non ospedaliero. «Le case parto godono di maggiore accettazione rispetto ai parti in casa. La collaborazione con i medici è buona», aggiunge Güttinger.

Oltretutto, grazie ad una recente revisione della legge sull’assicurazione malattia (Lamal), le case parto possono ora essere iscritte nelle liste ospedaliere cantonali, godendo così di maggiori finanziamenti pubblici e di uno status riconosciuto.

Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, nel 2007 sono venuti al mondo 74’500 bambini, il numero più elevato dal 2001. I figli di coppie non sposate costituivano il 16,2% (2006: 15,4%), una proporzione nettamente inferiore alla media europea che raggiunge il 33%.

Con 1,46 figli per donna, la Svizzera è ancora decisamente al di sotto della media di 2,1 necessaria al cambio generazionale. Tuttavia questa cifra è in costante aumento dal 2001.

D’altra parte le donne partoriscono sempre più tardi. L’età media della maternità nel 2007 era di 30,8 anni, mentre 10 anni fa era di 30 anni.

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