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Il diritto di voto per i disabili all’esame delle urne a Ginevra

Membri del Teatro HORA festeggiano nel 2016 dopo che è stato loro attribuito l'Anello Hans Reinhart, la più alta distinzione in Svizzera in ambito teatrale. Potranno celebrare una vittoria anche domenica? © Keystone/Martial Trezzini

Diritto di voto per tutti, anche per le persone con disabilità: i cittadini del cantone Ginevra voteranno domenica su questo tema. La federazione ombrello delle organizzazioni che rappresentano gli interessi dei disabili spera in una prima che possa aprire altre porte.

Persone che fanno capo all’assistenza sociale o il cui comportamento è ritenuto immorale, detenuti, lavoratori occasionali senza fissa dimora, ebrei, svizzeri all’estero, diciottenni e diciannovenni e naturalmente donne: in Svizzera tutti questi gruppi sono stati privati del diritto di voto, a volte per molto tempo. A un certo punto, però, lo hanno ottenuto.

Non è ancora così per le persone con disabilità. Circa 15’000 persone affette da disturbi psichici e che sottostanno a una curatela generaleCollegamento esterno sono escluse dalla partecipazione a votazioni ed elezioni.

Ginevra potrebbe ora diventare il primo cantone in cui questa esclusione sarà revocata: domenica infatti gli elettori si pronunceranno su una modifica costituzionaleCollegamento esterno in tal senso. La revisione è già stata approvata dal Parlamento cantonale in febbraio.

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quattro ragazze con handicap giocano a calcio.

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Nella parità di diritti per i disabili la Svizzera deve recuperare

Questo contenuto è stato pubblicato al In Svizzera c’è una sola fascia di cittadini con passaporto elvetico che è privata dei diritti politici: si tratta delle persone che non possono partecipare alla vita sociale a causa di gravi e durevoli disabilità. Non essendo in grado di badare a se stesse, sono poste sotto la tutela delle autorità per la protezione dei minori…

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In caso di ‘sì’, la partecipazione politica sarà garantita per tutti, indipendentemente dalla situazione di disabilità. Questo però solo a livello comunale e cantonale, mentre sul piano nazionale la situazione resterà immutata.

Una votazione che potrebbe servire da esempio

Per Inclusion Handicap, la federazione ombrello delle organizzazioni svizzere che si occupano di disabili, la Confederazione è in ritardo nell’ambito della parità dei diritti. L’ente spera che la votazione di domenica possa spalancare le porte: in caso di accettazione, Ginevra invierà un segnale agli altri cantoni e alla Confederazione, che potrebbero seguire l’esempio.

“La soluzione attuale non è sostenibile né sul piano costituzionale né su quella del diritto internazionale”, aveva affermato nel 2017 a swissinfo.ch Markus ScheferCollegamento esterno, professore di diritto costituzionale presso l’università di Basilea e dal 2018 membro del comitato dell’ONU per i diritti dei disabili.

Per quanto riguarda la votazione di domenica, Schefer è fiducioso. Secondo lui, dovrebbe prevalere il ‘sì’. L’estensione del diritto di voto alle persone con disabilità – sostiene – incontrerà probabilmente meno resistenze rispetto, ad esempio, all’introduzione del diritto di voto per gli stranieri.

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Convenzione ONU vincolante

Inclusion Handicap e Markus Schefer ritengono che la prassi svizzera costituisca una violazione del diritto internazionale. Dal 2014, infatti, la Svizzera è membro della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità. I 180 Stati membri che hanno sottoscritto questo trattato si sono impegnati a trattare tutte le persone alla pari, indipendentemente dal loro stato salute.

Secondo Schefer, la parità di diritti è ormai una realtà in Svezia – paese che ha fatto opera di pioniere introducendola nel 1989 – così come in Francia e Spagna.

Valutare in quale posizione si situi la Svizzera è però praticamente impossibile, poiché manca ancora una visione d’insieme sistematica delle misure prese dai paesi membri per attuare la Convenzione. L’esame viene effettuato sulla base di rapporti per ogni singolo Stato.

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